IL FATTO
Istituito il Consiglio tributario comunale. Obiettivo: stanare la massiccia evasione fiscale. Ne va della sopravvivenza delle nostra città e dell’Italia
di Ecci
– Il Consiglio comunale di Cattolica del 28 novembre scorso ha approvato l’istituzione del Consiglio tributario. E’ composto dal responsabile del servizio Tributi-Entrate, dal comandante della Polizia municipale e dal responsabile del Servizio anagrafe. Alle sedute sono invitati il direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate, il direttore dell’Agenzia del territorio, il direttore provinciale Inps e il comandante provinciale della Guardia di finanza. Questi membri esterni potranno essere sostituiti da loro delegati.
Il Consiglio tributario è l’organo necessario che un Comune deve istituire per potere accedere al 100% dell’evasione accertata su segnalazione del Comune stesso. Questi gli ambiti d’intervento: commercio e professioni, urbanistica e territorio, proprietà edilizie e patrimonio immobiliare, residenze fittizie all’estero, disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva (è il rapporto tra tenore di vita e denuncia dei redditi).
E’ intenzione dell’amministrazione cattolichina di fare sul serio per arginare questo “cancro”, che ormai dilagante, è la prima ragione del disastro economico italiano, e che sottrae alle casse nazionali 120-130 miliardi di euro annui. Le altre cause sono la corruzione diffusa (60-80 miliardi di euro), la malavita organizzata (150 miliardi), l’evasione iva (30 miliardi), l’evasione contributiva (30 miliardi) e in ultimo, tanto per non farci mancare nulla, aggiungiamo i circa 500 miliardi nascosti nei paradisi fiscali.
Se si riuscisse a recuperare (anche in parte) questo ladrocinio, l’Italia potrebbe essere uno dei paesi più ricchi del mondo e le tasse, imposte e balzelli vari, drasticamente ridotti. Avremmo molti più servizi, più efficienza e più occupazione. Invece lo sport nazionale preferito pare proprio che sia quello di spolpare la mucca-Italia. Adesso di fronte ad una grossa crisi di dimensione europea ci troviamo col culo per terra, col bel risultato che non siamo neanche più sicuri di potere difendere la sua misera carcassa.
Il governo di Mario Monti ha preparato un piano di “lacrime e sangue” per cercare di salvare il salvabile. Speriamo di potere credere alle sue parole: “rigore ed equità”. Ma tutto intorno la situazione sta precipitando: l’euro si sta sgretolando, non c’è più liquidità, le banche non erogano più prestiti alle imprese e privati mettendo in crisi le imprese che licenziano, i cittadini stanno raschiando i risparmi di una vita. Aggiungiamo i venti di guerra in Medio Oriente e così abbiamo concentrato tutte le sfighe.
Gli enti locali sono travolti da questa situazione: solo il Comune di Cattolica, dopo la manovra Berlusconi-Tremonti, ha visto tagliati 4 milioni di euro. Piove sul bagnato: la nuova amministrazione ha ereditato un debito di bilancio enorme, circa 50 milioni di euro.
Dal centro tagliano i trasferimenti, dando la possibilità ai comuni di imporre nuove tassazioni. Ma ecco che ogni interesse particolare minaccia sfracelli se li si toccano. Tutti sono ormai d’accordo che bisogna fare sacrifici, ma ognuno intende sempre che siano gli altri che devono sopportarli. Addizionale comunale Irpef, Ici, Imposta di soggiorno… è un coro di lamentele. I comuni hanno tagliato ormai di tutto, ma i servizi essenziali e quelli che creano crescita e lavoro, dovranno pure mantenerli! Hanno tagliato di tutto, da noi non esistono “costi della politica” su cui ci si può sfogare. Nuove tassazioni sono indifferibili ma a patto che nell’insieme si rispetti l’equità, l’azzeramento dei privilegi e gli sprechi. La coesione sociale al primo posto nel quadro di una vera giustizia fiscale.
Dopo questo triste girovagare, ritorniamo al nostro Consiglio tributario che dovrebbe fare da volano per stanare l’evasione fiscale anche a Cattolica. La tabella che pubblichiamo a fianco parla da sola.
A Cattolica la povertà pare sia dilagante. Per il 2009 il 50% ha denunciato redditi che vanno da 7.500 a 20mila euro. Il 26,4% ha denunciato redditi da 20.001 a 33.500 euro. Eppure Cattolica, guardandosi un po’ attorno, sembra una città dove il tenore di vita risulta abbastanza elevato.
A Cattolica la tabella dell’economia insediata al 31-12-2009 ci dice che ci sono ben 2.251 imprese attive. 147 attività manifatturiere, 305 di costruzioni, 655 di commercio al dettaglio e all’ingrosso e di riparazioni di autoveicoli e motocicli, 424 tra alberghi, servizi di alloggio e ristorazione, 228 attività immobiliari, 102 altre attività di servizi. Badate bene, abbiamo citato solo le categorie superiori alle 100 unità.
La prima considerazione è questa: le 2.251 imprese cittadine nella stragrande maggioranza opera in rimessa (?). La seconda considerazione, forse la più attendibile è che l’evasione e l’elusione fiscale è massiccia. Qualcuno dice che c’è un’evasione fiscale fisiologica che permette diverse aziende di evitare di chiudere i battenti. Va bene, ma qui siamo nella più totale e sfrontata esagerazione! Se potessimo sfogliare le denunce dei redditi e vedere i nomi, sicuramente tra quel migliaio di cattolichini che denunciano dai 33.501 ai 100mila euro, troveremmo tantissimi impiegati perlopiù pubblici (professori, medici, dirigenti, ecc.) costretti a dichiarare tutto (o quasi).
Facciamone una ragione: non è più solo una questione di equità e di moralità, oggi è diventata la ragione unica di sopravvivenza della nostra economia, del nostra città e dell’Italia. L’evasione fiscale comporta anche una distorsione nella concorrenza di mercato. Un recentissimo sondaggio ci dice che l’80% degli italiani condanna l’evasione fiscale. Speriamo bene…