– Quadrato il cerchio. Trovati gli equilibri politici. Bilancio culturale in allineamento perfetto. Ma nulla di nuovo sotto il sole, per rubare uno dei passaggi biblici più umani e belli, quello dell’Ecclesiaste e che forse più si attaglia alla Fondazione Cassa di Risparmio, a sua volta azionista di maggioranza, con più del 70 per cento, della Cassa di Risparmio di Rimini, l’istituto di credito che vale circa un terzo della raccolta e degli impieghi della provincia di Rimini. Un’autentica cassaforte che incide sulla società riminese.
Dalla fondazione le due anime della banca sono la cattolica-curiale (sulla quale si innestano e si intrecciano vari rami, come quello di Cl e di Azione cattolica, per esempio) e quella laica (con delle puntate massoniche). A questa si aggiunge il peso della politica, che indica suoi rappresentanti negli organismi.
Dopo le polemiche dimissioni del presidente della Fondazione, Alfredo Aureli (uno dei titolari dell’Scm, cattolico e laico ad un tempo), sostituito dal ciellino Massimo Pasquinelli, è iniziato un giro di valzer per far parte degli organi dirigenziali.
Il cerchio si è chiuso il 29 aprile con l’assemblea dei soci, chiamati a votare il bilancio ed a scegliere il nuovo consiglio di amministrazione della Cassa. Gli osservatori fanno notare che la lista cattolica abbia prevalso. Ma è proprio così? Forse alla fine cambieranno le priorità degli interventi sul territorio, ma non la sostanza. Gli uomini presi singolarmente godono di prestigio, ma gli attori forti sono i cittadini. Se ci sono sono chiamati a battere colpi di civiltà.
Ecco il nuovo consiglio della Cassa: Giuliano Ioni (presidente), Vincenzo Leardini, Fabio Bonori, Franco Paesani, Bruno Vernoccchi, Paolo Salvetti, Carlo Semprini Cesari, Attilio Battarra, Gianfranco Mantellato, Richard Di Angelo, Gianluca Spigolon.