Erbacce crescono tra le tegole crollate e le fessure sulle pareti, una colonia di api, durante la bella stagione, ha popolato uno dei suoi pilastri e le crepe sono sempre più profonde. Tutto racconta di come, nonostante il crollo del tetto del portico di un anno e mezzo fa, nessuno (si legga “i proprietari”, perché la chiesa è privata) non sia ancora riuscito a trovare una soluzione per avviare il restauro o, quantomeno, il consolidamento di un bene prezioso della nostra comunità, che rischia ogni giorno di più di crollare.
Ora sembra che la famiglia Spina (proprietaria della chiesa e della casa colonica accanto) stia cercando, con l’aiuto anche dei tecnici comunali, di avviare l’iter che porterà alla presentazione di un progetto (sul quale probabilmente dovrà esprimersi anche la Soprintendenza alle Belle arti) e infine all’apertura di un cantiere. Il sindaco, Domenico Bianchi, ha spiegato così la : “Hanno presentato un’ipotesi di ragionamento”. Che significa nulla, anzi, che dovremo aspettare perché di cantieri in vista proprio non ce ne sono, un progetto nemmeno. Anche se Bianchi precisa che “l’iter è stato avviato e sarà questione di poco tempo”. E intanto arriva anche il secondo inverno per la povera chiesa martoriata, e con esso il ghiaccio che spacca, a infilarsi tra tutte le sue ferite.
mat. mar