BANCHE ED ECONOMIA
di Francesco Toti
– La Cassa di Risparmio di Rimini è stata commissariata da Bankitalia lo scorso 4 ottobre, festa di San Francesco, attorno alle 15. Nello scarno comunicato ufficiale di Bankitalia si legge: “Per gravi irregolarità nell’amministrazione e violazioni normative, gravi perdite patrimoniali, nonché per gravi inadempienze nell’esercizio dell’attività di direzione e coordinamento del gruppo bancario, con particolare riferimento alla controllata Credito Industriale Sammarinese (Cis)”.
Una mazzata sull’istituzione finanziaria della provincia di Rimini che vale circa un terzo della raccolta ed un terzo degli impieghi del territorio.
Dallo scorso febbraio fino alla fine di giugno, in casa Carim sono arrivati per un controllo di routine gli ispettori romani. C’erano stati dei rilievi e delle ammende amministrative. Il vertice della banca per voce di Gianluca Spigolon, neo vice-presidente, le aveva archiviate pubblicamente con questa immagine: “Una piccola infrazione per essere passati col rosso”.
Invece, c’era dell’altro. Ma che tipo di irregolarità deve aver commesso la Carim? Nei rilievi della Banca d’Italia ci sono le tre cornici. Ecco alcuni soggetti del quadro economico. Una, la Cassa aveva concesso crediti ulteriori ad aziende in crisi che andavano fatte fallire. Più fuori provincia che nel nostro territorio; ad esempio la Merloni si è portata con sé 20 milioni di euro.
Un’altra risposta è questa. Gli ispettori Bankitalia evevano chiesto i nominativi degli affidamenti del Cis, la banca sammarinese che appartiene al 100 per 100 allla Carim. La risposta dalle Tre Torri è questa: “Qui la legge tutela il segreto bancario, non vi possiamo dare i nomi”.
Fondazione
Gli amministratori della Fondazione Cassa di Risparmio, che detiene il 70 per cento delle azioni della Carim, fanno sapere che la banca è solida e ben patrimonializzata. Dunque, nessuna paura che possa implodere.
Tale stato della Carim significa che la Fondazione riceverà pochi utili, o punto, con pesanti ripercussioni sul territorio. Sul breve periodo: niente teatro Galli, niente auditorium, niente fossato di Castel Sismondo?
Il 28 settembre, due giorni prima che Giulio Tremonti firmasse il commissariamento chiesto da Bankitalia, i vertici Carim presentano la situazione economica dei primi 6 mesi dell’anno. Andiamoli a vedere questi indicatori.
La percentuale del danaro non restituito alla Cassa di Risparmio di Rimini è raddoppiato, pari a circa 125 milioni di euro. Il rapporto sofferenze lorde (soldi non restituiti) impieghi (soldi prestati) nei primi sei mesi del 2010 è stato del 4,33 per cento; erano del 2,01 per cento nello stesso periodo dell’anno prima. Gli amministratori della Carim sono corsi ai ripari mettendo in bilancio, alla voce accantonamento, 46,4 milioni di euro. Erano 9 milioni nel 2009. C’è stato un incremento del 500 per cento. Lo speciale fondo di accantonamenti passa da 82,9 milioni a 130,8 milioni.
Tale indicatore dà il senso del vero stato dell’economia della provincia di Rimini.
“La chiave di lettura dei dati economici – argomenta Giuliano Ioni, riconfermato presidente della Cassa – evidenziano la nostra prudenza. Accantoniamo oggi pensando al domani; ma è chiaro che gli accantonamenti non sono perdite. La politica adottata penalizza il nostro bilancio; invece se avessimo fatto i banchieri noi avremmo avuto risultati diversi, ma l’economia della provincia avrebbe sofferto. Da parte nostra ogni imprenditore ha trovato una risposta alle difficoltà momentanee. La nostra missione che è quella di andare incontro all’economia locale, ancora una volta è stata riconfermata”.
Insomma, una Carim, previdente e prudente sul futuro e che si prepara al peggio, svolge al meglio il suo ruolo, dopo la sbornia finanziaria degli ultimi 10 anni. Che come dice il professor Stefano Zamagni, preside di Economia e commercio a Bologna, aveva bisogno di due ingordi: il finanziere-bandito e il cliente-un po’ così che attendeva guadagni stratosferici senza lavorare. Quando, nell’economia reale non esiste nulla di simile ad un pasto gratis, tanto per scomodare un altro fuoriclasse dell’economia, Paul Samuelson, il manuale del Premio Nobel (Economia, Zanichelli) è stato venduto in milioni di copie nel mondo.
La Carim, con le sue 54 filiali, vale circa un terzo della raccolta e degli impieghi nella provincia di Rimini. Nei primi sei mesi di quest’anno la raccolta globale ha toccato i 5,65 miliardi di euro (+3,97 sul 2009). In aumento anche gli impieghi, + 4,51%, per un ammontare di 3,14 miliardi.
Un dato chiave dell’andamento di un’azienda è il Mol (Margine operativo lordo), ovvero l’utile prima delle imposte e degli ammortamenti. Ha subito una flessione del 44,58 per cento, da 31,8 milioni a 17,6 milioni.
Bankitalia
Gli ispettori della Banca d’Italia hanno controllato la Carim dal 3 febbraio al 24 giugno. Ipotizzate irregolarità che potrebbero significare sanzioni. Un mese di tempo per le contro-deduzioni. Claudio Grossi, il vice-direttore generale: “I rilievi aiutano a migliorare”.
Piccolo passo indietro. Il bilancio 2009 Carim si è chiuso con 50 milioni di sofferenze e 110 milioni di cosiddetti incagli. Dieci anni fa le sofferenze erano sull’1 per cento.
INDICATORI
Accantonamenti, 130 milioni
– Ecco i principali indicatori economici della Carim nei primi sei mesi 2010 risopetto allo stesso periodo del 2009.
Raccolta diretta: 3.718 milioni (erano 3.740)
Raccolta indiretta: 1.939 (1.671)
Raccolta globale: 5.657 (5.411)
Impieghi: 3.138 (3.066)
Rapporto sofferenze lorde/impieghi lordi: 4,33% (2,01%)
Fondi svalutazione crediti: 130,8 milioni (82,4)
Mol: 17,6 milioni (31,8 milioni)
Dipendenti: 841 (800)
Sportelli: 116 (111)