IL FATTO
Il misanese scende in Sicilia, nei motori era entrata l’acqua. Smonta gli iniettori, toglie l’olio. Ripulisce il tutto con la nafta. Tiene il motore acceso tre ore per la verifica. Più che la vacanza gratis, mette in rilievo una delle tante soddisfazioni che Giancarlo (per tutti Egidio) Gennari si è preso in una vita partita in salita, lavorata e gratificata da una professione interessante a tutto tondo: per i problemi affrontati, per le persone conosciute, per i luoghi visitati, senza dimenticare il livello dei ristoranti.
Un’altra soddisfazione che ricorda ha come scenario Punta Ala, Toscana. La Ferretti ha appena consegnato lo yacht, solo che è carente di pressione. Lo chiama il povero Alessandro Ferretti, gli dice che giustamente il cliente è incacchiato e gli chiede se può fare un salto. Là i meccanici vogliono smontare il motore. Arriva il misanese e nota che lo stop del motore è disinserito.
Un’altra volta risolve il problema di uno scafo nuovo fiammante: perde nafta dal serbatoio. Prende armi e bagagli e va. Svuota il serbatoio e lo riesce a saldare snodandosi con un numero da circo. La mattina dopo il proprietario mette in moto: vacanza salva.
E come non ricordare il facoltoso proprietario terriero di Punta Ala che lo chiamava in proprio per il tagliando. Oltre al compenso professionale, gli regalava sempre un suo prosciutto, i suoi vini e altro ancora.
Una soddisfazione particolare giunge nel 2002, Cna-Confartigianato lo insigniscono del Premio artigiano meritevole dell’anno.
Oltre ai tanti appassionati, smanettano con i “suoi“ motori Massimo Boldi, Piersilvio Berlusconi e una lunga ed infinita lista di vip.
Per decenni, fino al 2004, è stato il responsabile del montaggio dei motori della Ferretti Craft, oggi leader mondiale dei motor yacht, nonostante la crisi degli ultimi anni. La sua avventura con la Ferretti inizia nei primi anni ’70 e casualmente. La Ferretti allora era poca cosa; poco più di un sottoscala. Originario di Montalbano, Egidio invece era un meccanico che aveva acquistato il lotto di terra al Villaggio con le cambiali: Quest’ultime comperate con un prestito. Sopra ci tira su l’officina e l’abitazione.
Il caso. Il fratello lavora a Portoverde; un gruppo elettrogeno si bagna. Lo porta al Villaggio; Egidio lo apre e lo fa ripartire. Ma l’acqua aveva toccato anche un Pershing, motore di una barca a vela. Anche questo viene portato da Egidio che lo manda alla casa. Tornato indietro, lo rimonta. Così inizia la collaborazione con Norberto Ferretti. I primi anni sono lenti; non vengono costruite che 2-3 barche a vela e in legno. Poi se ne varano 5-6 l’anno. Da allora è un crescendo; fino ai giorni di oggi: leader mondiale degli yacht. Nel frattempo Ferretti affronta almeno tre rivoluzioni. La prima, gli scafi di legno che abbisognavano dei maestri d’ascia e di molto tempo vengono sostituiti dal vetroresina. Il secondo, si abbandona la vela per i motor sailor. Il terzo, inizia il tempo delle acquisizioni dei marchi concorrenti.
La prima sede Ferretti è a Misano, dietro Oliviero Abbigliamento. Poi si passa a San Giovanni in Marignano. Dopo viene Cattolica ed i vari cantieri in giro per l’Italia: Forlì, Fano, Ancona.
Quando è andato via coordinava uno staff di una decina di persone. Oggi, il suo posto è preso dal figlio Robert, entrato come operaio.
Al signor Egidio non gli si può non chiedere una pennellata su Norberto Ferretti, il fondatore e nocchiero del gruppo. Dice: “Persona bravissima. Quando eravamo piccoli, lavorava insieme a me, mi dava il cambio alla guida per i lunghi spostamenti. Ricevevo sempre qualcosa in più che in meno. E rammento con una certa curiosità quando mi diceva che ognuno ha i suoi problemi: chi delle 100.000 lire, chi del milione. “Come non dargli torto”.