STORIE
– Palazzo Magi si trova lungo la strada principale del centro storico medievale di Saludecio, collocato sulle prime colline dell’entroterra riminese. Saludecio è una cittadina caratterizzata dalla presenza di numerosi palazzi signorili e tra questi, Palazzo Magi emerge per dimensioni e qualità architettoniche.
Edificato nella parte più alta del paese, attorno al 1770, su volere di Francesco Magi esponente di una delle famiglie nobili più importanti del territorio. Questi lo fece progettare da Tommaso Bicciaglia uno degli architetti più conosciuti di Pesaro. Insieme alla chiesa parrocchiale, è uno dei rari edifici antichi costruiti secondo il disegno di un architetto famoso nell’ambito del territorio di Rimini.
Il complesso, nell’Ottocento, passò dalla famiglia Magi alla famiglia Marangoni la quale poi lo cedette, nel Novecento, alla famiglia Cerri. Il Palazzo è stato colpito dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, riportando danni lungo le ali laterali, mentre il corpo principale rimase illeso.
Alcune ricerche e recenti lavori di restauro hanno portato alla luce elementi di notevole pregio che permettono di apprezzare meglio l’eleganza e il prestigio. Il corpo principale è suddiviso in tre piani. Il piano terra era adibito ad un utilizzo funzionale e di raccolta, gestione dei prodotti e degli animali.
La famiglia padronale abitava al piano primo. Al secondo piano erano ricavati gli spazi per la servitù. Il grande scalone nobile, di stile pesarese, le decorazioni pittoriche della galleria, le simmetrie architettoniche sono tutte impronte e segni lasciati dal Bicciaglia. Tutte le stanze del piano nobile conservano pitture e stucchi, in alcuni casi ancora da riscoprire.
Il Palazzo è inoltre dotato di un bellissimo giardino privato interno, con una grande e antica cisterna per la raccolta dell’acqua piovana che veniva attinta da due pozzi monumentali simmetrici. Sul retro di questo giardino, un tempo all’italiana, si colloca un secondo spazio verde di grandi dimensioni con numerosi ulivi.
Per le sue notevoli caratteristiche monumentali il Palazzo è oggi tutelato dal Ministero per i Beni Culturali.
Alla fine di giugno 2010 sono iniziati i primi lavori di restauro scientifico. Questi sono oramai terminati e sono stati voluti dall’attuale proprietà al fine di salvaguardare l’immobile, comprenderne meglio le potenzialità e iniziare a valorizzare gli aspetti di maggior pregio.
I lavori sono stati condotti in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Ravenna e con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna. Tutte le operazioni sono state coordinate da Marcello Cartoceti della ditta adArte snc di Rimini, il quale si è avvalso di numerosi collaboratori al fine di portare a termine il lavoro.
Il progetto architettonico è stato gestito dallo studio dell’ingegner Cristina Stacchini di San Marino, mentre i lavori edili sono stati eseguiti dalla ditta di Maurizio Beligotti di Montegridolfo.
Le ricerche storiche sono state condotte dal prof. Giovanni Rimondini, le ricerche archeologiche dal personale specializzato di adArte di Rimini, mentre i restauri alle decorazioni parietali e ai soffitti sono stati eseguiti da Rossana Allegri di Montefiore.
L’assistenza elettrica è stata condotta da Stefano Bussi di Montegridolfo mentre l’assistenza idraulica dalla ditta idrotermica Tavollo di Gabicce; i restauri degli infissi sono stati eseguiti da Antonio Toma di Mondaino. In sostanza il risultato ottenuto è frutto di un lavoro corale di tante professionalità diverse e specializzate, tutte appartenenti al territorio.
Il lavoro di adArte è consistito proprio nel gestire l’intera operazione cercando di riportare il Palazzo al suo splendore iniziale dopo che per tanti anni era stato “maltrattato”.
Sono quindi state demolite quasi tutte le superfetazioni e aggiunte improprie realizzate soprattuto nel secondo Novecento. Si è partiti dal restauro del tetto, da qui poi si è scesi togliendo tutto l’intonaco cementizio della facciata posteriore e restaurando questa e quella principale su via Roma.
Sono stati ripristinati i grandi ambienti ad uso di magazzini del piano terra, è stata rifatta la pavimentazione nella galleria di accesso, è stato restaurato completamente il vano della galleria al piano primo riscoprendo le tempere di Tommaso Bicciaglia e ripristinando lo spazio com’era quando era stato ideato. E’ stato iniziato il recupero del giardino.
Marcello Cartoceti ha coordinato il restauro del palazzo. Nato in Svezia nel 1974, laureando in ingegneria edile, è presidente dell’A.R.R.S.A. (Associazione Riminese per la Ricerca Storica e Archeologica), è socio di adArte snc di Luca Mandolesi & C. di Rimini che si occupa di valorizzazione del patrimonio culturale.
Ha collaborato per 9 anni con i Musei Comunali di Rimini; si occupava prevalentemente di restauro monumenti. Ispettore Onorario per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, ha all’attivo numerosi rinvenimenti e scavi archeologici, mostre, pubblicazioni.
Nell’ambito del coordinamento di restauri si è occupato del riposizionamento dei pilastrini seicenteschi dinanzi all’Arco d’Augusto a Rimini, del recupero di Palazzo Scatolari a Mondaino e del recupero di Palazzo Magi a Saludecio. Ha promosso e realizzato la Carta delle Potenzialità Archeologiche di del comune di Rimini e realizzato quella del comune di Santarcangelo di Romagna.
Mostra di pittura
– Grazie alla disponibilità della proprietà del Palazzo si è deciso di realizzare una esposizione collettiva di arte dal titolo “Contemporanea”. AdArte ha quindi finanziato e organizzato l’iniziativa che permetterà di visitare il palazzo tutti i sabati e le domeniche dal 18 giugno al 17 luglio dalle 10 alle ore 19. L’iniziativa vede anche la collaborazione della proprietà di Palazzo Albini (in via Roma 41, altra perla di Saludecio). Nei due edifici espongono: Maria Pia Campagna, Mario Bariona, Roberto Dal Maso, Filippo Manfroni, Elvis Spadoni, Piero Strada e Gio Urbinati.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Saludecio.