Si occupa di sociale. Ed è appassionato di sport. Soprattutto è un uomo disinteressato. Sposato, una figlia, dall’80 al ’95 è stato assessore comunale. Nato a San Marino, nel 2007 il Consiglio Grande e Generale lo ha insignito con la più importante onorificenza della repubblica: il cavalierato di Sant’Agata.
Insieme a don Vittorio Mancini ha appena pubblicato “Don Antonio Marcaccini, e prèt ad purgatorie” (Guaraldi, 158 pagine, euro 15). Il libro racconta la vita prima ancora di un bel prete, quella di un uomo, per utilizzare una immagine cara a Totò, che si è dedicato agli altri.
Antonio Marcaccini nasce a Montefiore Conca nel 1911 a Levola. Passa gran parte della sua vita a Farneto, frazione del Comune di Gemmano, dove il babbo è mezzadro. Nel ’28, si spostano in un podere migliore a Montecolombo in via Poggio 85/A.
“Vivace, buono, amico di tutti, silenzioso e meditativo” il ragazzo ha una mente pronta e dotata. La matematica sarà il suo grande diletto. Nel ’27 entra in seminario e viene fuori tutto il talento. Di carattere è gioviale, non disdegnando battute e barzellette, fin troppe per gli amici.
Nel 1934, il primo aprile, viene ordinato sacerdote e celebra la prima messa nella chiesa parrocchiale di Montecolombo. Ha 22 anni ed 8 mesi. Il primo incarico è a Torriana (allora chiamata Scorticata). Ma vi resta poco. Nel maggio del ’35 viene nominato parroco di Farneto, dove resta fino al 1956, una parrocchia piccola (circa 300 anime) e poverissima.
Forse il gesto più alto del sacerdote si consuma nell’estate del ’44, quando a Gemmano erano asserragliati i tedeschi in ritirata. Don Antonio si offrì di essere fucilato al posto di 7 persone arrestate in un rifugio ed accusate di aver aiutato a fuggire il partigiano Gianni Quondamatteo, che sarà una delle menti più raffinate di Riccione nel dopoguerra.
Il 1° maggio del 1956 viene nominato parroco di Montetauro, una parrocchia ricca, forte di 3 poderi con tanti ulivi. Qui incontra l’autore; i due diventano amici. Muore il 14 maggio del ’61.
Piacevole, ben scritto, ricco di aneddoti, il libro raccoglie anche numerose testimonianze sulla vita del prelato ed è impreziosito da centinaia di fotografie. Leggerlo fa bene al cuore; boccate di profonda umanità. Don Antonio Marcaccini è stato il modello di don Oreste.
Il libro viene presentato il 25 aprile, alle 17,30, al teatro “la Corte” di Coriano.