Dallo scorso novembre quello che fu il Marechiaro, dall’altra parte dell’Eden Rock, a picco sul mare, è un grande cantiere sul quale tireranno su circa 800 metri quadrati di manufatti per un fronte parallelo al mare di oltre 50 metri. Di proprietà dell’industriale bolognese Giampietro Beghelli, ha ereditato una capacità edificatoria che risale ad un una ventina di anni fa; nella cornice di espansione urbanistica del borgo di Gabicce Monte.
Il monte “scappucciato” è una ferita aperta che ti coinvolge emotivamente e ti fa porre una serie di domande sul fragile rapporto tra l’uomo e l’ambiente. Possibile che nel 2011, non riusciamo ancora ad astenerci da simili invadenze?
Nonostante la tecnologia, i materiali, le conoscenze scientifiche, è difficile pensare quali possano essere le conseguenze di interventi tanto invasivi: sono stati asportati circa 2.500 metri cubi di materiali. Dall’altra parte, per contrapporsi alla forza/debolezza del monte pali giganteschi e contrafforti in cemento armato non meno possenti.
Altra domanda: l’acqua penetrata nel monte “causa la ferita” che cosa starà mai compiendo nel suo naturale corso? E’ vero come dice qualcuno che su tali ragionamenti i paesini della Costiera Amalfitana, o Casteldimezzo, o Fiorenzuola di Focara, non sarebbero mai sorti, ma deve essere questo il tipo di espansione urbanistica che dobbiamo portare avanti? Oppure bisognerà optare per un pensiero più armonico?