– Una vittoria nel segno dell’organizzazione del vecchio Pci. Nel ballottaggio del lunedì mattina, 22 giugno, ultime ore di voto, forse Vitali era sotto. I dirigenti organizzano migliaia di telefonate per invitare a votare Vitali. La vittoria finale.
IL PUNTO
di Francesco Pagnini
– Stefano Vitali è il nuovo presidente della Provincia. Succede a Nando Fabbri e al suo “regno” decennale. Vitali è stato candidato di fatto senza bisogno di primarie e, anche se non nell’immediato, vi è stata una convergenza su di lui di tutti i “capi” del Pd. Ad eccezione di Maurizio Taormina che, tenendo fede a quanto promesso, è sceso in campo con una propria lista, ottenendo un 2,65 per cento: meno di quanto lui si aspettasse, abbastanza per trascinare Vitali al ballottaggio, giacchè il candidato del centro-sinistra al primo turno ha raggiunto il 48,3 per cento. Con dentro i voti, stavolta davvero una pioggia, dell’Italia dei Valori, tant’è vero che, si dice, il vicepresidente di Vitali sarà il professor Carlo Bulletti, primario del reparto di Fisiopatologia della Riproduzione dell’ospedale di Cattolica ed esponente di spicco dei “dipietristi” riminesi.
Marco Lombardi, invece, è arrivato al 44 per cento al primo turno. I restanti voti se li sono divisi l’Udc (3,85), Sinistra Critica e l’estrema destra col suo candidato Massimo Pazzaglini di Morciano.
Ma il momento più significativo, dal punto di vista politico, per la realtà provinciale, è stato quello degli apparentamenti. Il fatto che, inaspettatamente, Stefano Vitali ha deciso di apparentarsi con l’Udc di Maurizio Nanni e che l’Udc ha accettato.
Difficile dire quanto l’Udc abbia effettivamente portato nelle “casse” elettorali di Vitali: non tutti gli esponenti di quel partito, è emerso chiaramente, hanno votato secondo i dettami dei vertici, e forse l’apparentamento ha, d’altra parte, alienato voti dell’ala “più sinistra” della coalizione.
Ma il punto davvero saliente è che, come peraltro nel cosiddetto “modello Udine”, l’Udc si affianca al Pd, o più precisamente alla coalizione di centro-sinistra. Anche Taormina aveva detto di voler mettere in campo una coalizione così ampia.
L’accordo pro Vitali è stato fatto direttamente dal presidente della Regione Vasco Errani e da Pierferdinando Casini, e potrebbe essere funzionale alla creazione della coalizione di “centro-sinistra allargato” che si presenterà l’anno prossimo, per la presidenza della Regione Emilia Romagna. La cosa certo non è stata molto gradita da Comunisti Italiani e Rifondazione Comunista che, però, al momento, non sono ufficialmente usciti dalla coalizione.
Si vedrà: questo primo anno di amministrazione di Vitali potrà essere un banco di prova molto interessante.
E comunque se, non tanto a Rimini e neppure in Emilia Romagna, quanto piuttosto a livello nazionale, la coalizione di centro-sinistra ha bisogno di allargarsi quasi a dismisura per vincere, non è che per il centro-destra, nel Riminese questa volta, le cose vadano tanto bene. Il Pdl e la Lega sono cresciuti moltissimo a livello elettorale. Il Pdl è diventato il primo partito, ma poi, quando si va sull'”uno contro uno”, il centro-destra non ce la fa mai. E questa volta la candidatura di Marco Lombardi era forte. E’ come se i riminesi scriccassero l’occhio al centro-destra per il governo nazionale, ma non riuscissero a fidarsi dei suoi esponenti locali per le pubbliche amministrazioni di “casa nostra”. Certo i continui litigi dentro il Pdl, che anche questa volta hanno caratterizzato sia il prima che il dopo elezioni, non aiutano. Ma non è solo questo. Così come non può essere solo la macchina organizzativa del centro-sinistra, invero più oliata, ad aver fatto la differenza.
Forse, si può azzardare, è il comportamento amministrativo delle opposizioni che non convince molto?
E dall’altra parte, il centro-sinistra non può sperare sempre di “cavarsela” puntando sulla tradizione dei buoni servizi che, effettivamente, ha sempre saputo dare sul nostro territorio.
Un modo nuovo di fare politica, da parte sia della maggioranza sia dell’opposizione, forse, farebbe bene a Rimini.
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Consiglieri provinciali
Pd: Sabrina Vescovi, Fabrizio Nicolini, Raffaella Guidetti, Leonina Grossi, Sergio Giovagnoli, Lino Gobbi, Ivonne Crescentini, Sergio Funelli, Nadia Moroncelli, Lucilla Frisoni, Giuseppe Prioli.
Idv: Carlo Bulletti (dimissionario, subentra Vittoria Eugenia Vitale) e Stefano Stargiotti. Udc: Maurizio Nanni.
Pdl: Franca Mulazzani, Oronzo Zilli, Ivan Podeschi, Marina Masioni, Giorgio Ciotti, Alessandro Ravaglioli, Giuliano Giulianini, Filippo Berselli.
Lega Nord: Giancarlo Diotallevi e Giampiero Arcario Ferrario