LA CULTURA
– La storia di Riccione ha il suo Bignami. Fatto di fotografie, date, personaggi, curiosità. Il tutto in grande formato e condito con bella grafica. Tutto questo lavoro lo si deve alla Famija Arciunesa in collaborazione con il Comune di Riccione e al dinamismo, quasi sempre travolgente del suo presidente Giuseppe Lo Magro. Presentato ai primi dello scorso luglio, il volume dovrebbe trovarsi nella case di ogni famiglia. In 100 pagine, sono racchiusi 150 anni di una comunità, che da borghetto di mezzi pescatori e mezzi contadini sotto il Comune di Rimini, hanno costruito un mito europeo nel campo del turismo.
Sette i capitoli: il toponimo, tappe fondamentali, benefattori, ieri Riccione oggi, vacanze al mare a villa Mussolini, pionieri e riccionesi. I testi sono tratti da cinque libri sulla storia locale firmati da Dante Tosi (“I pionieri” e “Una rotta nel vento”), Gilberto “Jimmy” Monaco ( “Viale Ceccariniì), Rodolfo Francesconi (L’intelligenza del luogo”), Albo Casadei (La Perla Verde” e Giuseppe Borghi (Riccione. origini e sviluppi”).
Pagine agili e ben strutturate. Ad esempio nelle 8 e 9 c’è una carrellata delle tappe fondamentali con un ordine cronologico che è un bel crescendo. In cinque minuti si ha la cornice storica di una comunità.
Oltre alla bellezza dei testi, non sono meno coinvolgenti le immagini. Lo Magro, o chi per lui, ha avuto la bella idea di narrare attraverso le istantanee gli stessi luoghi della città in annate diverse. Una delle più accattivanti la si può ammirare a pagina 13. Reca viale Ceccarini visto dal mare: 1902 ( la strada è bianca e dove c’è il Nuovo Fiore si trova poco più di una capanna), 1920 (con il Ritz a destra e l’hotel Lido a sinistra, l’attuale Mediterraneo) e infine il 2010. Stessa filosofia per la stazione, la Mater Admirabilis e Gesù Redentore, angoli di viale Ceccarini, la villa (meglio casa colonica) di Mussolini, la fonte del Beato Alessio.
Insomma, un Bignami costruito con la forza dell’intelligenza. Brava la Famija Arciunesa.