– “Il Paesaggio è il grande palcoscenico in cui si rappresenta oggi il potere italiano. Con modalità nuove, pericolose, il potere della politica”. E’ questa la chiave di lettura che Giuseppe Salvaggiulo, giornalista de “la Stampa”, ha suggerito, davanti a un’ampia e attentissima platea, del libro-inchiesta La colata. Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro.
Nella sala della biblioteca pesarese S. Giovanni il coautore del libro ha offerto l’occasione in un sabato pomeriggio, 23 ottobre, per una densa conversazione sul valore etico e politico del Paesaggio e per una compatta denuncia degli intrecci trasversali del cosiddetto partito del cemento.
“La sfera dell’urbanistica mette pericolosamente a contatto pubblico e privato. I comuni hanno fame di fondi… e ancora detengono il diritto di pianificare lo sviluppo del territorio. I privati hanno i terreni e il modo più redditizio per sfruttarli è ottenere l’edificabilità” si legge infatti nell’introduzione de La colata. Come dire che sulle colate di cemento si è infranta la visione del Paesaggio quale bene comune della memoria collettiva, la “personificazione della Patria” di crociana memoria a cui si richiama Salvaggiulo. Come dire che il bene comune è stato sottomesso dall’interesse particolare. Dimenticando che il Paesaggio non ci appartiene, lo abbiamo solo in prestito, e lo dobbiamo consegnare integro alle generazioni future.
Anche dai nostri amministratori locali la capitalizzazione del suolo viene interpretata solo in termini speculativi e a vantaggio di pochi, anziché come deposito di storia e di bellezza, di ricchezza ambientale e culturale, è stata la corale denuncia del comitato Vallugola Terra Nostra, promotore, insieme al circolo pesarese di Legambiente, della presentazione del libro. Altrimenti non si spiegherebbe, per esempio, la concessione regionale, attraverso l’approvazione del Piano del parco del S. Bartolo, di un aumento del 20% dell’Hotel Capo Est a Vallugola. Oppure la trasformazione di un terreno agricolo in parcheggio privato con annesso chiosco-ristorante di 150 mq. approvata dal Comune di Pesaro, sempre a Vallugola. E, naturalmente, anche in questa logica va iscritto il progetto di ampliamento del porticciolo turistico, ancora a Vallugola, accolto dall’amministrazione gabiccese.
Ne deriva una critica agli amministratori locali a ogni livello, dalla Regione Marche al Comune di Gabicce Mare, passando per quello pesarese, che sembrano, sì, aver colto pienamente il “valore” racchiuso nella baia Vallugola, ma che, anziché conservarlo e valorizzarlo, lo stiano declinando a favore di un’aggressione speculativa disordinata e selvaggia di quel delicato contesto.
Dunque in un’atmosfera di condivisione dell’urgenza di un approccio culturale capace di nuove pratiche di pianificazione che proteggano i valori paesaggistico-ambientali e storici dei nostri luoghi, dal parterre della biblioteca pesarese è arrivato forte l’invito rivolto alla classe amministrativa locale a rendersi semmai responsabile di concrete azioni di salvaguardia dei nostri territori, e non a limitarsi a pure enunciazioni di principio che si smentiscono nei fatti di una devastazione edilizia dissoluta e caotica.
Altrimenti sembra solo fumo negli occhi il programma di una città sostenibile lanciato di recente dal sindaco gabiccese Corrado Curti a fronte di una politica urbanistica che anziché proteggere la bellezza dei luoghi consente, per citare un caso emblematico, di modificare irrimediabilmente il profilo della collina di Gabicce Monte per far spazio a un nuovo complesso sulle ceneri dello storico dancing Marechiaro.