I candidati (chèn an magna chèn)
Pietro Pazzaglini (Quaja svarnèda), ammesso di diritto come sindaco uscente, Leo Cibelli (Foja ad figh) e Marco Tamanti (Patacucc). Tutti rigorosamente tesserati del Pd. Tutti scelti all’interno del partito, dopo scontri e trambusti inenarrabili.
Retroscena (cambiè i sunadur, ma la musica l’ha da ess sempre quèla)
Si narra che ad ottobre la segretaria regionale del Pd abbia commissionato un sondaggio sul gradimento della giunta cattolichina e del sindaco Pazzaglini. Risultato: rimandati per insufficienza. Da Bologna chiamano il segretario provinciale, il quale successivamente incontra la segreteria cattolichina dove riporta l’esito: burdèll sa Pazzaglini us po’ pérd.
Bisogna scalzarlo in maniera indolore, ma senza incrinare il partito. Cambiare cavallo… ma attenzione, il candidato deve sempre essere della Margherita. E qui che, non trovando candidati della società civile di area Margherita… si rispolvera Leo Cibelli (Dc, Ppi, Margherita, Pd).
Lo scontro e le forze in campo (al caldér al dis mèl dla padèla)
1) Pazzaglini: con lui la Lista Micucci, Socialisti, la giunta comunale con qualche distinguo. Esempio: Antonio Ruggeri (Pci, Pds, Ds, Pd) ha le due figlie (Benedetta e Carlotta) tra i sostenitori di Cibelli. Anche il fedele consigliere Giuliano Giulini (Dc, Ppi, Margherita, Pd) potrebbe avere qualche tentennamento pensando alla figlia Giuliana, anche lei sostenitrice di Cibelli. Sicuri con Pazzaglini, almeno tre consiglieri: Luciano Marzocchi, Lucia Venturini, Catia Gerboni.
2) Leo Cibelli (geometra): con lui l’80% del direttivo, l’intera segreteria, compreso il segretario Alessandro Belluzzi, che qualche candidato e loro fan accusano di non essere superpartes. Anzi… 6 consiglieri del Pd. Forse qualche assessore che dietro le quinte fa il doppio gioco.
Con Cibelli sono stati ripescati alcuni vecchi assessori del secolo scorso: Giuseppe Barbieri, Corrado Piva, Giovanna Piccioni, Giovanni Cerri, Giovanna Ubalducci. Lo stesso Cibelli ha passato più di una legislatura sui banchi del Consiglio: dal ’90 al 2004. J’è un po’ ingianghìd…
3) Marco Tamanti-Antonio Gabellini
I due vanno sempre citati insieme, un po’ come “Gianni e Pinotto”. Spesso Gabellini elabora e il Tamanti esterna. I loro seguaci raccontano di dispetti e ostilità da parte del partito, dove non sono presenti in segreteria, e sono diventati una esigua minoranza nel direttivo. Per partecipare alle primarie Tamanti ha dovuto raccogliere le firme tra generosi cittadini che in ottobre hanno votato alle primarie per il segretario. L’unica voce di sostegno è venuta dal consigliere Carlo Bulletti da poco Pd, anche se ancora siede sui banchi dell’opposizione.
E’ sempre quel Bulletti che nel 2004 ha guidato il centrodestra alla conquista del Palazzo per cacciare questa classe politica… per poi ritrovarsela tutta, insieme a lui, nello stesso partito. A sostenere Tamanti anche quell’Alberto Cenci che nel 2004 si era fatta una lista civica per cacciare, anche lui, i mercanti dal Tempio… e poi planare nel loro stesso partito. Insomma, non proprio due modelli di coerenza…
Pressioni (a ris-cén da fè ‘na fritéda)
Si narra ancora, che i vertici provinciali del Pd siano molto preoccupati per la lotta “fratricida” ed esiti non graditi, tanto che fanno pressione, prima sul gruppo Tamanti, affinché ritiri la sua candidatura. La risposta è no! Poi le pressioni si fanno sempre più insistenti su Pazzaglini. Terrà botta fino al 18 gennaio? E se invece facesse saltare il tavolo dimettendosi da sindaco? Insomma, da Rimini si punta tutto su Cibelli.
I cittadini (j’ha magnè la foja)
I cittadini si chiedono: sono credibili? Il 18 gennaio potranno andare a votare uno dei tre candidati. Ma quali cittadini? Tutti? Quelli di centrosinistra? Quelli della coalizione di maggioranza a Cattolica? Solo quelli del Pd? Ognuno delle tre fazioni gioca su questo equivoco.
I tre candidati si sono autoselezionati solo all’interno del Pd tra dispetti, rancori e “schizzi di sangue”. Viene naturale dire che se la sbrighino tra di loro, che tradotto in cattolichino suona così: ma andè a caghè dri maréna…
A leggere gli intenti di Cibelli e Tamanti (Pazzaglini usa abilmente la sua attività di governo) si rimane increduli. Ci si chiede se siano degli alieni venuti da Marte. Tirano fuori promesse, prendono le distanze o dicono il contrario di quello approvato in Consiglio anche pochi mesi fa. Parlano di cambiamento, di partecipazione… ma j’ha pulì anche i ciod dai mur…
Si cambia tutto per non cambiare nulla!?! Ancora una volta i cittadini devono scegliere il “già deciso” e fare da comparsa alle urne. Tamanti dichiara: “Credo che tutti e tre i candidati abbiano l’obbligo morale di sostenere il vincitore delle primarie”. Insomma, il “Partito” in primis, e poi tutti insieme, per amore o per forza.
E se stavolta j’avessa psé fora dl’urinèl?