Caro direttore,
sono un vecchio azionista di Banca Carim e sono ovviamente dispiaciuto per tutto quello che sta succedendo nella Banca e attorno alla banca. Non mi sembra che ci sia molto amore per un Istituto che da oltre 150 anni svolge un ruolo importante per tutta l’economia della zona, in modo diretto o indiretto; anzi, mi sembra che siano molti quelli che le stanno “sparando” addosso.
Purtroppo la riconoscenza è una caratteristica di pochi. Però, riconoscere è un conto; sbagliare, anche involontariamente, è un altro conto. E mi spiego. Nei giorni scorsi un quotidiano locale titolava “Le azioni di Banca Carim svalutate del 43%”. Nel testo dell’articolo si spiegava come i Commissari nominati dalla Banca d’Italia avessero portato il valore/prezzo delle azioni di Banca Carim da euro 21,00 a euro 11,95, con una svalutazione appunto del 43%. L’estensore dell’articolo, però, si è dimenticato di qualcosa di molto importante che adesso chiarisco e che è facilmente deducibile dal prospetto riportato sul sito di Banca Carim (www.bancacarim.it) Dal prospetto citato si vedono molto bene i dati relativi a: patrimonio contabile, numero e prezzo delle azioni. Le azioni di Banca Carim, nell’ultimo anno, hanno subito la seguente evoluzione in due momenti distinti.
1^ fase: l’Assemblea del 30 aprile 2010 ha deliberato l’aumento di Capitale Sociale gratuito. Due azioni gratuite ogni 5 possedute.
In pratica il numero delle azioni detenute da ciascun socio si incrementava del 40%. Per fare un esempio numerico; chi possedeva 1.000 azioni si è trovato proprietario di 1.400 azioni. Il prezzo/valore delle azioni fissato in euro 21,00 avrebbe dovuto automaticamente scendere da euro 21,00 pre-aumento a euro 15,00 post aumento. (Puri calcoli aritmetici). 2^ fase: i Commissari di Banca d’Italia, attuali amministratori della Banca, hanno prudentemente ritenuto di fissare il nuovo prezzo/valore delle azioni a euro 11,95 con una svalutazione di fatto pari al 20,334%, molto lontana da quel 43% di cui sopra.
Questo valore/prezzo può senz’altro essere considerato corretto in quanto i Commissari di Banca d’Italia, attuali Amministratori della Banca, hanno preso come base per i loro calcoli il Patrimonio contabile al 30.6.10 che aveva già spesato “Rettifiche di valore per deterioramento crediti” (possibili perdite) per 46.810,000 euro.
I commissari hanno calcolato il valore di libro delle azioni (11,95) e fissato il prezzo pari a euro 11,95. Cioè uguale al valore di libro.
(Per valore di libro si intende il Patrimonio diviso per il numero delle azioni). Se fossero stati a conoscenza, o avessero avuto anche solo sentore di ulteriori gravi carenze, avrebbero certamente fissato una valutazione del titolo al di sotto del valore di libro.
In altre parole, possiamo dire che nell’ultimo anno Banca Carim ha conseguito una performance negativa del 20,334%. Non è un dato positivo, ma per valutare bene il livello di negatività, è forse opportuno fare qualche ulteriore considerazione e confronto. Mi sono preso, allora, il gusto di navigare un po’ nel sito di Borsa Italiana e ho trovato alcuni dati interessanti che riporto.
Confronto con i prezzi delle azioni di alcune fra le più importanti banche italiane. Performances dell’ultimo anno 10 nov.2009 – 10 nov. 2010 (Da Borsa italiana – dati completi – 10,11,10)
1. Credito Valtellinese: -45,40%
2. B. Popolare Milano: -42,43%
3. Unipol: -40,39%
4. Banco Popolare: -39,17%
5. Banca Profilo: -35,11%
6. Credito Artigiano: -30,86%
7. Monte dei Paschi: -30,66%
8. Popolare dell’Etruria: -29,73%
9. Unicredit: -27,73%
10. Banco Santander: -26,35%
11. Popolare di Spoleto: -23,48%
12. Intesa San Paolo: -18,62%
Perdita Media: -32,49 per cento.
Le dodici banche su indicate, tutte di prim’ordine e quotate in Borsa, nell’ultimo anno hanno conseguito performances negative che vanno da un -18,62% di Intesa San Paolo al – 45,40% del Credito Valtellinese, con una media complessiva pari a – 32,4942 per cento. Media che risulta più alta di quella di Banca Carim che, come abbiamo visto, si attesta a -20,3334 per cento.
Abbiamo attraversato e stiamo tuttora attraversando un periodo difficile, con una situazione di mercato complicata per tutti. Lo provano gli scarsi risultati ottenuti da quasi tutte le banche del Sistema a causa del deterioramento, più o meno generalizzato, della qualità del credito e delle difficoltà incontrrate anche dalle aziende sane.
Il risultato di Banca Carim, non certificato, ma comunque neppure rettificato dai Commissari nominati dalla Banca d’Italia, sembrerebbe, anche se non proprio positivo, comunque migliore di quello delle banche suelencate. A questo punto non mi resta che augurare un buon lavoro ai Commissari, che sono già all’opera dal settembre scorso, con la fondata speranza che, dopo avere sistemato quelle incongruenze o errori che sono presenti in quasi tutte le strutture complesse, possano al più presto restituire la Banca agli organi istituzionalmente preposti. Cordialmente.
Intervento firmato