IL FATTO
di Matteo Marini
Angolo verde stretto tra la statale e alcune case. Un parco pubblico con tanto di giochi per i bambini. L’oggetto di un baratto, secondo il movimento: “A fine aprile abbiamo saputo che nel parco vicino a casa nostra avrebbero costruito una palazzina…”
– Partiamo da una sigla: Prg. Piano regolatore generale, secondo la corretta dicitura. “Piano per riuscire nel gioco” se invece proviamo a scherzarci su con le parole di un comico. Dentro il Teatro del Mare, il 9 febbraio, ci saranno state più di 300 persone, le sedie erano tutte occupate, nessuna esclusa, i biglietti tutti venduti, qualcuno ha dovuto arrangiarsi a sedersi sugli scalini. Lo spettacolo aveva come titolo “C’è chi dice no (fatti e misfatti di Riccione)” che è diventato il nome di un movimento. Partito dalla protesta di pochi residenti nella zona delle piscine, si è allargato fino a comprendere gli altri comitati territoriali, tutti contrari alla cementificazione del verde pubblico.
Il parco del Tirso è un angolo verde stretto tra la statale e alcune case. Un parco pubblico con tanto di giochi per i bambini. L’oggetto di un baratto, secondo il movimento: “A fine aprile abbiamo saputo che nel parco vicino a casa nostra avrebbero costruito una palazzina – spiega Alberta Del Bianco, portavoce del comitato – per un totale di 1.500 metri quadri di appartamenti. È il risultato del solito baratto con le ditte che vincono gli appalti. Tu costruisci la piscina e ti do anche da fare un po’ di case. In una settimana abbiamo raccolto circa 2.100 firme di cittadini contrari. Durante la campagna elettorale il sindaco Pironi aveva fatto leva sullo slogan ‘salviamo le piscine’, poi dentro ci è entrata anche la speculazione edilizia. Infatti il parco sarà ceduto alla ditta edificatrice”.
Il parco in sé è un fazzoletto di terra ma quello che conta e che ha unito tante persone insieme è il principio. Alberta Del Bianco è una libera professionista, ha uno studio vicino a piazza Unità, nel pieno centro della Riccione vecchia: “A maggio dello scorso anno abbiamo organizzato un pic-nic nel parco. Niente di chiassoso, solo una dimostrazione che i cittadini tengono al loro verde”. Nel frattempo nacque anche un comitato per il parco, che organizzò la “Notte verde” a metà luglio nel parco della Resistenza. Un’evento partecipato da centinaia di persone. Nessun simbolo di partito né movimento politico “tradizionale”, solo una bandiera verde con su scritto “c’è chi dice no” e tanti striscioni a ribadire il concetto: sul parco niente ruspe. È così che è diventato uno slogan comune anche ad altri movimenti: “Siamo arrivati anche a Santarcangelo, dove hanno portato lo spettacolo di Mercadini e Fabbri”.
A Riccione ormai le battaglie sono condivise con gli altri comitati di quartiere, di Alba, Riccione Paese e San Lorenzo.
A febbraio del 2011 l’ultimo evento. Lo spettacolo al Teatro del mare con il comico Roberto Mercadini e l’ecologista Davide Fabbri, che hanno affrontato il tema buttandola sul ridere. Anche se non hanno riso proprio tutti, in particolare qualche assessore della giunta Pironi non ha gradito i riferimenti: “Sono venuti a vedere lo spettacolo Piccioni, Pruccoli e Iole Pelliccioni. Pironi non si è fatto vedere. C’è chi ha definito lo spettacolo simpatico ma non condivide l’analisi sui dati. In ogni caso per noi è stato un successo e andiamo avanti nella nostra battaglia”. In effetti qualche malumore anche nella maggioranza le inizative del movimento lo hanno creato. Piccole crepe su una strada tutta da percorrere. Ancora infatti nulla è deciso, a cominciare dal bando per la costruzione della nuova piscina per sapere chi interverrà ed eventualmente chi potrebbe edificare il parco del Tirso. Si attende anche l’esito dell’interpellanza presentata al ministero e il parere dell’Enac perché il terreno sta nel cono di atterraggio e decollo dell’aeroporto di Rimini.
Su Riccione poi, le cose da dire sarebbero tante. A cominciare dalle “brutture”: “Beh non si possono non citare esempi come i giardini nella zona di Alba, con una fontana che hanno dovuto smontare perché filtrava acqua o il nuovo palazzetto dello sport vicino al parco della Resistenza. E poi, naturalmente, il Palariccione. Non posso dire che sia architettonicamente un obbrobrio, però è fuori dal suo contesto. Lì dentro non c’entra nulla”.
Dal particolare all’universale, dagli esempi pratici alla critica dell’operato dell’amministrazione: “Si parla tanto di condivisione delle scelte ma è tutto fittizio. In realtà i cittadini non vengono interpellati, ma solo resi partecipi di decisioni già prese magari attraverso soluzioni come il project financing” che significa che è il privato, non il pubblico, a fare i lavori. Meccanismi che spesso portano a concedere contropartite in termini di cubature da edificare. Come in questo caso, secondo “chi dice no” che non è affatto fermo “Ci teniamo a dire che continuiamo a lavorare, documentarci – conclude Alberta – non ci siamo arresi, non ci arrendiamo mai”.