ALLEGRO MA NON TROPPO – LA POLITICA
di Ecci
– La partita della conquista del Palazzo è stata vinta, non senza patemi d’animo, però. Ora si va verso la conquista del partito. L’asse Tamanti-don Biagio-Gabellini punta su Alberto Cenci, per la carica di segretario, un’altro dei cosiddetti “don Biagio boys”. Sarebbe la quadratura del cerchio. Pri gnint an baja gnènca al chèn…
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Il conflitto Peppone-don Camillo di guareschiana memoria è cosa superata dai tempi. Non più due poteri-chiese che si fronteggiano e che magari ogni tanto collaborano sottobanco, però sempre è avvenuto nel rispetto dei rispettivi ruoli. No, i tempi chiedono un controllo diretto dei centri di potere, dunque ci vogliono i propri uomini. La s-ciopa e la moj l’an s’imprèsta mai…
E’ una tendenza ormai consolidata che si verifica in tutti i campi, specialmente in economia. Se guardiamo gli organigrammi dei consigli di amministrazione dei maggiori centri aziendali e finanziari, vediamo che un manipolo di uomini si trova in tutte le stanze dei bottoni. Spesso in palese conflitto d’interesse.
La stessa divisione fra capitale produttivo e capitale finanziario (banche) è andata a farsi a benedire. Le banche possiedono quote significative (spesso maggioritarie) di importanti aziende. Potremmo continuare con i trust, le lobby, le multinazionali… Al pès più gross al magna ma cal più znén…
Anche la criminalità organizzata non si limita più a corteggiare o ricattare qualche personaggio politico, entra direttamente coi suoi uomini nelle segreterie dei partiti e alla guida delle istituzioni.
E che dire di un presidente del Consiglio che controlla il potere legislativo, esecutivo e quello che oggi è il più importante, quello dei media? Per quanto riguarda il potere giudiziario sta facendo di tutto, con leggi ad personam e una propaganda del linciaggio per sottometterlo.
Poi, se volete scherzare, potete dire che in Italia c’è ancora la democrazia, che badate bene, si regge solo su una rigida divisione e autonomia dei quattro poteri sopra citati. L’è la voja dal baghin…
Insomma, oggi la complessità dei problemi richiede, per governarli e soprattutto per indirizzarli il più possibile a difesa o allargamento dei propri interessi, dei propri amici e della casta di appartenenza, richiede una presenza diretta e non più mediata nei centri di potere, sia nazionali che locali. Burdèll, an la vègh cèra…
In sintesi, tornando a Cattolica, si potrebbe insinuare che don Biagio, dopo il ‘controllo’ del sindaco, giunta e maggioranza consigliare, si appresta ad allungare l’ombra del campanile anche sul partito.
Ridendoci laicamente sopra, potremmo ridefinire il PD come Partito del Don. I ché is mov anche i piatt tla scafa…
Il gruppo Tamanti-Gabellini col supporto dei “don Biagio boys”, sostituito il “Capitale” col “Manuale delle giovani marmotte” aggiornato al modello “Clerical-Taliban”, affermano baldanzosi: il partito (Pd) siamo noi! Parafrasando il ventennio nero si potrebbe dire: a chi il partito? A noi! I vo la bota pina e la moj imbriega…
Avranno vita facile in questa scalata per incoronorare il parrocchial-piddino Alberto Cenci? Cosa è rimasto dei cibelliani, degli ex diessini, degli ex margheritini che hanno seguito il suicidio di Pazzaglini, dove è finito l’ala laica allergica all’acquasantiera, i ‘mangiapreti’, e lo zoccolo duro del vecchio Pci…
Il grosso di questo esercito è sparpagliato e confuso. I s’è squajè cume la név mal sol…
Ricordiamo però che il Pd a Cattolica conta solo il 25% dei voti. Non rappresenta materialmente tutto il panorama del centrosinistra, anzi.
Una botta di conti vede che c’è un elettorato che si aggira sul 22% (Coalizione Arcobaleno, Comunisti italiani, Sinistra critica), che passa al 24% se si tiene in considerazione anche quell’Udc che il Pd tanto corteggia a livello locale e nazionale. Us pudria arvultè la béssa mal sunador…
Se aggiungiamo che Tamanti al ballottaggio ha vinto per uno scarto di soli 303 voti, ma soprattutto che è rappresentativo di appena il 30% dell’elettorato… beh! c’è poco da stare allegri.
La stabilità politica interna ed esterna di questa maggioranza e giunta è molto precaria. Già l’aria di settembre potrebbe diventare più ‘frizzantina’ rispetto al clima di bunaza e biancura di luglio e agosto. Roba da stè su pri bunacia ad vént…
Invece a guardare i primi passettini, l’esecutivo pare andare nella direzione di una pericolosa autoreferenzialità. Avere consegnato la Presidenza del Consiglio comunale all’inossidabile Antonio Ruggeri non metterà a tacere i malumori della rossa Torconca, quella che fa sempre vincere il partito.
Ma questo atto ha già incrinato la fiducia tra maggioranza e opposizione, visto che la promessa elettorale di affidare tale presidenza all’opposizione si è rivelata una bufala, se non addirittura una spudorata bugia. I papulòn i la spunta sempre finché u j’è i pataca chij créd…
Dopo 50 giorni sindaco e nuovi assessori sembrano smarriti, annaspano… dentro il labirinto dei drammatici problemi che deve affrontare la città.
Problemi che non conoscono nella loro esatta portata, problemi che hanno minimizzato, se non deriso, quando venivano denunciati da un’agguerrita opposizione.
Qualche benevolo cittadino, ancora speranzoso, parlando con fare paterno di Tamanti, dice: nu dèi ‘na masa contra ma cal purén…
Il gruppetto Tamanti-Gabellini-“don Biagio boys” al motto il partito siamo noi, non solo non si rendono conto che sono solo una corrente, forse minoritaria nel partito, ma vanno verso una pericolosa regressione partitica. Lo dimostra la nomina degli assessori, lo dimostrano i referenti interni ed esterni del Palazzo: tutti facenti parte del gruppetto dei fedelissimi della propria corrente nel partito.
Nessuna apertura, e tanta diffidenza, soprattutto nei confronti dei compagni di partito. Ai cittadini più che una resa dei conti interna al Pd, serve una visione-progetto della città realizzabile in tempi certi con risorse reali. Attenzione: troppa diffidenza è sintomo di paura e incompetenza. Uj toca stè i lé s’un bèl pipacul…