PERSONE
– Mario Fraternali a 6-7 anni con un coltellino intagliava nel legno i giocattoli: il trattore, la mietitrebbia. E anche forchette, cucchiai, coltelli. Ricorda: “Volevo fare il falegname. E ce l’ho fatta”.
Il figlio Simone esce dall’Isis Gobetti, con il titolo di ragioniere. Entra nell’azienda del babbo 5 anni fa. La vita dell’ufficio per lui è una noia. Prova il laboratorio. Trova la sua strada, che è poi quella del babbo.
Az Arredamenti, sede a Casarola (San Clemente), è una delle più belle realtà artigianali della Valconca. Ed è legata a Mario Fraternali, che ha due grandi passioni: il legno e la bicicletta. Ha appena finito di arredare la quinta gelateria alle Canarie; dietro c’è l’imprenditore riminese Andrea Rughi. In questo momento di crisi, ha sempre avuto la fortuna di avere le commesse. La sua avventura inizia a 14 anni. Trova lavoro nella ditta di infissi di Dario Muratori, un personaggio per Morciano. Fu anche presidente della società di calcio. L’azienda si trovava nei pressi del monumento ai caduti e montava infissi in legno in tutt’Italia. Impara il mestiere da due maestri, Antonio Ballarini e Mario Casadei. Con questi due anziani della falegnameria, a tempo perso, arredano a Misano Monte la villa del dottor Gennari, recentemente scomparso, che diventerà poi la discoteca prima “Bilbò” e poi “Byblos”. Vi lavorano almeno 5 anni.
Parte militare e al rientro, Fraternali resta da Muratori fino a 23 anni. Il 1976 è il suo anno zero. Insieme a Valerio Falcinelli, coetaneo, mettono sul piatto un milione a testa e si mettono in proprio in un locale di 60 metri quadrati. Ricorda Fraternali: “Il primo lavoro, cinque griglie copri-termosifone viene subito contestato. Il secondo lavoro fu a casa di Gianni Ghigi”.
Dopo meno di un anno, si trasferiscono a Osteria Nuova, in un capannone di 300 metri quadrati; entrano come soci i rispettivi fratelli: Eugenio e Pierino. A Osteria entra un giovane apprendista, Angelo Giacomucci; è ancora con Mario. Successivamente li affiancano un altro socio, Giuliano Loroni. Piano, piano i soci si dividono. Nell’82, ognuno va per la propria strada.
Un’altra svolta importante arriva alla fine degli anni ’80. Mario Fraternali costruisce il capannone a Casarola, dove ancora oggi si trova. In tutto uno spazio di oltre mille metri quadrati.
Negli anni la falegnameria si specializza nell’arredo di locali pubblici, uffici e per enti pubblici. Alla rinfusa alcuni lavori di prestigio: gli uffici dei Ferruzzi a Venezia, compreso qualche lavoro per Ca’ Dario, il nobile palazzo sul Canal Grande, l’hotel “Excelsior” a Rapallo, l’hotel “Nazionale” a San Remo, la Torre a Sestrieres di proprietà degli Agnelli. Ha arredato i self service delle università di Bologna, Perugia, Milano. Da un paio d’anni costruisce gli espositori (dei gioiellini di falegnameria a forma di parallelepipedi) per la Krona Koblenz di Coriano, azienda leader mondiale nella produzione di sistemi per porte scorrevoli e cerniere. Targate Az Arredamenti sono anche le vetrine espositive della Rocca di Montefiore. Naturalmente non mancano le case private.
Due figli, Simone, 24 anni e Gabriele, 20 anni, Mario è orgoglioso di aver trovato l’erede per la bottega. Racconta: “Simone lo scorso anno mi ha convinto ad acquistare un centro di lavoro computerizzato. Un gioiellino di tecnica che permette una precisione al millesimo. Senza, dovremmo rinunciare a molti lavori”.
Come sanno i ragazzi del Gs Valconca-Ottica Biondi, la grande passione di Fraternali è la bicicletta. Si cimenta con le lunghe distanza. Affronta le cosiddette gran fondo, che si concludono prima ancora che con le gambe con la testa. Con la tenacia. E svela, la bici, anche buona parte del carattere. E’ giunto al traguardo alla Millemiglia, alla Parigi-Brest. Sfide che ripeterà anche nel 2012.
Invece, la grande passione del figlio è l’elettronica in ogni sua forma: dalla play station al centro di lavoro, passando per il web. Ha imparato il mestiere per aver affiancato per un paio d’anni Giorgio Verati, un falegname finito, come si dice. Il giovane è una bella sintesi di tecnologia e sapienza artigiana. Era talmente tanta la passione che nei fine settimana rientrava in bottega e si costruiva i mobili per sé.