– Pd, e venne il giorno – Finalmente è arrivata la domenica 18 gennaio, giorno delle primarie per alcuni, giornata della resa dei conti per altri. Dalle urne è uscito vincitore Massimo Pironi con circa 1500 voti in più di Fabio Galli; il dato più sorprendente è che circa 7700 cittadini riccionesi sono andati a votare, quasi il doppio rispetto alle primarie per l’Ulivo, più di tre volte gli elettori che hanno indicato Veltroni alla guida del Pd. Quante polemiche: a mezzogiorno già si indicava che il voto era inquinato da elettori che con il centrosinistra non c’entravano nulla. A scatenare l’offensiva ci ha pensato subito Riziero Santi sul sito del Pd di Fontanelle e su Facebook, e per i non tecnologici a spargere la voce ci hanno pensato i suoi galoppini fidati: Massimo Pironi ha svenduto il Partito Democratico alla destra e ai preti (don Giorgio). Nel pomeriggio è continuata l’affluenza alle urne, mettendo di cattivo umore i seguaci di Galli che speravano in una partecipazione limitata agli iscritti o ai simpatizzanti del Pd; qualche scagnarata tra i supporter, che sono poi aumentate quando è arrivato l’esito del voto.
C’erano i quartieri rossi – Vittoria inaspettata di Pironi nei quartieri di Fontanelle (a casa del nemico Riziero Santi) e Spontricciolo, mentre a San Lorenzo Galli ha vinto per pochissimi voti; evidentemente il partito non è più in rappresentativo dei ceti sociali di questi quartieri che hanno subito negli ultimi anni trasformazioni urbanistiche e demografiche importanti. E’ vero che Pironi aveva il sostegno della Polisportiva, potenzialmente circa 3000 famiglie sparse su tutto il territorio riccionese e quindi in grado di cambiare i tradizionali equilibri nei quartieri, ma non ci si aspettava un risultato così significativo. Ora il Pd dovrà rivedere la squadra dei propri referenti (chiamarli capizona non è il caso).
Resa dei conti – Finale agitato alla sede del Pd; “avete venduto il partito ai fascisti”, “e adesso Pironi dovrà dirci che accordi ha fatto con la destra”, “quando di mezzo ci sono gli ex democristiani bisognava aspettarselo”. Questi tra commenti riferibili, almeno a sentir dire dai presenti, fino ad un inizio di rissa tra anziani esponenti di ex Ds e Margherita. Subito è partita la caccia ai responsabili della sconfitta del candidato del partito, in primo luogo il segretario del Pd Sauro Tonti del quale è stata chiesta la testa (in senso metaforico), responsabile di avere fatto primarie aperte ai cittadini e non ai soli iscritti. I presenti riferiscono di un’aria da tagliare con il flessibile (il coltello non bastava) e del sindaco Imola visibilmente in imbarazzo con Pironi, e altrettanto con Galli; finisce qui la sua ambizione di guidare la Palariccione.
E la destra – Lucida l’analisi del consigliere del Pdl Marzio Pecci riguardo al voto espresso dai cittadini, riconoscendo a Pironi la capacità di catalizzare elettori oltre il centro sinistra; talmente lucido da essersi già chiamato fuori dalla prossima competizione elettorale e lanciato la candidatura di
Franca Mulazzani, della serie meglio che vai avanti tu…