Roberto Piva è consigliere comunale uscente per il Pd; è stato ricandidato. Professione medico, è sposato ed ha tre figli.
Lei è medico, che cosa ha fatto la Regione per la provincia di Rimini?
“Voglio ricordare che su un bilancio regionale di 14 miliardi di euro ben 9 vanno alla voce sanità. Come consigliere eletto in provincia di Rimini ho cercato di porre l’attenzione della Regione sul sistema sanitario riminese; non erano abituati ad avere un rappresentante che parlasse della provincia di Rimini. Credo che abbiamo effettuato buoni passi in avanti. Abbiamo ristrutturato l’ospedale di Cattolica; a Rimini è in costruzione il Dea, il dipartimento delle emergenze per un importo di 70 milioni, metà a carico della Regione. Sarà un’eccellenza di livello regionale”.
L’altro compito forte della Regione è il turismo, che cosa è stato fatto per la nostra provincia?
“Tanto attraverso l’Apt (Azienda per la promozione turistica). Nell’ultimo anno la Regione ha rifinanziato la ristrutturazione degli alberghi mettendo in bilancio 2,4 milioni di euro”.
Come ha affrontato questo anno e mezzo di crisi economica?
“Ha attivato un tavolo permanente con sindacati ed imprenditori. Sul credito è intervenuta con politiche sui consorzi fidi e sulle banche affinché ci fossero delle agevolazioni per l’accesso al credito. Ha messo in atto ammortizzatori sociali per salvaguardare 40.000 lavoratori. Per le fasce più deboli ci sono stati aiuti sostanziosi; ad esempio, coloro i quali hanno perso il lavoro sono esentati dal ticket per le visite specialistiche, gli esami e dal pagamento dei farmaci di fascia C. La Regione ha sempre investito sull’innovazione tecnologica e sulle energie alternative da fonti rinnovabili”.
Bilancio politico personale, tra il dare e l’avere.
“Molto. Mi ha dato la possibilità di conoscere le persone; di interessarmi a problemi e temi che mi hanno arricchito. E l’essere stato consigliere regionale è stato un autentico privilegio. La politica ti aiuta ad aprire la mente e ti interessi dei problemi degli altri in concreto. Quando esci dagli incontri, sei portato a pensare che potevi fare di più. Da parte mia ci ho messo l’impegno e l’ho interpretato con semplicità. Sono stato molto presente sul territorio perché lo considero un dovere verso i cittadini”.
Quali sono i suoi valori politici?
“Senso della comunità, lo stare insieme. Di scegliere il proprio destino nel rispetto degli altri, dove la propria libertà finisce con l’inizio dell’altrui”.
Si dice che la provincia di Rimini è dimenticata dalla Regione, qual è il suo punto di vista?
“Non è vero. E’ vero però che l’Emilia Romagna è policentrica, con Bologna come capoluogo. In questi ultimi 5 anni i trasferimenti di risorse sono stati proporzionati al numero degli abitanti”.
Riforme, quali proposte concrete?
“La prima riforma seria deve interessare la politica. E’ troppo legata alle segreterie dei partiti e lontana dai problemi dei cittadini e del territorio. Vanno diminuiti i parlamentari; davvero troppi”.
E la Regione?
“Meno burocrazia per i cittadini, per le imprese. Con uno stato vicino ai bisogni, con la macchina pubblica al fianco delle persone. E investire sulla scuola, sulla sanità, sulla formazione. Per andare verso il lavoro competitivo”.
C’è sempre meno giustizia sociale, che fare?
“Vero. La crisi ha impoverito le famiglie. Chi viveva in equilibrio è in grossa difficoltà. In Europa, i dipendenti italiani hanno i salari con meno valore di acquisto. Va aumentata la lotta all’evasione fiscale; non può essere che a pagare di più siano coloro i quali hanno meno. Penso, ad esempio, ai giovani. La politica deve aiutare famiglie”.
Perché la dovrebbero votare?
“Mi ritengo portatore delle necessità degli altri e delle mie. Mi voglio spendere affinché il nostro territorio venga sempre più considerato. Penso semplicemente che il benessere collettivo cominci dal mio vicino di casa. Se sta bene lui, stiamo bene tutti”.