LA CULTURA
di Francesco Toti
– Il misanese Riccardo Gresta è uno tra i massimi studiosi mondiali della ceramica istoriata di Pesaro, Urbino e Casteldurante (l’odierna Urbania). I pezzi di questa scuola si trovano nei maggiori musei del mondo: Louvre (Parigi), Ermitage (San Pietroburgo), Metropolitan (New York), British Museum (Londra). Una sua scoperta nel ’99 fece cambiare i cartigli di un set di 30 pezzzi sparso nelle raccolte sopra citate.
L’ultimo riconoscimento al suo valore è di questi giorni. E’ stato chiamato a far parte del comitato scientifico esecutivo di una mostra che si tiene al Palazzo Ducale di Gubbio. Inaugurata lo scorso 26 giugno, chiuderà i battenti il 30 gennaio del 2011. Si intitola: “La via della ceramica tra Umbria e Marche: maioliche rinascimentali da collezioni private”.
Oltre a far parte del comitato scientifico, il misanese è anche uno dei cinque esperti curatori dei testi e delle schede del catalogo, che reca la prefazione di Timothy Wilson, responsabile dell’Arte dell’Occidente dell’Ashmolean Museum di Oxford, il primo museo pubblico della storia occidentale. Lo studioso inglese è buon amico di Gresta, per il quale ha anche scritto la prefazione ad un suo libro, “Frammenti pesaresi istoriati dalle collezioni Bonali e Ugolini”. Del catalogo umbro il misanese ha firmato oltre 100 pagine, un terzo del totale.
Grande studioso, ma poco conosciuto non solo a Misano. Gresta ha una riservatezza mutuata dal suo professore universitario Pietro Zampetti. Una raffinata mente, il cui valore venne “scoperto” da Carlo Bo, il rettore, soltanto dopo alcuni decenni di frequentazioni.
Gresta è invitato quasi tutti gli inverni a tenere a Riccione delle conferenze. Quest’anno ha raccontato il Caravaggio (1571 – 1610), nei quattrocento anni dalla morte. Lo ha fatto con profondità, rigore e piacevolezza. Un centinaio di persone, ammirate, lo hanno seguito durante il ciclo.