Nella prassi urbanistica americana la stessa infrastruttura è l’unico luogo di proprietà pubblica dove gli americani trascorrono gran parte della loro giornata e svolgono la loro funzione sociale.
Nell’attuale situazione di decrescita, l’infrastruttura diventa un elemento sovra-dimensionato e perciò carico di potenzialità.
La studentessa Roberta Pari, insieme ai compagni di studio Gianmaria Socci e Federigo Luzzi, propongono con la loro tesi di ripensare l’infrastruttura non più come univoco mezzo strumentale, bensì come tipico spazio sociale americano. L’identificazione di un segno infrastrutturale forte in un territorio omogeneo e indifferenziato, restituisce una forma e una identità alla città, fornendo il supporto per lo sviluppo di nuovi spazi sociali nell’epoca della metropoli diffusa.
I ragazzi, per il loro profondo studio sulla metropoli contemporanea, sono stati ben premiati dalla commissione di laurea e saranno presto ospitati nuovamente dalla città di Detroit per esporre la loro ricerca.