CIVILTA’
di Matteo Marini
– Sei bambini, sei bebè. Sono loro il volto più bello del progetto dell’autocostruzione a San Giovanni. Il primo in tutta la provincia di Rimini. Il cantiere accanto alle case popolari ha tutta una sua storia, che tra poco, finalmente, avrà termine. A giugno Gian Pietro Bonomi, presidente di Ariacoop, consegnerà le chiavi delle case alle 18 famiglie dei soci della cooperativa, spariranno le transenne e piano piano anche la polvere di un cantiere lungo tre anni.
Sei bambini sono nati, da quando sono partiti i lavori nel 2008. Un segnale di ottimismo con lo sguardo rivolto al futuro, non c’è che dire. Il futuro rappresentato da una casa nuova e di proprietà costata la metà del prezzo di mercato. Autocostruzione significa che i proprietari sono anche operai, idraulici, falegnami e lavorano in prima persona alla realizzazione della casa. Ogni famiglia ha impiegato 1.600 ore di lavoro, distribuite per tutte e tre le schiere, la cui costruzione è proceduta di pari passo così come la consegna, tra pochi giorni. Il progetto è stato proposto e portato avanti da Ariacoop, la cooperativa nata a Rimini proprio per promuovere e concretizzare realtà come queste a sostegno dei giovani e di chi una casa a prezzo pieno non se la può permettere.
Gian Pietro Bonomi è il presidente e in qualche modo il “capo” di tutto quanto, anche se lui ci tiene a dirlo che le decisioni si prendono tutti insieme: “Ogni decisione viene presa a maggioranza. Ogni famiglia ha un voto. Quando l’assemblea decide io eseguo”. E sembra strano ma in tre anni è andato praticamente tutto liscio, un esempio di concordia con pochissimo disaccordo anche perché i bilanci sono trasparenti: non un euro viene speso che non si sappia. E ora ai tre edifici mancano solo finiture e qualche allaccio dell’Enel.
E’ un personaggio tutto particolare, il signor Bonomi. Milanese, pensionato, sorridendo spiega che ci vorrebbe un mese per raccontare tutti i lavori che ha fatto. Prima di sposarsi era cassiere in una banca, poi impiegato. A 30 anni si è trasferito in campagna, dove ha voluto crescere i suoi tre figli, per fare il contadino. “Ho fatto di tutto tranne che rubare” e la pensione se la gode ancora lavorando. Nel 2003 ha dato vita, assieme ad altri 19 soci, alla cooperativa Ariacoop proprio per realizzare progetti come questo. Ora i soci sono 133 in tutta la provincia e dopo otto anni il primo risultato è raggiunto. “Abbiamo girato e continuiamo a bussare a tutti i comuni della provincia. Tutti ci rispondono che vorrebbero realizzare l’autocostruzione. Fino ad ora solo San Giovanni è arrivata fino in fondo. Abbiamo vinto il bando nel 2007 ma le gru e le ruspe sono partite solo dopo 15 mesi, questa è una cosa che mi fa imbestialire”. Le lungaggini burocratiche hanno logorato la pazienza anche degli stessi soci marignanesi che erano interessati: “Nel periodo dopo aver vinto il bando (che era su punteggio e non su offerta) per l’edificazione del lotto tramite autocostruzione abbiamo perso 24 soci. La maggior parte era esasperata e aveva paura di perdere i soldi che aveva anticipato”. Poi però il cantiere è partito e non si è più fermato. Il finanziamento è avvenuto attraverso Banca etica di Padova, un istituto di credito che finanzia progetti che riguardano il sociale. Le banche però pagano ogni trimestre, e Banca etica non fa eccezione: “Siamo riusciti a saldare i fornitori subito grazie al prestito sociale. Per farla breve erano gli stessi soci che prestavano soldi alla cooperativa. In questo modo, pagando subito in contanti e comprando direttamente dalle fabbriche grosse quantità, siamo riusciti a risparmiare fino al 20% sui materiali”. Così per un bell’appartamento, nuovo e spazioso, una famiglia ha potuto spendere circa 200.000 euro, nei quali sono compresi anche gli oneri di urbanizzazione, verde pubblico (con una cisterna per l’irrigazione) e anche i mezzi del cantiere come betoniere e gru, che potranno essere riutilizzati per futuri cantieri, venduti o affittati.
Il bando comunale prevedeva la vendita del lotto di terreno a prezzo ribassato (circa 52 euro a metro quadro, quasi un “regalo” in un territorio dove spesso il costo del terreno supera anche il valore del solo immobile che lo occupa), grazie alla destinazione sociale del progetto. E vieta alla famiglia di vendere l’immobile o di affittarlo prima di 20 anni, per evitare speculazioni immobiliari e garantire che lì dentro ci entrerà solo chi una casa l’ha bisogno sul serio. La graduatoria dei candidati infatti teneva conto di requisiti come la “marignanesità” e il numero dei figli. Le 18 case a schiera ospiteranno altrettante famiglie. Misurano 90 metri quadrati l’una, più una mansarda e due ripostigli. Compresi i 40 mq di giardino si arriva a 140. Tutti appartamenti uguali e speculari, tutti di classe energetica A+ a bassa dispersione di calore grazie al cappotto termico e al ricambio naturale dell’aria. Ognuna ha pannelli fotovoltaici sul tetto. Ospiteranno famiglie marignanesi (sono 14), giovani coppie, ma anche qualcuno da fuori. Uno di questi è Alfredo. Di origine albanese, 48 anni è in Italia dal 1991 e lavora come metalmeccanico alla Caterpillar. La sua è una delle tre famiglie di origine non italiana. Anche lui è soddisfatto di come stanno andando le cose: “Siamo andati tutti quanti d’accordo – spiega – solo che ora abbiamo fretta di entrare e l’Enel ci sta facendo aspettare per i contatori. E ogni mese che passa sono centinaia di euro che se ne vanno nell’affitto”. A giugno comunque si trasferirà qui con sua moglie e suo figlio, che già ha preso il verde pubblico realizzato dalla stessa cooperativa attorno al nuovo caseggiato, come suo parco giochi personale.
Un esperimento interessante che ha coinvolto in toto oguno dei candidati. Con bilanci trasparenti e senza intermediazione. Gli operai specializzati stagionali hanno lavorato per meno di 7.000 ore, il resto l’hanno fatto i futuri proprietari. Anche senza specializzazione: “Per esempio l’impianto idraulico – spiega Bonomi – l’ha realizzato un tecnico per la prima casa. Poi per le altre abbiamo copiato. L’idraulico tornava solo per i collaudi”. Oltre che una fatica, il cantiere è stata anche una scuola. Chi all’inizio non sapeva fare nulla alla fine lavorava più degli altri.
Ora che il cantiere di San Giovanni chiude si guarda altrove, agli altri comuni. A chi avrà il coraggio di impegnare un lotto di terreno da edificare per una iniziativa intelligente. Bonomi, che praticamente ha vissuto qui negli ultimi mesi, in realtà non verrà ad abitare qui, ci verrà invece suo figlio: “Ha 35 anni, forse è la volta buona che se ne va da casa nostra” ride.
L’INTERVISTA
Morelli: “Bell’esperienza”
– Il progetto di autocostruzione a San Giovanni in Marignano è il primo in assoluto nella provincia di Rimini e forse il primo in tutta la Regione con questi requisiti. Gestito totalmente dalla cooperativa senza intermediari. Un successo, secondo l’assessore all’edilizia Daniele Morelli, sicuramente da ripetere: “Mi stanno chiamando anche da altri comuni vicini per sapere pregi e difetti di un’iniziativa come questa. Per quanto mi riguarda ho visto solo pregi. So che all’inizio ci sono state difficoltà burocratiche. Essendo una formula nuova è normale. Un’esperienza positivissima che ha potuto dare a giovani coppie di San Giovanni la possibilità di avere una casa di proprietà. Il Comune ha favorito il progetto fissando un prezzo del terreno a condizioni molto vantaggiose, molto più basso rispetto al prezzo di mercato di un’area edificabile”.
Il lotto venduto dal comune alla Ariacoop è costato 168.925 euro, per 3209 metri quadrati. Cioè poco più di 52 euro a metro quadro.