L’INCHIESTA
di Francesco Toti
– Protagonisti in Italia ma impossibilitati a giocare la Champions League sul competitivo mercato europeo della vacanza. I numeri affermano forte che il 2008 è stato un anno di tenuta grazie agli italiani (meno 0,5 per cento le presenze); gli stranieri (meno 2,5 per cento) oramai sono elementi da zoo più che da paesaggio quotidiano. La gradita presenza tedesca in 10 anni si è dimezzata, passando da quasi 1,2 milioni a poco più di 600mila.
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Vignetta di Michele Ghironzi
Sono numeri all’apparenza negativi ma raccontano di uno dei centri balneari più importanti d’Europa: circa 2.400 alberghi contro i 200 di Venezia. Se, come affermano molti analisti, è già un successo mantenere le posizioni, come non essere soddisfatti? Forse, con la consapevolezza che si può fare meglio. Gli albergatori invocano la mano della Stato, cioè il disegno del futuro con il valore dell’organizzazione.
Eppure sia la mano pubblica, sia quella privata non è mai stata così attiva nel panorama internazionale. Ma in ordine sparso. Scontiamo l’individualismo figlio della storia. Il turismo è gestito dalle singole regioni, mentre Francia e Spagna marciano unite e compatte. Insomma, 20 barchini che vanno contro le portaerei.
Il turismo rappresenta il 30 per cento della ricchezza prodotta in provincia di Rimini (contro circa il 10 per cento dell’Italia), Negli ultimi cinque anni il territorio sta mantenendo le posizioni.
In questa crisi che non riesce a dipanarsi, le associazioni di categoria sono fiduciose: cauto ottimismo, dicono in coro.
Iliana Baldelli, presidente degli albergatori di Misano Adriatico: “Nonostante tutto non siamo né drastici, né pessimisti. Alle fiere italiane abbiamo riscontrato molto interesse per le nostre zone, anche se non sono state confermate dalle prenotazioni, ma oramai è diventato un’abitudine si effettuano all’ultimo minuto. Più difficile il fronte estero. Grazie all’aeroporto riusciamo a fare un lavorino con la Germania, anche se siamo in calando”.
“Lo Stato – continua la signora Baldelli – potrebbe fare tanto per il nostro settore. Intanto, creare il ministero. Poi, rendere efficiente l’Enit. Alle fiere dovremmo andare come nazione e non come singole regioni per farci concorrenza. Infine, l’Iva sul turismo dovrebbe essere abbassata. La nostra è al 10, quando quella francese è al 7 e quella spagnola al 4”.
Patrizia Rinaldis, presidente dell’associazione di Rimini, che per numero di alberghi vale la metà del turismo provinciale. Rinaldis argomenta: “Le prenotazioni ad oggi, confrontate con quelle del 2008, evidenziano una nostra tenuta. L’altra dimostrazione l’abbiamo avuta a Pasqua e nei fine settimana fino ad oggi. Non voglio dire che la crisi ci aiuta, ma dei vantaggi grazie al nostro rapporto qualità/prezzo li offriamo. In noi c’è un cauto ottimismo. Abbiamo dei pacchetti unici: balneare e parchi, entroterra e parchi”.
“Mi dicono – continua la signora Rinaldis – che le prenotazioni dei voli stanno andando bene. Solo che sul piano internazionale ci dobbiamo adeguare ai nostri maggiori competitori, come Francia e Spagna. Mi hanno appena comunicato che in Francia si sta parlando di abbassare dal 7 al 5 per cento. La nostra, al 10, ha valori doppi ed è tra le più alte d’Europa”.
“Altro problema – chiude la riflessione il presidente degli albergatori di Rimini – è il fatto che lo Stato non tratta il turismo come un settore industriale fondamentale per la nostra economia. Non ci aiuta da un punto di vista normativo, con le infrastrutture, con le linee fiscali, con la sburocratizzazione. Non pretendiamo i soldi, ma così è davvero difficile reggere la concorrenza. Non è possibile che le piccole strutture italiane (da noi mediamente abbiamo 40 camere) debba sottostare alle norme sulla sicurezza come un grande albergo, ad esempio. E che ogni giorno c’è una norma nuova alla quale adempiere. Purtroppo tutti col turismo si riempiono la bocca, si assiste solo ad una gran passerella di proposte. Negli ultimi anni di fatti reali ne abbiamo visti ben pochi. Come riviera di Rimini per conquistare gli stranieri dobbiamo portare un’altra immagine. Siamo fermi agli anni ’60. Chi viene a Rimini per la prima volta viene sorpreso: trova una città balneare diversa. Se continueremo a presentarci di nuovo competitivi e con voli a 100 euro, possiamo farcela”.
Bruno Bianchini, classe ’62, neo-presidente degli albergatori di Riccione, ha come motto uno slogan in tinta con la cultura italica, “siamo attrezzati per i miracoli”. Afferma: “Il 2009 sarà una stagione senza trionfalismi. Scontiamo oltre alla crisi mondiale, anche la mancanza delle istituzioni. Il turismo non può più fare da solo, con i competitori sempre di più e sempre più agguerriti. Abbiamo bisogno delle istituzioni a livello nazionale e a livello locale. Per portare gli stranieri ci vogliono politiche a livello di stato. A livello di competitività stiamo arretrando rispetto a Spagna e Francia. Il differenziale Iva a nostro sfavore è di 5 punti. Non abbiamo un portale turistico, non abbiamo una rete stradale veloce. A livello regionale ci dicono che ci sono poche risorse e vanno fatte delle scelte; troppo esigue per incidere sul mercato internazionale”.
Angelo Serra è il presidente degli albergatori di Cattolica. Lo scorso 27-28 aprile è stato a Duesseldorf per una fiera: “Dal workshop tedesco arrivano buone indicazioni. I tour operator li ho visti di nuovo interessati verso le nostre zone. Ho anche visto nelle agenzie settimane tutto compreso in Egitto a 350-400 euro. Così non possiamo competere. A Gabicce ci prepariamo ad accogliere i turisti senza aver ritoccato il listino; con 50 euro si riesce a fare pensione completa, il prezzo di un pasto fuori. Sono anche del parere che non va bene essere particolarmente ottimisti, ma neppure essere così negativi. Come riviera siamo competitivi e ben attrezzati; credo che a fine maggio si possano fare previsioni con una certa dose di precisione”.
Maurizio Cecchini, Cattolica: “Come categoria non vogliamo privilegi, ma chi ci governa ci deve mettere nelle stesse condizioni di partenza degli spagnoli e dei francesi, che hanno l’Iva la metà della nostra. E’ possibile che il bilancio dell’Austria sia della stessa grandezza dell’Italia? Il differenziale dell’Iva e quello della promozione sui mercati sono i freni che ostacolano il nostro lavoro. Malgrado tale situazione si cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno e continuiamo ad investire. Ne sono un esempio forte, di idee e innovazione, i pacchetti integrati, golf, cavalli, parchi, sport, che vendiamo attarverso Internet. La nostra stagione, se ci sarà il bel tempo, sarà di cauto ottimismo. Oggi, è abitudine scegliere la mèta 10 giorni prima. Stiamo constatando il ritorno della vecchia clientela e un buon trend nelle prenotazioni”.
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Ricchezza turismo prodotta nel 2006
2,25 miliardi di euro
– La provincia di Rimini nel 2006 ha prodotto ricchezza per 7,36 miliardi di euro. Il turismo vale il 30,6 per cento, 2,25 miliardi in termini assoluti.
NUMERI
Rimini, 500 alberghi aperti tutto l’anno
– A Rimini circa 500 alberghi sono aperti tutto l’anno. Un numero straordinario. Dovuto all’attività della Fiera di Rimini (1,5 milioni di visitatori, 700mila però legate al Meeting di Cl) e ai congressi (4.000 nel primo semestre del 2008 per 800mila partecipanti).
IL PUNTO
Per l’estero carattere, per l’Italia le veline
[i]Lo afferma Marco Giovannini, già presidente degli albergatori di Riccione[/i]
-“Per l’estero ci vuole sacrificio, per l’Italia bastano due veline”. Con questa immagine efficace Marco Giovannini, già presidente degli albergatori di Riccione, mette sotto i riflettori la difficoltà per riportare in Europa il turismo della provincia di Rimini, che da anni assiste ad un calo lento non meno che inarrestabile. “Per i mercati esteri – continua Giovannini – ci vuole una programmazione, c’è la necessità di capire i mercati. E forse stiamo perdendo attitudine e sensibilità per farlo. Tanto è vero che molti enti non sono più presenti sui mercati e optano per i workshop nei centri commerciali. Invece, fare promozione in Italia è molto più agevole: basta un po’ di gossip e due veline”.
Negli arrivi i russi hanno superato i tedeschi,
ancora primi nelle presenze. L’anno d’oro l’88
Presenze: duello Germania-Russia
– La Germania e la Russia sono vicinissime alla voce presenze tra i clienti della provincia di Rimini nel 2008. Ecco la classifica.
Germania: 634.480 (-8,8)
Russia: 477.699 (+7,4)
Francia: 354.634(-5,8)
Svizzera: 310.235 (-4,5)
Belgio: 158.879 (+10,2)
ARRIVI
Russia: 102.291(+3,1)
Germania: 99.591 (-6,9)
Francia: 50.743 (-5,8)
Svizzera: 50.368 (-3,4)
Polonia: 26.900 (+41,3)
(Fonte:
Camera di commercio)
Arrivi-presenze: 1998 Dimezzati i tedeschi
– In 10 anni la presenza tedesca si è dimezzata. Ecco arrivi e presenze.
Germania: 148.433
Svizzera: 48.786
Russia: 43.784
Francia: 36.734
Austria: 24.293
PRESENZE
Germania: 1.130.693
Svizzera: 344.503
Russia: 249.505
Francia: 273.205
Austria: 152.126
(Fonte: Provincia di Rimini)
C’erano una volta gli stranieri
– Non ricevere più le attenzioni dei primi della classe, i tedeschi, è il grande cruccio del turismo della provincia di Rimini. Gli abitanti del paese più importante d’Europa e primo partner commerciale dell’Italia, vanno altrove. Nel 2008, gli arrivi sono scesi sotto le 100mila, 99.591 (meno 6,9%) per la precisione, per 634.480 presenze (meno 8,8%). Insomma, un mezzo disastro.
Alla voce arrivi, i ricchi russi, seppure con il rublo che ha perso valore di acquisto rispetto all’euro, hanno superato i tedeschi alla voce arrivi: 102.291 unità che in presenze significano 477.699.
In assoluto, la voce arrivi 2008 rispetto all’anno precedente ha fatto segnare meno 1,5 per cento. Mentre, la flessione delle presenze è stata più accentuata meno 2,8 per cento. Se la prestazione 2008 è la peggiore degli ultimi tre anni. Nell’arco temporale di cinque, invece, partendo dal 2004, le presenze straniere sono salite del 5,6%.
Alzando lo storico all’ultimo decennio si ha che le presenze estere sono quasi rimaste invariate. Erano 3.124.031 a fronte però si solo 479.495 arrivi. Questo significa che la permanenza media della vacanza si è accorciata.
Il dato afferma anche che con un mondo sempre più vacanziero le nostre spiagge, benché mature dal punto di vista dello sviluppo, stanno ferme. Ed essere fermi in una comunità che aumenta il giro d’affari significa semplicemente indietreggiare. E per la nazione che custodisce il 50 per cento del patrimonio storico artistico dell’Unesco deve far riflettere. E’ un po’ come le nazioni sottosviluppate che hanno le materie prime. Se non vengono utilizzate è come non averle.
L’anno d’oro dell’industria turistica della provincia di Rimini fu l’88 con quesi 18 milioni di presenze. Nell’89 ci fu la mucillagine. Poi il lento declino.
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