– La Casa editrice Laterza ha deciso di ristampare due libri che contengono idee convergenti, che ci aiutano a capire il mondo nel quale viviamo, e dei quali vale la pena di dire qualcosa.
Uno di essi è stato aggiornato al 2009, e contiene dati e notizie sull’ Italia di oggi: è lo studio di un nostro connazionale che è profondo conoscitore della lingua e della cultura italiane, Tullio De Mauro. Il suo libro s’ intitola La cultura degli italiani, ed appare come una applicazione al “caso Italia” delle considerazioni contenute nell’altro, Postdemocrazia, dell’insigne politologo inglese Colin Crouch.
Che cosa sostiene Crouch? Che oggi non si può più parlare di democrazia. Non ha più senso quella parola magica, aggiungo, imperversante nella propaganda del centro-destra italiano (del tipo: gli Stati Uniti di Bush hanno voluto portare la democrazia in Iraq; oppure: il “popolo delle libertà” è il partito della democrazia in Italia ecc.). Crouch ci dice che a noi è rimasta soltanto la forma, la facciata della democrazia (il diritto di andare a votare ogni tanto), ma aggiunge che dietro la facciata c’è sempre di più il vuoto. Il vero potere non è più del démos (il popolo della lingua greca), perché esso è in mano a pochi detentori delle grandi ricchezze, che per i loro interessi impongono abilmente i loro messaggi e riducono sempre più, a vantaggio dei privati, il controllo della realtà esercitato in passato dai pubblici poteri: tanto più nell’epoca della globalizzazione, con la cosiddetta deregulation, ossia con l’abbattimento delle regole vincolanti per tutti. In Italia i berlusconiani vogliono privatizzare l’acqua; hanno fatto dietro-front dopo aver presentato in Parlamento identico progetto di privatizzazione della Protezione civile, per eliminare del tutto quei controlli che il dottor Bertolaso ammette di non avere esercitato come si deve: donde poi il malaffare che ha procurato il carcere, tra gli altri, al presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, il berlusconiano Angelo Balducci, uomo di fiducia a Propaganda Fide, e donde il trucco consistente nel trasformare in emergenza lavori come quelli del G8 alla Maddalena o come quelli per le Olimpiadi di nuoto del 2009 ecc.; già, perché Berlusconi ha esteso le competenze della Protezione civile anche ai cosiddetti “grandi eventi”, che nulla hanno a che fare con l’emergenza delle catastrofi naturali: un’ autostrada aperta al malaffare!.
De Mauro, dal canto suo, ci dice che è particolarmente grave il caso dell’Italia, un Paese nel quale i due terzi della popolazione non leggono mai né un libro né un giornale, e nel quale all’istruzione e alla ricerca è destinato soltanto il 4,6 % del Prodotto Interno Lordo (PIL), di contro al 10% di Paesi come lo Zimbabwe o lo Yemen! A questo quadro sconsolante chi scrive aggiunge un amaro interrogativo a proposito delle letture di quel 33% di italiani che leggono qualcosa: quanti sono coloro che leggono soltanto gli insulsi rotocalchi che si occupano soltanto degli amorazzi dei cosiddetti VIP, ossia delle tante insignificanti very important persons? Anche essi contribuiscono a svuotare la democrazia come la intende Crouch. Se teniamo conto di costoro dobbiamo dedurne che non più del 30% è la percentuale degli italiani che fanno letture serie. Poiché per i due terzi degli italiani la tv è diventata la sola fonte di informazione, possiamo parlare ormai di videocrazia (la parola greca cràtos significa potere).
Non riesce difficile, stando così le cose, ricavarne il conclusivo bilancio politico ed elettorale. In questi giorni, in cui arrivano al suicidio dei giovani che hanno perso il lavoro, l’area berlusconiana si infittisce di casi di corruzione, che fanno impallidire le magagne del centro-sinistra, che pure non mancano. La questione morale, che Bersani farebbe bene a mettere al primo posto del suo programma, riguarda anche le tasche degli italaiani, perché non è soltanto un problema etico: la Corte dei Conti ha calcolato che essa costa ai contribuenti la bellezza di 50-60 miliardi di euro all’anno.
Ma torniamo a Crouch e a De Mauro. Vogliamo scommettere che quel 70% di elettori che non leggono nulla, o leggono soltanto le baggianate del gossip, e si fanno guidare dal TG4 di Emilio Fede o dal TG1 di Minzolini (che Travaglio chiama Scodinzolini), alle prossime elezioni regionali piemontesi e lombarde, continueranno a votare centro-destra: per il leghista Cota, candidato governatore berlusconiano del Piemonte, e per Roberto Formigoni, il campione di Comunione e Liberazione, candidato governatore berlusconiano della Lombardia? Questa è la democrazia, oggi, in Italia. Anzi, la videocrazia.
Dulcis in fundo. In piena campagna elettorale il segretario di Stato cardinale Bertone è andato a Riccione ad inaugurare, con un discorso sulla dottrina sociale della Chiesa, l’assemblea annuale di Rete Italia, l’organizzazione che fa capo a Roberto Formigoni, presidente berlusconiano della Regione Lombardia. Una cosa simile non si era mai verificata in passato.
di Alessandro Roveri
*Libero docente
dell’Università di Roma