– Alle sette della sera di un venerdì di un giorno normale. E’ l’ora che il Consiglio Comunale di San Clemente ha scelto per riunirsi e dibattere 23 punti, tra cui sei interrogazioni e sei mozioni
Qualcuno ha deciso che alle sette della sera di venerdì di un giorno normale era l’unico momento in cui si potessero discutere argomenti che riguardano tutti i cittadini. Negli anni il Consiglio Comunale (non solo quello di San Clemente) si è svuotato di molta della sua rappresentatività e se un tempo i cittadini che lo frequentavano erano pochi adesso in effetti “la gente” preferisce altro.
Ma “la gente” ha il diritto e può preferire altro; ai politici, che dovrebbero invogliare i cittadini a seguire la vita politica della loro città, invece resta il dovere di consentire ai pochi disperati che lo volessero di essere presenti!
E’ un dovere soprattutto quando hanno chiesto fiducia facendo una intera campagna elettorale all’insegna della promessa di chiarezza e di dialogo. Primo punto del programma elettorale della Lista Civica “Per San Clemente” : “Democrazia e Partecipazione. I cittadini saranno consultati su questioni di rilevante interesse locale… saranno favorite iniziative per coinvolgere la cittadinanza in azioni di impegno civile e sociale. Presso la sede comunale sarà costituito l’U.R.P (Ufficio Relazioni con il pubblico), al fine di rendere più agevole per i cittadini il dialogo con l’amministrazione…”.
Ma due su quattro consigli hanno di fatto escluso i pochi cittadini che avessero avuto la balzana intenzione di partecipare in quanto, se avessero avuto la fortuna di avere ancora un lavoro, a quell’ora probabilmente sarebbero stati impegnati nel rientro a casa. Ma forse i consigli comunali non sono, nell’attuale forma mentis degli amministratori locali e non, cose di cui i cittadini debbano interessarsi. Un altro motivo di distacco della popolazione dal rito del consiglio comunale è lo svolgimento dello stesso.
Si assiste spesso ad un dibattito estremamente tecnico e di corto respiro rispetto alla vita del paese. Si discute spesso per lungo tempo di cose piccole leggendo esposizioni degne di “un giorno in pretura” senza considerare che chi ascolta spesso non può conoscere antefatti e delibere collegate. Sarebbe auspicabile invece, che le interrogazioni fossero presentate “come farebbe un avvocato” ma spiegate come se si stesse parlando all’amico del bar.
In fondo sarebbe bello se alle sette della sera di un giorno normale i consiglieri non si dessero patenti di serietà e si rispettassero di più; sarebbe bello se non si sentissero degli Zorro senza maschera né macchia e cercassero seriamente soluzioni possibili ai problemi.
Alle sette della sera sarebbe bello se i consiglieri non sottolineassero la loro presenza che in fondo è normale visto che nessuno ha posato loro una pistola alla tempia perché si candidassero.
Anche alle sette della sera sarebbe bello assistere ad un Consiglio Comunale in cui venisse riconosciuta democraticamente l’importanza che ha ogni anima politica del paese, superando la sola contrapposizione, limitando il più possibile una sgradevole esposizione personale e ricordando di rappresentare l’intera comunità e non solo se stessi.
Il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca alle cinque della sera celebra la morte del torero incornato dalla bestia; i cittadini di San Clemente sperano che alle sette della sera qualcuno non “incorni” definitivamente l’ultimo brandello di volontà dei cittadini di seguire la vita politica del loro paese. Un passo avanti in questa direzione è, sicuramente, la pubblicazione, ad esempio, dell’ ordine del giorno sul sito Internet del Comune. Prossimo passo potrebbe essere quella del bilancio comunale. Anche alle sette della sera andrebbe bene!