Leggendo, pare anzi che FU.MO sia frutto dell’attivismo “boccioniano” di Fiorenzo Mancini e dell’estro poetico dell’avvocato Cardellini, che inspiegabilmente, a pag. 40, ne appare come firmatario del programma.
In compenso, nel medesimo numero sono oggetto dell’attenzione di ben tre interventi (comincio a montarmi la testa!), ad uno dei quali vorrei brevemente rispondere. Non al solito chilometrico sermone dell’amico Fayaz (l’ho già fatto inutilmente tante altre volte) che, con quel suo ossessivo trattarmi da cementificatore, non ho ancora capito “se lo fa o se lo è”; né all’ironico «Sbatacchia, Sbarella, Sbattazza» ripreso dal mitico “portone verde” di quell’impenitente e simpatico buontempone dell’avvocato Bigi. Devo invece rispondere al vero e proprio trattato etico-politico-filosofico a firma di Giordano Leardini (Pdl), travestito per l’occasione da non meglio precisato «Comitato F715».
Lui non ha digerito che “Forum” di qualche numero fa titolasse «Una città fondata sulla pasta»; manifesta così il suo disappunto con una puntuale dissertazione ingegneristica – «sarebbe sprofondato, visto le fondamenta fatte con i maccheroni» – seguita da un’illuminante lezione di storia: «la rendo edotto che Morciano è sempre stata una città fondata non sulla pasta ma sul Commercio». Se tanto mi dà tanto, spero che Leardini non veda mai quello spot della «Milano da bere», altrimenti non risparmierà alla Moratti un solenne cazziatone per ricordarle che Milano è una città e le città non si possono bere. Forse è il caso che qualcuno gli spieghi cos’è una metafora, magari aiutandosi con questo esempio: se uno lo accusa di far ridere i polli, non vuol dire che costui si aspetti davvero di sentir sghignazzare le galline ogni volta che parla o scrive Leardini.
«Con voi al comando da un anno stanno morendo i nostri piaceri e quindi le nostre speranze, tutto muore; ma io spero per i morcianesi nella sua palingenesi» E’ il suo grido angosciato, probabilmente accompagnato da uno scaramantico toccamento.
In attesa della palingenesi, invito caldamente Leardini a non abbattersi ed a star su con la vita. Si faccia coraggio, l’Amministrazione non vuole “privarlo dei suoi piaceri” (quali, quelli lasciatigli in eredità da Ciotti?); ed in quanto alle sue speranze, si rassicuri, nessuno gliele vuol far morire. Anzi, ne aggiungo una anch’io: non conosco il “Comitato 715” a nome del quale Leardini firma; per il bene di Morciano, voglio però sperare che gli altri 714 non siano tutti come lui.
Grazie dell’ospitalitè e un cordiale saluto.
Claudio Battazza, sindaco di Morciano di Romagna