L’AZIENDA
– E’ figlia dalla “disperazione”, come ama dire a distanza di 25 anni Bruno Bargellini, ma soprattutto dalla sua intelligenza. Siamo nei primi anni ’80, il giovane artigiano è molto più del classico terzista che sagoma al tornio pezzi per la metalmeccanica. Ha dentro il fuoco dell’innovazione. Acquista un tornio all’avanguardia per i tempi. Significa 3 milioni di rate al mese. L’utensile glielo vendono senza il caricatore, dal nome sembra banale ma è fondamentale per la produttività e per la precisione. Dato il boom del settore, bisogna aspettare un anno e mezzo per averlo. E il tornio senza caricatore è inutilizzabile. Una macchina morta.
Bruno Bargellini mette in campo la sua “disperazione”. Se lo progetta e se lo autocostruisce. Realizza un macchinario che è un autentico gioiello. Così pensa di produrlo in serie affiancandolo al lavoro da terzista. Lo ricorda così: “Quando abbiamo iniziato a utilizzarlo, andava bene e ci è venuto in mente di costruirlo in serie”. Oggi, è la seconda azienda al mondo del settore. Fino al 2000, Top Automazioni si chiamava Bargellini Bruno e oltre a produrre l’utensile, ha continuato il classico lavoro da terzista.
Quel caricatore è stato negli anni migliorato; oggi è governato da un computerino con un programma elaborato in casa che se qualcuno tenta di violarlo si autocancella. La forza del caricatore è la tecnologia. Serve al tornio barre da 2 a 130 millimetri, con una lunghezzza che può variare dai 2 ai 6 metri. E il cambio di diametro delle barre avviene in automatico; mentre le macchine concorrenti hanno bisogno di almeno 2 ore di lavoro. In più, è silenzioso.
Dal 2001, tale tecnologia ha fatto crescere l’azienda di Poggio Berni a colpi del 100 per cento l’anno fino al 2008, lo spartiacque tra il boom e le paure sono dovute alla finanza mondiale. Un modo generoso per dire che dei “furbastri” hanno rastrellato una bella fetta del risparmio mondiale promettendo faraonici guadagni. Guadagni che si sono rivelati piramidali carta straccia.
Top Automazioni è animale da esportazione. Fino al 2008 l’estero valeva il 70 per cento: Austria, Germania, Francia e Stati Uniti, i mercati principali. La rete commerciale estera è fatta da concessionari locali, visitati almeno una volta l’anno da Bargellini. Mentre in Francia, in Alta Savoia, opera una filiale retta da un italo-francese. Oltre alla bontà della tecnologia, è non meno importante vendere. Per farlo, Bargellini partecipa a una dozzina di fiere di settore l’anno, tra le dirette e le indirette. E alle fiere ha costruito buona parte della sua struttura commerciale e delle sue fortune. E’ qui che ha incontrato i suoi partner (dealer) esteri. Bargellini: “Prima ancora dei rapporti commerciali, con i nostri rivenditori ci devono essere visioni comuni, rapporti umani basati sulla stima e sulla correttezza. Solo così si può lavorare”.
Le sue macchine sono utilizzate da aziende di tutti i settori produttivi: da quelle di alta moda (particolari di metallo o plastica per scarpe e borse), dall’orologeria, fino alle aziende produttrici di carri armati.
Il sogno di Top Automazioni è uno stabilimento di 15.000 metri quadrati di coperto a Torriana; oggi ha ben tre unità che poco si coniugano con l’efficienza. Meno male che sono concentrate nel raggio di un chilometro.
Cinquantotto anni, sposato con la signora Valeria (con lui in azienda dai primi passi), due figli, Gianmaria, 30 anni e Nicola, 28, entrambi al suo fianco, è originario di Poggio Berni. Tre le sue grandi passioni: auto d’epoca (ha due Citroen anni ’70), tennis e bicicletta. Fino a 26 anni fa il tornitore all’Scm. Poi la forza di mettersi in proprio. Trova un pollaio a Santarcangelo. Acquista le macchine con le cambiali. Il primo capannone di proprietà è a Poggio Berni a pochi metri dal ghetto dove è nato. Poi, il lavoro, le idee, l’innovazione continua. L’ultima offerta al suo mercato la porterà alla prossima fiera a Milano, la più importante del settore al mondo. Aggiusterà le sue macchine sparse per il mondo da Poggio Berni, utilizzando la telematica.
Una storia simile alla sua è quella di Terenzio Marchetti. Azienda di San Giovanni in Marignano (anche questa leader mondiale), produce testine motorizzate per torni. Hanno la stessa clientela; vanno in giro per il mondo a portare tecnologia, dividendo i costi.