LA CULTURA
di Angelo Chiaretti
– Il Lions Club International di Cattolica, proseguendo nella sua opera di valorizzazione del patrimonio artistico presente sul territorio, restituisce oggi alla originaria bellezza l’antica tela raffigurante il martirio di san Giovanni Nepumaceno (secolo XIV), custodita all’interno della Cappella del Crocifisso nella Chiesa Parrocchiale di san Michele Arcangelo a Mondaino.
“Vadano alla restauratrice Rosanna Allegri – dice Edoardo Guidi, presidente del Lions Club Cattolica – le nostre migliori congratulazioni per aver vinto, ancora una volta, la sfida contro l’attacco del tempo e l’incuria degli uomini, che nei secoli avevano oscurato un’opera tanto preziosa.
Vi si leggano i particolari che l’anonimo pittore ha voluto mettere in risalto: la dedizione sacerdotale al segreto della Confessione, pagata a caro prezzo con l’annegamento nelle acque vorticose del fiume, mentre sul ponte sfilano squallidi fantasmi di donne e uomini di corte minacciati dall’integrità del Santo, riportata nel cartiglio dipinto in bella mostra ai piedi della croce”.
“Un ringraziamento – continua il presidente Guidi – vada anche alla Soprintendenza Regionale ed al parroco Giorgio Budellini, che hanno messo a disposizione l’opera e facilitato ogni volta gli interventi di recupero, ma anche ai soci che ne hanno seguito il percorso ed alla Banca Malatestiana, che ha concesso un fondamentale contributo finanziario.
L’occasione è stata per me straordinariamente propizia e suggestiva, poiché mi ha consentito, per un verso, di arricchire l’anno di presidenza del Club e, per l’altro, di rivivere atmosfere ed emozioni che custodisco nel cuore e nella mente fin da bambino, quando assistevo ammirato alle creazioni pittoriche di Bruno Guidi, mio indimenticato ed indimenticabile padre”.
Cappella, scrigno d’arte
La Cappella del SS. Crocifisso torna oggi ad essere uno scrigno di fede religiosa e d’arte: il meritorio intervento del Rotary Club di Riccione e Cattolica nello scorso anno ha provveduto, per un verso, a restaurare le opere murarie e pittoriche, ripristinare le antiche volumetrie, fornendo l’occasione anche per una rivisitazione delle reliquie di S.Feliciano (custodite nell’altare), che ha dato risultanti veramente sorprendenti.
Per altro verso, vi ha fatto collocare (Fecit fieri) una splendida immagine della beata Elisabetta Renzi, intitolata L’innamoramento di Elisabetta, mondainese fondatrice dell’Ordine delle Maestre Pie dell’Addolorata. Ho già avuto modo di sottolineare in quella felice occasione quanto la giovane fosse dedita al culto del Crocifisso ligneo custodito nella Cappella e come la nascita dell’Ordine sia legata alle grazie che, ufficialmente a partire dal 1560 (come ho dimostrato nel mio libro Il Crocifisso miracoloso), quello straordinario manufatto dispensa a quanti gli si rivolgono in preghiera.
Che la Cappella del Crocifisso sia un sacro scrigno è testimoniato, poi, dalla presenza della bellissima Madonna delle Grazie (forse proveniente dall’omonima Chiesa, disgraziatamente atterrata… senza motivo negli Anni Cinquanta), che i Mondainesi fecero realizzare come ex voto all’indomani dello scampato pericolo corso in occasione del passaggio delle truppe napoleoniche (marzo 1797), che invece distrussero, incendiandolo, il vicino castello di Tavoleto: Bruserons Tavolon!, cantavano sprezzanti per le strade di campagna).
Nella Cappella, infine, fedeli e visitatori possono ammirare l’antichissima gran lapide sepolcrale romana che il giovane Kario Giustino dedica alla madre Karia Eufrosina, definendola pientissima.
Restava da valorizzare, dunque, la tela annerita raffigurante il martirio di S.Giovanni Nepomuceno, a cui fino ad oggi, nonostante la sua straordinaria bellezza e l’enorme significato teologico-religioso, sono state riservate ben poche attenzioni, al punto da essere scambiata dai più come un semplice ex-voto di un sacerdote scampato a qualche persecuzione!
I critici d’arte e gli storici si stanno chiedendo come sia giunta a Mondaino un’opera così importante riferita ad un Santo sicuramente introvabile nelle piccole comunità locali, tuttavia a me sembra che la risposta sia abbastanza agevole e credibile: tanto merito va attribuito ai Padri della Compagnia di Gesù (i cosiddetti Gesuiti), che si stabilirono a Mondaino nel 1622, fondandovi la Chiesa di S.Filippo Neri o di Santa Croce (appunto!) chiamati dalle ricche famiglie possidenti (fra essi sicuramente sono da annoverare i Renzi; il caso, mai casuale, vuole che la piazza dove sorgeva l’edificio religioso sia dedicata alla beata Elisabetta Renzi), ) e vi restarono, con alti e bassi dovuti agli scontri con i frati francescani fino alla soppressione dell’Ordine, avvenuta nel 1773 (guarda un po’ !) ad opera di papa Clemente XIV, quel
Giovanni Vincenzo Antonio Ganganelli che nel 1723, all’età di diciassette anni, vestì l’abito francescano proprio nel convento mondainese di S.Francesco a Monte Formosino!
Quel che, invece, mi sta appassionando è la ricerca d’archivio che potrebbe permettere di risalire all’autore della tela, che dovrebbe essere veramente prestigioso dal momento che i Gesuiti affidavano le loro committenze artistico-religiose solo a grandi Maestri. E già qualche ipotesi clamorosa si affaccia all’orizzonte!
Infine, mi piace sottolineare come, ancora una volta, l’occasione del restauro sia coincisa con il mio ritrovamento sul mercato antiquario fiorentino di un raro volume stampato nel 1729 (anno della beatificazione del Nepumaceno) contenente ben 33 (il numero fu evidentemente voluto, poiché riferito agli anni del Cristo Crocifisso) meravigliose incisioni che riassumono la vita del Santo con l’espressività e l’agilità di un moderno fumetto!
Pertanto mi auguro che la loro eccezionalità e gli approfondimenti che consentono nei diversi piani della fede e dell’arte mi offrano la possibilità di dar luogo, quanto prima, ad una pubblicazione divulgativa, che permetta di ammirarle e di conoscere la vita e le opere di Giovanni Nepomuceno, il quale nel XIV secolo poté vivere con il martirio la dimensione più alta e beatificante del sacerdozio.
Giovanni (Jan) Nepomuceno, ovvero di Nepomuk (Nepomuk, prima del 1349 – Praga, 16 maggio 1393), è stato un sacerdote boemo, canonico nella cattedrale di Praga e predicatore alla corte di re Venceslao. È stato proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1729: è patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento. La sua festa cade il 20 marzo.