ECONOMIA
– L’Università di Urbino chiama giovane azienda marignanese a tenere una lezione. Invitata il Centro della Ceramica/Oltremateria lo scorso 12 aprile. Il Centro della Ceramica propone ceramica, arredo, complementi di arredo, pavimenti, design, mobili. Oltremateria invece è produzione: una malta eco-compatibile, versatile, resistente in grado di ricoprire ogni tipo di superficie. Può essere pavimento, o rivestimento, impiallacciatura, o come fantasia comanda.
A raccontare il proprio modo di fare impresa, pionieri col cuore antico, Loris Casalboni, insieme al fratello Euro, i titolari. Al centro del lavoro due principi: innovare nel segno della sostenibilità e azioni nel solco dell’etica. Invitato dal professore Fabio Forlani, Loris Casalboni ha portato la propria idea “fuori dai coppi” di comunicazione, di design, di sostenibilità. Se il grandissimo designer Enzo Mari ha trasformato la putrella da cantiere a doppia “C“ in centrotavola, i Casalboni hanno pensato al coppo come piatto ma di vetro. Materiali nel segno della terra, del puro made in Italy.
“Ho raccontato – inizia Casalboni – l’esperienza e la filosofia della nostra azienda sottolineando l’idea di comunicazione, design e sostenibilità. Per noi comunicare vuol dire farlo con etica, cercando di inserire nel messaggio idee ed intelligenza. Abbiamo sposato appieno il pensiero del Dalai Lama: il business con l’etica si fa meglio. Con professionalità. Con valore. Tutto questo fa parte della storia del Centro della Ceramica e di Oltremateria. Penso che un’azienda ha la responsabilità di essere autentica, di dire cose vere, sempre da dimostrare però”.
E il design, come lo si vive? Casalboni: “Un intreccio di bellezza e di funzionalità; non solo qualità ma anche valori. Poi sono del parere che se la competenza ti fa entrare nel gioco, la comunicazione ti permette delle opportunità di vittoria”
La sostenibilità? Loris Casalboni: “Con le azioni di tutti i giorni dobbiamo rendere vivibile il mondo per i nostri figli. Vanno cercate materie e sistemi con meno impatto ambientale possibile: dalla famiglie alle aziende. Nella produzione va pensato tutto il ciclo: dalla messa in opera fino allo smaltimento”.