LA CULTURA
– Intatti. Quasi perfetti. Originali. Di alta bellezza artigianale. Senza troppi fronzoli si potrebbe dire che la collezione privata di caffettiere del ‘700 è tra le maggiori d’Italia. Sono una sessantina di pezzi, raccolti con passione e saggezza da Anna Maria Martini in un arco di trent’anni.
La collezione è stata documentata in un elegante volume con schede della stessa Anna Maria Martini.
Reca la prefazione di Riccardo Gresta. Misanese, Gresta è considerato tra i maggiori studiosi di ceramica istoriata in Italia. Una sua scoperta della fine degli anni ’90 su un set di ceramiche sparso nei maggiori musei del mondo, Louvre, Ermitage, Metropolitan, British Museum, fece cambiare i cartigli che recavano l’attribuzione.
Scrive Gresta: “…Anna Maria Martini ha saputo riunire con rara competenza un numero considerevole di caffettiere del XVIII secolo, tutte in perfetto stato di conservazione, prodotte dalle principali manifatture italiane”.
Le principali manifatture dei tempi erano: Pesaro, Faenza, Castelli (Abruzzo), Capodimonte (Napoli), Toscana (Ginori), Milano, Imola, Nove Bassano. “La maiolica pesarese del XVII secolo è tra le meglio rappresentate in questa raccolta, soprattutto per l’alta qualità degli esemplari”.
“Il Settecento – scrive Gresta nella sua introduzione, che in sintesi è uno spaccato di storia della ceramica istoriata italiana dei tempi – è uno dei periodi più ricchi e fecondi per la ceramica europea e la scoperta, agli inizi del secolo, della porcellana di tipo orientale (‘a pasta dura’), lungamente ambita e ricercata dava l’inizio a iniziative di grande impegno e di iniziativa imprenditoriale”.
Il libro ha una struttura a schede; ogni opera è descritta da una “biografia” in tre lingue: italiano, inglese e francese. Ogni caffettiera è raccontata da due immagini: una d’insieme; l’altra invece reca soltanto il decoro.