– Alla veneranda età di quasi 90 anni, dopo lunga malattia, è scomparso Mario Frisoni. E’ consuetudine su queste pagine dedicare due righe a chi ha lasciato il segno della loro presenza nella comunità. Quando penso a Mario, penso al primo Mario, possente ed energico. Penso alla miseria, alle ingiustizie di quei tempi, ad un pezzo di pane o piada nel cassetto della cucina, quando c’era e spesso non c’era. Penso al cavallo, al biroccio per caricare sabbia al mare e sassi nella Conca, materiale caricato per una casa da abitare, o per il turismo. A quei tempi, il problema ambientale non si poneva: la natura, nella reciprocità, era al servizio dell’uomo.
Alcuni di questi uomini, miracolati dalla guerra, sono morti poi giovani, di queste fatiche inenarrabili, ancor prima di vederne i risultati, che pur essendo stati premiati economicamente, non sempre lo sono stati moralmente e idealmente corrispondenti. Ecco, Mario, prima carrettiere, poi albergatore, lo voglio ricordare così.
Bruno Fabbri