Tuttavia da molti altri popoli la scimmia è vista come animale libero, particolarmente agile e vivace, ed è ammirata per le sue sorprendenti capacità…
Universalmente però vengono riconosciute le sue caratteristiche dionisiache e priapiche (priapo: Divinità greca, fallica, in onore del quale venivano rappresentati mimi particolari), che spingono l´uomo ad ogni forma di ebbrezza e sfrenatezza perdendo il dominio di sé.
Da ciò il fatto che nella iconografia cristiana, la scimmia, è spesso l´immagine dell´uomo degradato dai vizi e in particolare, dalla lussuria e dalla malizia. Nell´età moderna si è andato tuttavia perdendo tale significato sinistro, cedendo il posto ad un indifferente concetto
Tecnico: La zoologia si è gradatamente sostituita alla simbologia.
Lo «sberleffo» è il tipico gesto della scimmia, con il quale vorrebbe svuotare di senso e significato ogni momento di estasi mistica, estetica genericamente artistica.
“La sintesi di queste tradizioni, a un tempo contraddittorie e omogenee, si potrebbe trovare nell´interpretazione che considera la scimmia come il simbolo delle attività dell´inconscio. L´inconscio si manifesta infatti – senza che possa essere diretto o regolato – sia sotto forma pericolosa, scatenando forze istintive incontrollate e degradanti, sia sotto forma favorevole e inattesa, gettando uno sprazzo di luce o dando una ispirazione felice per agire. Essa ha il doppio aspetto dell´inconscio (beninteso qui si parla dell´inconscio in senso psicologico, che è ben altra cosa dall´inconscio spirituale di cui parla la critica artistica russa ed occidentale di maritain, ndr), malefico come la strega, benefico come la fata, ma entrambi egualmente irrazionali”. (Confronta la voce s. In /”dizionario dei simboli”/, bur 1993).
Nella ceramica di Liverani la scimmietta davanti alla tavola sembra volere togliere in maniera furtiva ogni rilevanza al patto di fedeltà degli apostoli; quasi a voler svuotare il gesto di positiva motivazione.
Nel quadro della sala nobile del consiglio di mondaino: La scimmia, che in forma insidiosa quasi si mimetizza con le strutture del trono di Maria, sembra voglia significare lo svuotamento di potere che il diavolo opera nei confronti della «regina», o addirittura attribuendo significati reconditi a tale potere. Non è difficile ripensare alla citazione di apocalisse 12, 4-5 o all´intera pericope riportata nel capitolo 12 del libro.
La scimmia imita, non comprende. Fin dall´inizio (confronta il libro della genesi 3,5), il diavolo ha detto “diventerete «come» dio”; gesù invece conferma quanto dice il salmo 82,6: “Io ho detto: Voi siete dèi, siete tutti figli dell´altissimo”. Nella pericope di giovanni 10,22-40 assistiamo ad una disputa ferrea fra gesù ed i «giudei» (espressione dell´uomo che non capisce le cose alte di dio e non riesce a salire dal piano materialmente etico a quello più spiritualmente estetico). È questa la dialettica medioevale espressa appunto con la simbologia della «scimmia» in contrapposizione agli «angeli o l´uomo angelo».
di don Giancarlo Moretti
Esperto di simbologia mistica