L’INTERVISTA
di Matto Marini
– Da più parti il discorso è lo stesso. Ricominciare dalla base, riprendere in mano il timone cominciando dalle cose più elementari. In una fase come questa Enrico Angelini, per tutti Chicco, spiega che è necessario ricompattare il gruppo, inverando il concetto di “democratico”, attributo del suo partito. Ha 41 anni, nato a Montecerignone, la passione per la vela. Da ragazzo aveva la tessera dei giovani comunisti. Poi l’esperienza negli anni ’90 con i Ds in Consiglio comunale e capogruppo Pd durante le legislature di Daniele Imola.
Da sei mesi è segretario del partito a Riccione, compito non facile, eletto tra i Galli boys per fare da “contrappeso” all’amministrazione di Massimo Pironi. Dissonanze interne e dissapori di politica provinciale, dove Rimini sta al centro e gli altri chissà.
Bel periodino per fare il segretario Pd a Riccione. Come va?
“Eh diciamo che bisognava riprendere in mano da zero la situazione. Negli ultimi sei mesi del precedente segretario la situazione si era un po’ persa. Per i motivi che conosciamo, di carattere strettamente personale, di Sauro Tonti. Il clima non era sereno e la fase congressuale porta sempre un po’ di confusione”.
Da cosa si comincia per rimettere mano a questa confusione?
“La questione più importante è quella, se vogliamo, dell’organizzazione spicciola. Il contatto con la gente, rimettere al lavoro i circoli, riattivare i forum e il tesseramento. Soprattutto per quest’ultimo ci sono stati sei mesi di vuoto all’inizio del 2010. E poi ridare senso logico all’azione politica perché l’amministrazione è stata abbandonata un po’ a sé. La mia elezione, con una percentuale di preferenze che i giornali hanno definito “bulgara”, è il segnale dell’intenzione di ritrovare un filo unitario in questa azione”.
Le difficoltà della giunta si sono viste in consiglio.
“Quella è stata l’apoteosi, dove si è vista la totale mancanza di filtro politico. Una protesta plateale che non aveva nulla nel merito della decisione amministrativa, ma tutta politica”.
La sua elezione è stata un modo per riequilibrare la ripartizione delle forze, tra amministrazione “pironiana” e guida del partito ora ai “Galli boys”. I risultati si vedono?
“Sì, sono stato aiutato enormemente da tutti. Lo spirito condiviso del congresso ha fatto emergere il senso di responsabilità nei gruppi dirigenti. Avere vicino l’esempio di quello che è successo a Cattolica ha lasciato il segno”.
Quindi i rapporti con l’amministrazione sono buoni? C’è intesa?
“È stato necessario fare uno sforzo. Mi piacerebbe parlare più di politica che di amministrazione. C’è la tendenza a far prevaricare questo aspetto. Con il sindaco in passato non ci sono state molte frequentazioni, nonostante questo abbiamo ritrovato chiarezza e consapevolezza dei rispettivi ruoli”.
Rispetto alla precedente segreteria come state lavorando?
“Il partito ha uno statuto e un codice etico, un progetto ereditato da Sauro Tonti. Ora stiamo tentando di lavorare in tre direzioni. Sul lavoro e le politiche di bilancio e welfare, un’analisi progettuale per riportare al centro la politica della persona e concentrare i tagli su altri settori. Poi i forum sul territorio, con l’approvazione del Poc, turismo ed economia. Attraverso i forum nella sede vengono avviati percorsi logici alla fine dei quali si arriva al partito e alle proposte concrete”.
Prima si parlava di tessere. Qualche numero?
“Rispetto a sei mesi fa abbiamo recuperato tantissimo. C’è stato un periodo di stallo, come dicevo, nel quale non era stato fatto nulla. Siamo circa a 650 tessere, un centinaio in meno rispetto a un anno fa. Ma è stato fatto tutto negli ultimi mesi quindi secondo me è un buon risultato. Questo si accompagna al recupero della presenza sul territorio, abbiamo organizzato appuntamenti aperti ai quali abbiamo calcolato, hanno partecipato più di 800 persone”.
Quali sono le zone più “fredde”, che vi mettono di più in difficoltà?
“Sono quelle della fascia a mare, Abissinia, Alba, zona parco”.
Cioè quelle più ricche e importanti per l’economia del territorio. Come si risolve?
“Massimo Pironi ha comunque vinto bene anche i questi quartieri. Ora siamo in una fase interlocutoria, di cambiamento. L’amministrazione si deve mettere in gioco anche con i privati, come sta succedendo con il Palas. Nel 2010 la valutazione è stata sulla quantità, su ciò che si è costruito. Adesso è il momento di gestire bene. Se siamo bravi facciamo funzionare quello che abbiamo: il Palariccione ne è un esempio. L’amministrazione ha dimostrato di prendere di petto una situazione complicata e risolverla in modo tempestivo”.
Come sono i rapporti con la politica provinciale?
“Il capoluogo storicamente non ha mai svolto il suo ruolo ideale, perché impone le scelte con una visione riminicentrica invece di condividerle con il territorio. Diciamocela tutta, la scelta del Palas è stata senza una logica. Ora dobbiamo solo pensare a una coabitazione, se l’ottica sarà quella del conflitto partiremo svantaggiati. Oppure il Car e la Fiera, che andavano costruite sulla consolare invece che a Rimini nord. È un dibattito ventennale, certo, ma lo stesso discorso si può fare sulla viabilità, per la quale a Rimini sud serve un piano che non c’è. Però io magari sono di parte perché riccionese… con Gobbi e Vitali l’aria sembra cambiata. Stiamo a vedere”.
Qualche rimprovero al suo partito?
“Al Partito democratico rimprovero di non essere abbastanza… democratico. Sia a livello nazionale che locale. Si tende a dare più importanza agli equilibri interni e alla pluralità di posizioni rispetto alle scelte. In democrazia invece la maggioranza decide e poi si fa fronte comune e la minoranza si deve adeguare. Il mio mandato ha questo obiettivo”.
Giunta. Le difficoltà della giunta si sono viste in consiglio. “Quella è stata l’apoteosi, dove si è vista la totale mancanza di filtro politico. Una protesta plateale che non aveva nulla nel merito della decisione amministrativa, ma tutta politica”
Provincia Riminicentrica
“Il capoluogo storicamente non ha mai svolto il suo ruolo ideale, perché impone le scelte con una visione riminicentrica invece di condividerle con il territorio. Diciamocela tutta, la scelta del Palas a Rimini è stata senza una logica”
Pironi solista
“Con il sindaco Pironi in passato non ci sono state molte frequentazioni, nonostante questo abbiamo ritrovato chiarezza e consapevolezza dei rispettivi
ruoli”
Riccione fredda
“Sono quelle della fascia a mare, Abissinia, Alba, zona parco”