Diario di bordo con dedica: per Effe cara.
– Sulla carlinga dell’aereo TAM – volo diurno – è la scritta gigante “Orgoglio di essere brasiliani”- Destinazione Sao Paulo: servizio in orario, semplicità funzionale.
Primo giorno:- Bem- vindo (benvenuti).-
Secondo giorno:- orientamento e programmi.- prenotazioni voli interni e… tanto Sao Paulo…-
Terzo giorno: in bicicletta al Parque Ibirapuera. Sconfinata luminosità nello spazio di una natura sfarzosa.
Giovane Brazil al Parque: sportivo, agile, sanamente sudato corre, corre e corre.
Ne ha fatta di strada il “Brazil decente di Lula Presidente” (questo fu il suo slogan elettorale). Si auspica che gli venga offerta la possibilità di un nuovo mandato. Perchè? perchè è intelligente: milioni di posti di lavoro, consapevolezza di autonomia energetica e del possesso di tutte le materie prime. Grande attenzione alle magagne internazionali: dalle disattese politiche ecologiche alle gestioni imprenditoriali banditesche. (Si conoscevano – molto prima che in Italia le situazioni Cirio e Parmalat…).
Nessuno si permetta di giudicare l’America latina del Brazil decente. (Da noi Anna Finocchiaro auspica una Sicilia dignitosa… magari un’Italia tutta..). Lula si batte come un leone. Grammatica e sintassi pittoresche, diciamo alla Di Pietro. Intelligenza e cuore sono fulcro e sostanza nel trattare i problemi. Risolverli? Tutti? Felicità? Per tutti? “Es problema do problema”.
Quanti insuccessi. Decisioni dolorose: José Dirceu – il professore-defenestrato con la sua corte. Corruzione.
Il ministro coloured e donna per i diritti dei neri rimosso: acquisti in gioielleria con credit – card del ministero.
Alla successione di Lula si propongono due donne: la Dilma Roussef – guerrigliera, tre anni di prigionia durante la dittatura militare. E la Marta Suplicy, indimenticabile Governatrice di Sao Paulo, molto alta nei sondaggi.
Un giovedì pomeriggio: al MASP – Museo Arte Moderna Sao Paulo – scopriamo lacrime lunghe venti centimetri versate dai personaggi biblici in grandi affreschi bianco e nero di Candido Portinari. I ventosi paesaggi di Calixto e, sorpresa, ecco lo studentino con la trottola di Chardin.
Domenica ore dieci: alla cattedrale di Sao Bento. Organo di 6000 canne, messa in gregoriano. Ampie letture, breve ed intensa omelia.
Chiesa gremita.
Teatro Municipal: quotidianamente alle undici e trenta “Concerti didattici”. Programma antologico e di respiro – nessuno ha paura del novecento!-Alle dodici e trenta, nella splendida Sala del Ridotto concerto per i City Tours: esaurito, gente seduta per terra.
Dopo qualche giorno. Piove. Pinacoteca: parcheggio interno, personale in livrea. Loja dei libri e dei gadgets ricchissima.
La personale è di Tarsila do Amaral. Dal “Jardin da luz” del quaderno di annotazioni a “Operarios”,ad “Antropofagia”. Tarsila di qua, Tarsila di là. Chiamata così, per nome, con affetto e orgoglio familiare.
Nelle altre Sale, a zonzo… bambini con le mani in tasca: fra i tanti bravissimi colpisce il racconto della realtà sonora delle immagini di Almeida Junior. Biografia da romanzo -ucciso, nella Chiesa di Itù, dal medico condotto. Un solo colpo di pistola: Almeida era l’amante della moglie.
Al ritorno è l’incontro con una folla variopinta e stracciona che sembra essere a poco a poco inghiottita nel ventre di un ponte ingordo. E’la città che offre un “pasto” agli homeless – come a Roma la Caritas, vicino a Piazza San Pietro.
La Polizia controlla. Chi controllerà i controllori? Il film vincitore dell’Orso di Berlino “Tropa de Elite” di Josè Padilha dice a chiare lettere: -…lasciate ogni speranza o voi che entrate…
Ci sono sedici milioni di giovani a rischio: un passato di vergogna, presente insostenibile, nessun futuro. Se ne parla con accorate constatazioni e fervidi propositi di interventi a trecentosessanta gradi alla TV “Senado”. Segue il pomeriggio della Classica: presenta un Senatore nobilissimo nel tratto e nell’aspetto. Liszt. Pianista Israela Margalit, tecnicamente perfetta nella più incantevole ed appassionata semplicità.
L’altra TV: l’intrattenimento è volgare – come da noi – Grandi fratelli, Soap-opere propongono bellezze di chirurgia estetica e prestazioni sessuali senza limiti di età… ottime ispirazioni per gli “a fondo” di un certo nostro Trio di ironia e satira ad alto livello.
Sao Paulo ha l’edilizia fallica dello sky-line che neworkeggia insolente sulle pochissime “casine portoghesi” rimaste e riciclate in Ristorantini, Boutique, Erboristerie, Cafeterie (cafè di Dona Matilde: eccellente).
Agli appartamenti delle torri si accede attraversando doppi cancelli carcerari. I portieri sono guardie armate: codici d’ingresso ricordano belliche parole d’ordine. Auto blindate e “Seguranca” giorno e notte nelle Fasendas degli Industriali… come in Brianza…
Nel grandioso Palazzo Imperiale di Ipiranga, disegnato e costruito dagli architetti italiani T.G. Bezzi e L. Pucci con giardino alla francese è ordinata senza pedanteria la Storia della fondazione di Sao Paulo. “Indipendenza o Morte”: lo sfarzoso affresco è nella Sala da ballo
Il colonialismo si ribella alle tasse della madre patria,dopo aver smantellato gli ideali mistici dell’impostazione missionaria gesuita. Ricordate “Mission”? Il prezioso film è fondamentale per comprendere la sconfitta di un ideale.
Testimonianze di guerra e pace:dai grandi cannoni alla collezione di ferri da stiro. Immensi, alteri, leggiadramente fioriti in rosso, giallo, azzurro, gli alberi del Parque sono il regno dell’umorismo di agili scimmiette. I giardinieri hanno per loro teso grosse funi da un capo all’altro dei viali asfaltati.
Nelle grandi arterie: assalto dei moto-boys celati da cupi caschi neri. Non si può continuare così. La Polizia vuole sanzioni pesanti, caschi chiari e certezza della pena. Manifestazione di protesta: che fare? Domande? Tutte. Risposte? Difficili. Garanzie? Magari Soluzioni?A tentativi. “E’fatica”” si dice …come in Romagna…
Si auspica una Rivoluzione individuale, personale, privata. Un eroico contrasto allo schifo partendo dal “”sè””. Per riscattarsi dalle dittature televisive, dal “favelamento”.
La cancerogena urbanizzazione metropolitana ha creato metastasi incontrollabili persino alla speculazione stessa.
“…la Polizia informò il Governatore che una folla minacciosa protestava sotto Castro Alves.
– Arrestatelo! questo Castro Alves! – urlò il Maresciallo –
– Eccellenza… è di pietra… è la statua di Castro Alves …il poeta dell’800…
-Ah, ehm… insomma affrontateli e disperdeteli con ogni mezzo… avete carta bianca… -sibilò il funzionario stravolto.
Strategie dell’ignoranza violenta (come a Genova).
A Castro Alves, poeta – “no coracao do Brazil”- è dedicata in Sao Paulo una strada tutta in salita:…”o oceano de tua alma… nel naufragio vale più un pomposo galeone / o un battello leggero / solitario navigatore… sublime incanto di Poesia, Coligidas, Fragmentos:
“…”è Tarde, è muito tarde, / o templo è negro / o fogo santo ja no altar nao arde / Vestal! Nao venhas tropecar nos piras / è tarde, è muito tarde…” ”
Poi quel lusso sfrenato delle “cose possedute che ti possiedono”.
Disagio:malessere tropicale. Pronto Soccorso di Bertioga.
– Questa è la nostra realtà! -dice il ragazzo dell’accoglienza.
L’ambiente è miserabile: i medici hanno verdi camici smunti e macchiati. La gente aspetta silenziosa, composta, paziente… Riservata civiltà a latere della disperazione… Per la mia privacy viene recuperato un paravento. Elettrocardiogramma: commovente premura e proverbiale dolcezza brasiliana: “- Con licenca..favor …desculpa… -”
Di nuovo al Pronto Soccorso nell’Ospedale do Alemao di San Paulo. Il migliore dell’America latina (a profumato pagamento, ma d’eccellenza assoluta.). Il candido e aromatico medico parla italiano e in un’ora ci sono analisi e cure. Mi congeda con un “”Cerea Madamin”” perché la sua familia è originaria di Torino e lui ci andava in vacanza da piccolo. Con la nonna parlava dialetto!
Aniversario cioè compleanno: regalo la Bachiana brasileira di Vila Lobos e compero la compilation al Centro Commerciale “Vila Lobos” appunto… ma chi sa il riferimento? Dai tempi di Pietro II, wagneriano, non si ricorda un autentico profondo interesse per la classica…
E’ Sao Paulo: – terra di cinismo e di passione / de nevoas e sonhos / do Cognac / d’esilio / di pagode/…Es o Eden do Brazil…
Ricercata dalla Polizia austriaca perché compromessa politicamente con la carboneria la grande ballerina Marietta Baderna fuggì in Brasile. Proverbiali le sue scatenate feste dopo le recite tanto da essere coniata la parola “badernao” per riassumerne la sfrenatezza e l’eccesso… Ecco dunque il “Carnaval” “il badernao do carnaval”. La sfacciata sessualità sambista – quando crede di non essere ripresa dalla TV, naufraga nell’immenso sbadiglio di un volto stralunato dietro la troppo impegnata cronista. Ironia della telecamera distratta.
Le scuole sfilano al “Sambodromo”: è proprio il caso di dire che “in ballo” c’è un affare colossale.Quanti campano facendo piume, lustrini e quant’altro e di peggio, claro?… La polizia controlla (Tropa de Elite? – come a Bologna in piazza Verdi)
Ritorno: l’aereoporto di Guarulhos è veramente internazionale. Professionalità impeccabile. Persino l’imballo delle valige ha un suo terminal: ragazzino in divisa, lavoro accuratissimo.
Malpensa: sporca, disorganizzata, scortese. Tutti strillano come nella più becera ripresa televisiva. Il primo taxi litiga con uno straniero che ha legittimamente chiesto il prezzo .(..forse è stato informato degli imbrogli che…). Ci si sposta al secondo, al terzo, al quarto..
-Quanto per C…?-
-Come da tassametro.- Semplice superare la Repubblica delle banane e parlare sottovoce,no?
P.S.: dei viaggi interni, le beethoveniane Foz d’Iguacu’, Salvador de Baja, Ouro Preto, la già antica futuristica Brasilia si dirà a voce… d’accordo?
Si dirà delle immense spiagge, delle ciclopiche onde del non nuotabile oceano, del paradiso ritrovato delle isole interdette alla speculazione, di Aleijadino pittore e scultore divorato dalla malattia, di Nascimento, dei bambini di strada e della strada per Paratì dove abbiamo incontrato l’Escolina del Piaget (da noi così poco studiato, incontrato, amato), di Manhaus e della gigantesca ninfea Victoria Regia, delle maestranze senza diritto, della dolcezza del tratto e del dire dei Brasiliani e del loro orgoglio di saper morire per vivere.
di Carla Chiara