di Gianfranco Vanzini*
Gentilissimomo dottor Vegas,
ho letto con molta attenzione e interesse l’articolo apparso su il “Sole-24 Ore” dello scorso 4 novembre: “Consob: sanzioni ai flash-trader” a firma Rossella Bocciarelli.
Le dico subito che sono d’accordo sulla iniziativa da lei presa di penalizzare, in qualche modo, l’eccessivo uso di “high frequency trade” che, detto in italiano, significa “vendite rapide in automatico” (cioè gestite da un computer veloce, ma stupido, anziché da una mente umana possibilmente razionale).
Avete anche fatto molto bene a prorogare il blocco delle vendite allo scoperto.
Le Borse Valori sono nate per essere luogo di scambio privilegiato e sicuro di valori mobiliari, in particolare azioni, cioè di quei titoli che rappresentano il capitale sociale di una società per azioni. Qui operatori affidabili e qualificati (gli agenti di borsa) acquistano o vendono i titoli per conto di chi intende investire denaro fresco, o disinvestire investimenti fatti.
Se non vado errato, questi sono i fondamenti su cui si fonda la nascita e lo sviluppo delle borse valori.
Oggi invece la nostra Borsa e anche tutte le altre come funzionano? Come abbiamo appena detto? Direi proprio di no.
Al concetto di “investimento” si è sostituito quello di “speculazione”.
Si compra e si vende con una velocità incredibile, (fino a molte volte al secondo) si possono fare operazioni a premio (scommesse), si possono vendere azioni senza esserne proprietari (vendite allo scoperto).
La vendita allo scoperto, in particolare, è la quintessenza della speculazione negativa. Infatti perché vendo azioni che non ho? Solo perché spero di ricomprarle fra qualche giorno ad un prezzo più basso. E’ la speculazione più pericolosa e dannosa, perché auspica il peggioramento della situazione economica dell’azienda in oggetto e questa spinta può produrre danni, anche irreversibili, che possono arrivare fino al fallimento dell’azienda; è incurante dei guai che una simile azione potrebbe procurare a centinaia o migliaia di persone incolpevolmente coinvolte.
Gent.mo dr. Vegas la Costituzione Italiana all’art. 4 recita:”Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, una attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società “.
Le vendite allo scoperto producono l’esatto contrario di quello che chiede la nostra Costituzione: anziché al progresso concorrono al regresso materiale delle aziende e della società.
Sono pertanto chiaramente anticostituzionali; provi a pensarci un po’ e vedrà che ho ragione.
E allora non si limiti a sospenderle: le vieti senza eccezioni.
Come pure, metta fuori dal mercato normale le operazioni di “high frequency trading”; queste sono operazioni da Casinò non da mercato borsistico e, nei limiti del possibile, usiamo l’italiano invece dell’inglese in modo che tutti capiscano.
Quando la Sala Borsa si trasforma in “Sala Corse”, o peggio ancora in “Bisca”, dove si fanno solo scommesse, a che cosa servono le procedure Mifid? Solo a sprecare carta e tempo. Ridiamo alla Borsa Italiana la sua dignità di mercato, serio e rispettoso del dettato Costituzionale. Ma gli altri che cosa fanno?… Sono affari loro.
Lei pensi alla nostra borsa e alla nostra economia, se serve possiamo anche dare l’esempio, non ci mancano né cultura né competenze. Quando vogliamo, noi italiani non abbiamo molto da imparare, in particolare da inglesi e americani …anzi!
Gli scommettitori, i giocatori d’azzardo, cerchino altri campi nei quali divertirsi. Le persone serie, e lei è una di queste, in questi tempi hanno grandi responsabilità.
*Già direttore generale di Aeffe