SALUDECIO: la fede
La sua vita. “Mistico asceta terziario francescano agricoltore ospite accogliente pellegrino monaco benedettino taumaturgo”, il beato Amato nacque verso il 1226 da una famiglia di agricoltori benestanti: il padre si chiamava Felice Ronconi, la madre Santa Marchini, il fratello maggiore Girolamo e la sorella minore Chiara. Il fratello maggiore Girolamo “scordevole dell’eterna salute, solo attendea a cumular ricchezza”; sposò una ricca donna del paese, che portò in casa con sé una sorella, che voleva maritare ad Amato. Ma questi già da adolescente aveva scelto di vivere “una santa e religiosa vita”. La sorella Chiara seguirà la scelta religiosa di Amato.
Ci furono presto dissidi nella famiglia, perché la “dissimiglianza de’ costumi suol partorir inimicizia e dar luogo al domestico odio”. Amato fu odiato dalla cognata, accusato di “dapocaggine e d’infingardia” ed infine irriso come pazzo. “Divisa che ebbe l’heredità col fratello, andò ad abitare in una casa, la quale hora è detta “l’Hospitale del Beato Amato” posta nella strada publica, a pie del monte detto li Orciari”. Forse era la casa natale; qui percorse il suo cammino di santità.
Si ispirò alla grandi tradizioni spirituali del tempo. Dall’eremitismo imparò la vita austera di penitenza, dal monachesimo benedettino il gusto della lode di Dio, la giusta scansione dei tempi della preghiera e del lavoro e lo spirito di accoglienza, dal francescanesimo la povertà, la condivisione con i più poveri e l’animo itinerante dell’innamorato di Dio.
Muore il 10 gennaio del 1292 a 66 anni. Tanti i miracoli attribuitigli sia in vita, sia dopo la morte. Le notizie qui raccolte sono tratte da “Religiosità in Valconca”, libro della Bpv.