MITOLOGIA E URBANISTICA
Alberto Prioli si è fatto promotore della collocazione di una targa che racconta la costellazione. Peccato che le lettere sono troppo piccole, è illeggibile
– “Una domenica pomeriggio a passeggio per il porto di Cattolica. Noto la bellissima nuova piazza e mi chiedo il significato della sua rappresentazione. Vado da Dorigo Vanzolini (biblioteca) per una eventuale foto della costellazione di Cassiopea. Approfondisco la parte mitologica e mi chiedo che sarebbe giusto che tutti sapessero il significato della piazza che si affaccia sul porto di Cattolica”. Questo è stato il ragionamento fatto da Alberto Prioli e che sulla sua spinta ha portato alla collocazione di una targa che racconta il mito di Cassiopea. Continua nel suo racconto Prioli: “Vado dall’assessore Gerboni e le propongo la collocazione della scheda che possa interessare coloro i quali usufruiscono dello spazio. Lei condivide l’idea. Si fa. La targa viene messa giù in agosto, solo che è troppo piccola. Così i caratteri che raccontano sono troppo piccoli, quasi da impossibile lettura. Insomma, andrebbe rifatta”.
La piazza del Tramonto, sul porto di Cattolica, è stata costruita richiamando i segni della costellazione di Cassiopea.
Cassiopea era la moglie vanitosa e boriosa del re Cefeo d’Etiopia, e si trova vicino a lei in cielo a formare le uniche due costellazioni celesti dedicate ad un marito e a una moglie. Gli autori classici scrivono il suo nome Cassiepea, ma gli astronomi usano Cassiopea. Un giorno, mentre era intenta a pettinarsi i lunghi cappelli ricciuti, osò dichiarare di essere più bella delle Nereidi, le ninfe del mare. Le Nereidi erano le cinquanta figlie di Nereo, il cosiddetto Vecchio del Mare. Una di esse, Anfitrite, era la sposa di Poseidone, dio del mare. Le Nereidi si rivolsero a Poseidone affinché punisse la vanità di Cassiopea, e il dio mandò un mostro a razziare le coste del paese di re Cefeo.
Questo mostro è celebrato nella costellazione della Balena. Per acquietare il mostro, Cefeo e Cassiopea incatenarono la figlia Andromeda su una costa rocciosa per sacrificargliela, ma la fanciulla fu sottratta da quell’atroce destino dall’eroe Perseo in groppa a Pegaso, il suo cavallo alato.
Come ulteriore punizione a Cassiopea toccò girare eternamente intorno al polo celeste, a volte in una posizione poco dignitosa, cioè sottosopra. In cielo è rappresentata seduta sul trono che giocherella con i suoi capelli.
La costellazione di Cassiopea ha una netta forma a W formata dalle sue cinque stelle più brillanti, che scrittori quali Arato di Soli paragonarono ad una chiave o a una porta a fisarmonica.
Fino qui la parte “mitologica” della piazza del Tramonto. Non vanno dimenticati però i retroscena che hanno portato alla sua costruzione. Siamo nei primi mesi del 2007, durante la costruzione della darsena a mare. Improvvisamente nella parte a monte del ristorante La Lampara spuntano 5 chioschi in cemento. Nasce una protesta prima spontanea e poi guidata dal Comitato Fronte del Porto e dall’Arcobaleno.
Una raccolta di firme raggiunge in poco tempo il numero di 2.700. Nel frattempo si scopre che anche a mare della Lampara sono previsti chioschi per circa 380 mq. Insomma una muraglia di cemento che avrebbe nascosto completamente la “cartolina” panoramica più bella della città. La protesta non riesce ad evitare i 5 chioschi già in avanzata costruzione, ma salva l’altra area imponendo un dietro-front all’amministrazione e costruttore.
Insomma, l’attuale piazza del Tramonto esiste solo grazie a quella protesta; mesi di battaglia che coinvolse gran parte della città. Quelli che non hanno la memoria corta, la chiamano Piazza Arcobaleno.