LA RIFLESSIONE
– Stefano Vitali è un rivoluzionario nella sostanza, mica a chiacchiere. Ha portato sobrietà nelle stanze del potere della Provincia di Rimini; potrebbe quasi quasi essere preso ad esempio oltre che nelle regioni cosiddette di centrosinistra, anche nel resto dell’Italia. Il suo comportamento è più calzante per i paesi calvinisti che per le latitudini italiche.
Ha promesso molto nella campagna elettorale; coloro i quali che non lo conoscevano avevano portato sotto la luce della ribalta una serie di episodi di gioventù che lasciavano aperti molti dubbi. Invece, nel potere della Provincia ha portato una sobrietà nei modi e nella sostanza degna davvero del suo padre spirituale, don Oreste Benzi.
Ha fatto infuriare mezzo mondo con le sue dichiarazioni spesso controcorrente e poco politiche; ma è solo così che può avere consenso e credibilità. Il rapporto tra elettori e politici è molto simile alle relazioni padri-figli: la predica che funziona è l’esempio dato giorno dopo giorno. Non dire: io so fare, ma fare al meglio delle proprie possibilità.
Andiamole a vedere queste piccoli-grandi rivoluzioni di Vitali.
Lo staff della presidenza è passato dalle dieci unità del predecessore Nando Fabbri a sette. Proiettato su cinque anni c’è un risparmio di alcune centinaia di migliaia di euro.
Altro taglio presidenziale è avvenuto sul cosiddetto fondo della presidenza. Vitali lo ha completamento azzerato, spargendolo nei vari assessorati.
Altra forma di risparmio è avvenuto accorpando la comunicazione. Ad esempio, l’assessorato al Turismo aveva un suo addetto stampa part-time che percepiva circa 40.000 euro l’anno. Non è stato rinnovato l’incarico.
Altra sforbiciatona è avvenuto sulle indennità degli assessori; decurtate del 10 per cento. Per curiosità, l’emolumento di un assessore è di 2.030 euro lordi. Mentre il gettone dei consiglieri provinciali è stato tagliato del 40 per cento.
Altri piccoli sforbiciate sulla mazzetta dei giornali. Prima dell’era Vitali, ogni assessore beneficiava dei tre quotidiani locali, più una testata nazionale a scelta, più un settimanale nazionale.
Altro esempio di sobrietà nella gestione delle carte di credito. Ogni assessore aveva la proprio. Ora ce n’è una sola che gira, a seconda della bisogna, per tutta la giunta. Sempre gli assessori possono viaggiare in aereo ma in seconda classe; è rimasta invece la prima classe in treno.
Ed ancora. I buoni pasto non vengono più rimborsati.
Quattro i cardini del governo di Stefano Vitali. Il primo: dobbiamo essere da esempio.
Il secondo: dobbiamo essere presenti in mezzo al territorio ed in mezzo ai cittadini.
Il terzo: nelle risposte dell’amministrazione ci vuole velocità; spesso la macchina pubblica è troppo lenta rispetto al cittadino ed al suo territorio.
Il quarto: autonomia agli assessorati.
Lo aveva promesso durante la campagna elettorale, e la mantiene. La giunta provinciale fa il giro dei 27 Comuni della provincia per conoscersi e affrontare le proprietà per lavorare tutti nella stessa direzione.
C’è chi dice che Vitali, uomo del borgo San Giuliano cresciuto all’ombra di Oreste Benzi, si comporta così perché nelle casse non c’è una lira. Non sempre i mali vengono per nuocere. La sobrietà prima ancora di un approccio economico, è stile di vita.