LA LETTERA
– Desidero fare alcune osservazioni in merito all’articolo “San Giorgio in Conca, antica Pieve” sul numero di maggio, dove si dà per certa la sua ubicazione a Monte Vici di Cattolica, cosa di cui ho molte riserve che con sempre maggior dettagli espongo da un decennio e penso di essere giunto alla conclusione della mia ricerca.
La pieve di San Giorgio aveva una giurisdizione che combaciava con quella di Castrum Conca. Se compariamo il territorio con le funzioni delle pievi, la situazione geografica dell’area, la toponomastica, l’ipotesi va esclusa anche su basi documentali storiche.
Alcuni rilievi
1) L’unico Castrum Conca documentato o citato nell’area costiera è quello di Montalbano che però faceva parte della pieve di Sant’Erasmo di Misano. Quindi è da escludere. Quella nell’area di Montefiore era la pieve di San Giorgio.
2) La torre di Conca risale al tardo Medio Evo, mentre all’area di Monte Vici è documentato Castrum Turris.
3) La chiesa di San Giorgio a Monte Vici risale ai primi decenni del 1300, mentre la pieve è documentata dal 996.
Currado Curadi è stato lo studioso che ha svolto le ricerche più approfondite sulle pievi del Riminese nella pubblicazione “Pievi del territorio riminese” nei documenti fino al mille esprimeva dei dubbi su “la pieve di San Giorgio in Conca a Monte Vici”.
Nella relazione su “La pieve di Sant’Erasmo in Misano nel Medio Evo” scriveva: “La pieve di Sant’Erasmo di Misano confinava con le pievi di San Giorgio in Conca di Saludecio, di San Savino, di San Lorenzo in Strada e la giurisdizione si estendeva soprattutto sulla zona compresa fra le ultime colline alla sinistra del Conca e la foce del fiume”.
La giurisdizione della pieve chiamata anche plebato o piviere ha certamente riproposto i preesistenti ambiti romani dei “Vici” ed il fiume “Crustum” (Conca) era il confine sud del municipio di “Ariminum”.
La pieve di Misano poteva confinare con la pieve di Saludecio solo nell’area a valle di Santa Maria in Pietrafitta, in quanto essa era giurisdizione della pieve di San Giorgio in Conca il cui plebato documentato si trovava tutto il monte interessando il Tavollo, il Ventena, il Conca fino ai rilievi di Gemmano.
Nella relazione si legge: “Il territorio delle pievi conferma nella sostanza che la pieve non poteva essere nell’area costiera, scrivendo: “Il territorio plebano non appaere molto ampio e in ogni caso risulta compreso fra quelli di Misano e Saludecio, fra San Giovanni in Marignano, sulla collina di Monte Lupo, pieve di San Giorgio in Conca e Monte Vici vi erano 3-4 chilometri di pianura attraversati dal Tavollo diviso in due rami, dal …, dal Conca
Considerato che gli studi di Curradi sono la base per ogni ricerca sulle pievi riminesi, ci si domanda perché queste due importanti pubblicazioni sono ignorate nelle bibliografie su pubblicazioni pertinenti le pievi riminesi?
Le funzioni delle pievi inizialmente religiose dopo il crollo delle strutture amministrative dell’impero romano svolsero di fatto anche quelle civili specialmente dal IX secolo quando diventarono distretti fiscali.
Le comunità di regola per tutti le decisioni più importanti si riuniva nello spiazzo antistante le pievi e questo fa rilevare l’incongruenza dell’ipotesi di Monte Vici con la pieve attorniata da due corsi d’acqua, lagune, paludi, selve. Nessun fondo nella piana di San Giovanni in Marignano è documentato prima del 1300. Cerreto, il monte di Mondaino era pieve di San Giorgio in Conca, come poteva partecipare la popolazione resdidente alle assemblee e funzioni religiose vista la distanza e la situazione fisica del territorio privo di strade e porti?
Medesima cosa si può dire per l’are a di San Martino in Renki Flambi nominato per la prima volta (il maso) nel 1014 da Bennone poi diventato “Inleceti) ora scomparso, si trova un po’ più a monte del santuario di Bonora a Montefiore. La cappella aveva una circoscrizione limitata e l’area era indicata come “Serra di Morciano” che dovrebbe significare che la prima Morciano era nella piana sottostante lungo il Ventena di Gemmano. La cappella di San Martino confinava con quella di San Michele Arcangelo (Morciano).
Ultima nota. La sede della pieve era il luogo di mercato, quello di Morciano è documentato nel 1014, il monastero di San Gregorio è successsivo; quando si costituì Cattolixca nel 1271 i residenti furono autorizzzati “di fare mercato” prova indiretta che vicino non vi era nessuna pieve.
Mario Garattoni