L’INTERVISTA
– Sandro Tiraferri è stato il politico più potente degli ultimi 30 anni di vita politica misanese, quasi metà dei quali (1992-2004) passati come sindaco. Nell’87, dopo le dimissioni di Salvatore Mordini diventa consigliere comunale. Nell’89 subentra a Giancarlo Ciaroni come assessore. Già consigliere provinciale, già consigliere di amministarzione di Aeradria e Convention Bureau, Oggi, è presidente di Hera Rimini. Abile nella retorica, racconta la sua visione di Psc (Piano strutturale comunale), il vecchio Prg, al quale si sta lavorando.
Che cos’è per te il Psc?
“E’ un moderno strumento di pianificazione urbanistica che aggiorna il vecchio Piano Regolatore. L’importante è con quali contenuti verrà riempito”.
La Regione indica che va scritto attraverso un percorso partecipato, a Misano si è partiti nel gennaio 2010, ma ancora non ci sono stati incontri con i cittadini e le categorie economiche, qual è il tuo punto di vista?
“La procedura per l’approvazione prevede la partecipazione dei cittadini e delle associazioni; del resto non sarebbe concepibile programmare il futuro urbanistico e di conseguenza economico e sociale di un territorio, senza una vera e attiva partecipazione di tutta la comunità. Poi naturalmente a chi ha la responsabilità del ‘governo’ spetta, ovviamente, di fare le scelte, che come sempre possono essere più o meno condivise. Certamente questa è la linea che seguirà la nostra amministrazione comunale a partire dal sindaco Giannini e la sua giunta. In diverse occasioni, sia il sindaco che l’assessore si sono espressi in questa direzione.
Ci sono già stati alcuni incontri preliminari con le categorie economiche e con i partiti tempo fa. Poi, almeno così mi risulta, il cosiddetto ‘ufficio di Piano unico’ per i comuni di Misano e San Clemente hanno iniziato a lavorare soprattutto, su quest’ultimo”.
I Prg in genere premiano poche persone (chi può tirare su un grattacielo e chi non può aprire una finestra) che cosa fare per eliminare tale contraddizione?
“Non penso che sia così, mi riferisco a Misano che ovviamente conosco bene. Le scelte urbanistiche si fanno con l’obiettivo di migliorare la propria città, il proprio territorio e nell’interesse generale e le scelte possono essere opinabili e a volte risultare anche sbagliate, succede. Questa è la regola.
Grattacielo e finestra? Non tutte le aree sono uguali, facciamo un esempio. Il signor Rossi è proprietario di una vecchia casa, ben conservata, e ubicata in un ‘ghetto storico’, quella casa verrà censita ed inserita in un elenco di beni storici testimoniali da tutelare ed è molto probabile che in effetti non possa aprire nemmeno una finestra.
Al contrario il signor Bianchi è proprietario di un terreno, magari non lontano dal mare, molto utile alla collettività per farci un parco, un giardino, un parcheggio, o più semplicemente per costruirci un moderno albergo, ebbene in questo caso, è previsto che egli possa costruire un ‘palazzo’, ma attraverso la ‘perequazione’, e cioè, cedendo la maggior parte della propria area al Comune e realizzando infrastrutture pubbliche.
Non si può consentire a tutti quelli che hanno la proprietà di un terreno in campagna, di costruire una nuova casa, se no, a Misano, che territorialmente è prevalentemente campagna, avrebbe un incremento edilizio abnorme e deturpante.
Come si può ben capire non è semplice eliminare quella che tu chiami contraddizione è così nei fatti.
Per il premio a poche persone certamente, il problema esiste, in giro per l’Italia, poi, se ne sono viste di tutti i colori, ma tornando a Misano e al Prg del 99 posso dire che nei nuovi comparti già è prevista una forma di ‘perequazione’ ed il Comune ha ricavato aree per opere pubbliche e che comunque le persone interessate alla possibilità edificatoria sono state centinaia, poche, nella zona mare, di più a monte della ferrovia e in tutte le frazioni storiche, Misano Momte, Cella, Scacciano, Villaggio Argentina, per finire con Santamonica e Belvedere, sono dunque state premiate poche persone ? No, e chiunque dia un’occhiata a quel Prg se ne può rendere conto”.
Tu, quando eri Sindaco, nel 99 con il Prg, hai raddoppiato il numero degli abitanti (da 10.000 a 20.000) hai dei rimpianti?
“Sento ogni tanto questa affermazione critica (da 10.000 a 20.000 abitanti) non scherziamo, come se a decidere il numero degli abitanti fosse il Prg e non invece il prezzo delle case, l’appetibilità del luogo, le occasioni di lavoro l’aumento demografico ecc.
Prova ne sia che a tutt’oggi, dopo 12 anni (tra l’altro un periodo di notevole sviluppo edilizio e di forte crescita economica) siamo a circa 12.500 abitanti. Come vedi questa dei 20.0000 abitanti è una sciocchezza.
In verità il Prg 99 ha ripreso, in generale, il disegno urbanistico del precedente Prg, aumentando di poco gli indici e le aree edificabili adeguandolo ai nuovi piani sovraordinati, Provinciale e Regionale, ed ha inserito nelle norme, già allora, la famosa perequazione.
Quel Prg è stato il frutto di circa cinque anni di lavoro, incontri, riunioni, dibattiti a decine in tutte le sedi. A dodici anni di distanza rivendico, non per me, ma per quell’amministrazione e per i partiti che allora la sostenevano di aver fatto un buon lavoro.
Si pensi che solo nella zona mare, nelle cosiddette Aree Ceschina su un totale di circa 500.000 mq. di terreno circa 300.000 saranno ceduti al Comune e sui restati 200.000 circa possono essere costruiti poco più di 40.000 mq, con destinazione sia alberghiera che commerciale che residenziale. Credo che l’incremento di mattone previsto, costituisca una piccola percentuale di quanto è già costruito a mare della ferrovia, e poco più dell’1% di tutta Misano a mare della statale.
E poi non dimentichiamo che la spiaggia di Misano con qualla operazione, è diventata in massima parte del Comune e che tutte le opere pubbliche di questi ultimi dieci anni nella zona mare (lungomare, strada di scorrimento, parcheggi ecc.) sono state possibili solo grazie a quel Prg.
Così anche nel resto del territorio. Ricordo la difficilissima situazione di Santamonica e Belvedere dove si dovevano acquisire metà delle aree sul Conca ormai vincolate, e sistemare centinaia di proprietari con una norma complicatissima, e in molti se lo ricorderanno, eppure, in modo bonario siamo riusciti a sistemare quasi tutto e tutti.
Aggiungo che spesso sento usare la parola cementificazione, a volte con cognizione di causa, ma spesso un po’ a vanvera, perché va di moda. Secondo me a Misano non si è certo cementificato, anzi. Alcuni rimpianti li ho, mi riferisco ad alcune questioni che nonostante tutta la buona volontà non sono riuscito a portare in porto”.
Tre punti da inserire nel Psc per il turismo, per le famiglie, per gli imprenditori.
“Per il turismo. Mettere a disposizione arre pubbliche per opere di riqualificazione, usare la fantasia per trovare una norma che aiuti le attuali strutture turistiche a dotarsi dei servizi necessari.
Per le famiglie. Maggior impegno rispetto al passato per edilizia convenzionata.
Per gli imprenditori. Continuare nella politica da un lato, di consentire l’accesso a buon mercato alle aree produttive. Dall’altro sbloccare finalmente quelle già previste, aree tutte che dovranno essere dotate di maggiori servizi alle imprese ed ai lavoratori e soprattutto ecologicamente attrezzate per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
La voce popolare dice che già le terre passano di mano in vista del prossimo Psc qual è il tuo punto di vista?
“Le voci popolari hanno sempre un fondo di verità ed è possibile che questo avvenga, ci può essere qualche furbo però escludo che i nostri amministratori siano sprovveduti o peggio ancora, disonesti, per consentire questo.
Poi, per quanto è stato riferito nei primi incontri non pare che il Psc possa essere molto espansivo visto anche i limiti posti dal Piano Territoriale Provinciale”.
L’articolo tre della Costituzione afferma che lo Stato deve rimuovere gli ostacoli di ingiustizia tra i cittadini, i Psc che premiano pochi a danno di molti, quale riflessione ti suggeriscono?
“Non condivido l’affermazione che i Psc premiano pochi a danno di molti, mi sembra una frase fatta. Si fanno (con le leggi vigenti) per migliorare la propria città e per disegnarne il suo futuro perseguendo l’interesse generale e quindi di tutti. Poi c’è chi possiede una, due o tre case, chi diversi terreni e chi invece paga l’affitto ma questa è un’un ingiustizia che non può certo risolvere il Psc. Infine la riflessione che posso fare, dopo tanti anni di esperienza, è che nel nostro Paese servirebbe una legge che davvero rivoluzionasse il regime dei suoli, allora cambierebbe davvero tutto”.
IL PUNTO
Psc, il Comune sta giocando con i nostri prossini 30 anni
– Il Comune di Misano sta giocando con la vita dei misanesi dei prossimi trent’anni. Infatti, sta “riflettendo” sul Psc (Piano strutturale comunale), quello che un tempo era il Prg (Piano regolatore comunale). La prossima legge urbanistica inciderà sull’esistenza vera dei 12.500 cittadini. C’è chi diventerà ricchissimo (“i soliti noti” di Adriano Torsani) e chi non potrà aprire neppure una finestra. Gli amministratori hanno chiamato il futuro “Misano Adriatico, una città accogliente”. Finora sul Psc è stata fatta una sola riunione con i cittadini su imbeccata del Pd.