– Il nostro tempo può ben essere definito, mutuando una nota espressione dell’Etica di Baruch Spinoza, «l’epoca delle passioni tristi». La tristezza contrassegna il sentire profondo dell’uomo contemporaneo, aldilà di talune manifestazioni di ottimismo tanto ostentato quanto inconsistente.
La crisi della modernità ha prodotto una sfiducia diffusa nella capacità della ragione di dominare il mondo e di orientare la storia verso il progresso. Assistiamo in parte ad una riscoperta della religione, sebbene in chiave assai soggettiva. I più, però, si trovano oggi senza bussola a navigare a vista.
La realtà appare non solamente difficile da comprendere, ma in sé priva di senso. Fatichiamo oltremodo a riconoscerci in essa. Viviamo schiacciati sul presente, all’interno di una società disgregata. Fuggiamo il passato e temiamo il futuro, i rapporti interpersonali vanno dissolvendosi.
Una simile situazione è inevitabile che generi uno stato di infelicità, magari inconsapevole. Sia che l’uomo, ormai solo, insegua il proprio egoismo, facendo di sé un assoluto; sia che viva nella paura di quanto lo circonda od attende, conscio di essere indifeso e vulnerabile davanti alle incognite della realtà esterna.
L’approfondimento di tali problemi e delle possibili soluzioni ai medesimi sarà oggetto delle conferenze organizzate per il prossimo autunno dalla biblioteca comunale di Misano Adriatico a cura del direttore Gustavo Cecchini. Otto gli appuntamenti della rassegna intitolata “L’epoca delle passioni tristi: antropologia del presente”, rassegna in cui assisteremo all’avvicendarsi di insigni studiosi nel tentativo appunto di illuminare le inquietudini che agitano lo spirito del nostro tempo. Esaminiamo in breve il programma degli incontri.
Il ciclo di conferenze verrà introdotto, 8 ottobre, da una relazione di Salvatore Natoli sul tema Tristizia est ipsa cupiditas: genesi della tristezza, dove si mostrerà come quest’ultima derivi da uno scompenso del desiderio, incapace di estrinsecarsi secondo misura, sia quando è inibito, sia quando non ha limite alcuno, riuscendo comunque insoddisfatto.
Seguirà l’appuntamento del 15 ottobre dedicato a Lifting: la passione dell’eterna giovinezza. Qui Carlo Sini indagherà i motivi della spasmodica attenzione riservata oggi all’aspetto fisico, all’apparenza, quasi si voglia esorcizzare la vecchiaia e la morte. Un’esistenza, dunque, tutta votata al presente, estranea al fluire del tempo, che sfugge e da cui si fugge.
Il terzo incontro, 22 ottobre, vedrà la partecipazione del manager Pierluigi Celli e dello scrittore Edoardo Nesi in Passioni fuori corso: per un pensiero affettuoso. Uno scambio di opinioni, a partire dal microcosmo dell’impresa, sull’attuale organizzazione sociale, caratterizzata da una razionalità tecnica la quale mal si concilia con la costruzione di un orizzonte di senso adeguato alle esigenze umane. Conseguenza, la necessità di recuperare una dimensione filosofica in grado di consentire un approccio empatico nel rapportarsi agli altri.
La conferenza del 29 ottobre, su Il desiderio perduto e la stagnazione psichica, sarà invece tenuta da Romano Madera. Il filosofo si interrogherà sulla funzione che la filosofia può svolgere al fine condurre al piacere di vivere. Assunto di partenza, ancora una volta, la condizione di insoddisfazione dell’uomo, considerata causa dello spegnersi del desiderio stesso.
Il 5 novembre terrà banco l’ira. All’Ira: passione furiosa è infatti rivolto l’intervento con cui Remo Bodei ricostruirà le traversie di una delle pulsioni più controverse dell’animo umano. Non sempre essa ha assunto una connotazione negativa, basti pensare all’ira di Dio nell’Antico Testamento. Come distinguere dunque queste differenti tipologie? Quali ne sono l’origine e la manifestazione? Tali le domande cui si proverà a dare risposta.
Sulla fenomenologia di un’altra diffusissima passione, La passione della paura, verterà inoltre l’appuntamento del 12 novembre, Adriana Cavarero, fra le maggiori filosofe italiane odierne. La paura costituisce forse il sentimento che meglio interpreta la nostra epoca. In un mondo, in un tempo oscuri alla vista, tutto rappresenta un pericolo, una minaccia. Così, spaventati, ci isoliamo, diffidenti e disperati. In che modo affrontare la situazione?
L’isolamento, la disgregazione sociale, una realtà non facile da capire rappresentano anche il filo conduttore dell’analisi svolta da Ilvo Diamanti nel suo Sillabario dei tempi tristi, che riproporrà nell’incontro del 18 novembre. La tristezza alla quale allude il politologo è al contempo il portato ed il riflesso della società attuale, le cui molteplici storture saranno sottoposte ad una critica acuta ed ironica.
Infine, giovedì 25 novembre, concluderà la rassegna un duo d’eccezione. Umberto Galimberti e Marco Guzzi dibatteranno su Il più inquietante di tutti gli ospiti: il nichilismo, risalendo alla radice del malessere contemporaneo. Malessere appunto imputabile all’assenza di senso che si evince dalla storia e ci spinge a chiuderci dentro di noi. Esiste una via d’uscita? Si può tornare a sperare? A confronto le prospettive di un laico e di un credente.
Come consuetudine, le conferenze avranno luogo presso il cinema Astra di Misano Adriatico con inizio alle ore 21. L’ingresso è libero, fino ad esaurimento posti.
di Walter Gambuti
OTTO SERATE
Dall’8 ottobre al 25 novembre
– Otto serate con 10 begli intellettuali che si divertono con “L’epoca delle passioni tristi”.
8 ottobre – Salvatori Natoli
15 ottobre – Carlo Sini
22 ottobre – Pierluigi Celli e Edoardo Nesi
29 ottobre – Romano Madera
5 novembre – Remo Bodei
12 novembre – Adriana Cavarero
18 novembre – Ilvo Diamanti
25 novembre – Umberto Galimberti e Marco Guzzi
Le “lezioni” si tengono al cinema “Astra” con inizio alle 21.
Per maggiori informazioni: 0541.618424.