Dal ‘pane e rose” di Verucchio al Centro Pio Manzù
Racconta il Centro Ricerche Pio Manzù. In 35 anni a Rimini i grandi temi dell’uomo con grandi personaggi, senza dimenticare la speranza
Alcuni personaggi: Gorbaciov, Kissinger, Galbraith, Schmidt, Bush, Ford, Sharon Stone, la regina Raina di Giordania, lady Diana, Yamani, Carlo Azeglio Ciampi, Bruno Kreisky, Kenzo Tange, De Cuellar, Breezinskri, Pertini, Luttwak, Barnard, Pavarotti, Al Waleed. Ha fatto di Rimini un centro del mondo
L’INTERVISTA
– Gerardo Filiberto Dasi dei suoi primi anni di vita ricorda la fame, il freddo e i libri della biblioteca dell’Università di Ferrara. Dove nasce 87 anni fa in una casa che si affaccia in una strada stretta e senza luce. Nella sua giostra della vita, la danza del dolore è sempre stata molto viva; a 4 anni perde la madre; successivamente in un incidente stradale muore il figlio di 16 anni. Il suo Centro porta il nome di un amico, Pio Manzù, un designer di talento (progettò la Fiat 127) scomparso in un incidente in automobile. Sposato, due figlie, Dasi giunse a Rimini, a Villa Verucchio per l’esattezza, nel dopoguerra, dove trova “pane e rose”. E anche di quel tempo sottolinea con vivacità la miseria e i tanti emigrati della Valmarecchia in cerca di fortuna. Ha portato a Rimini grandi temi, raccontati da grandi personaggi; senza dimenticare la speranza.
L’ultimo argomento, dell’anno scorso, anticipa la fine delle fonti energetiche non rinnovabili: “L’anima dell’impero: gli orizzonti inquieti del petrolio, tra apocalisse e sostenibilità”. Il petrolio e i Paesi Arabi sono stati gli argomenti del decennio che va dal ’77 all’86.
Alcuni personaggi suoi ospiti: Gorbaciov, Kissinger, Galbraith, Schmidt, Bush, Ford, Sharon Stone, la regina Raina di Giordania, lady Diana, Yamani, Carlo Azeglio Ciampi, Bruno Kreisky, Kenzo Tange, De Cuellar, Breezinskri, Pertini, Luttwak, Barnard, Pavarotti, Al Waleed. Ha fatto di Rimini un centro del mondo.
Crede in Dio e in un dovere da compiere, sognando un mondo più giusto e un po’ di bene. Ha costruito con molta fatica un meeting dall’orizzonte mondiale per le “Ricerche ed attività volte a promuovere lo sviluppo dell’interdisciplinarietà culturale, la salvaguardia della dignità dell’uomo e la collaborazione fra le aree geo-politiche del mondo”. Fondato nel 1969, il Centro Ricerche Pio Manzù è anche “Organismo in status consultivo generale con le Nazioni Unite”.
Che cosa apprezza di più in un essere umano?
“Credo che la qualità distintiva di un uomo o di una donna che vogliono essere rispettati e considerati dal prossimo sia la sincerità. Una persona sincera è anzitutto libera, perché in grado di esprimere le sue idee senza remore. E la libertà è il sentimento supremo”.
Che cos’è per lei la vita?
“Lo scorrere delle cose e degli avvenimenti legati al destino che il Supremo ci assegna. Poi la vita eterna, imperscrutabile, della quale non possiamo prevedere i contorni”.
Qual è il peccato più frequente, oggi?
“L’indifferenza nei confronti dell’ambiente naturale, della Terra nel suo complesso. La convinzione stolta di poter sfruttare le risorse naturali senza alcuna parsimonia. Un atteggiamento che ci sta portando alla catastrofe”.
Che cosa umilia di più l’uomo?
“Non essere considerato per quello che ha fatto o che intende fare. Ciò vale per un manovale come per uno scienziato. Quando c’è onestà intellettuale e buona volontà nel lavoro come nella vita, quando c’è impegno non riconosciuto, l’uomo è umiliato. L’umiliazione è la peggiore delle punizioni”.
Qual è l’attestato più commovente che ha ricevuto?
“Molti e, quindi, non riesco a ricordare quale possa essere più meritevole di menzione”.
Può raccontare qualcosa della sua famiglia…
“Ho ricordi molto nitidi di una fanciullezza vissuta nella povertà, nell’indigenza e nel freddo di Ferrara. Una fanciullezza senza affetti, visto che ho perso la mamma a 4 anni. Poi, da adulto, la sorte mi ha riservato l’altro grande dolore di perdere un figlio a 16 anni per un incidente stradale. Due grandi dolori che hanno segnato la mia vita”.
Nella sua vita chi ha contato di più come esempio?
“Mio padre: modello di onestà”.
Qualcuno dice che il destino di un uomo è il carattere. Come si descrive?
“Il carattere è importante ma non è tutto. Occorre essere intuitivi, avere dosaggio psicologico e possedere il senso della lungimiranza. Guardare avanti per capire cosa cambia e in che direzione si va”.
Che cos’è il successo?
“La conquista di una meta ed il raggiungimento di un compito affidatoci dall’alto”
Quale prezzo ha pagato per raggiungerlo?
“Un’intera vita dedicata al lavoro, senza limiti di tempo e parsimonia di energie. Ciò ha determinato sicuramente un logoramento fisico e prodotto la necessità di aiutare il cuore con quattro by-pass”.
Chi è uno scienziato?
“Non sempre coincide con la quantità di cultura. Il vero intellettuale è colui che riesce con la sua attività culturale o scientifica a formare la coscienza degli altri. La grandezza della conoscenza non sta nel mostrarla, ma nel trasmetterla”.
Quali personaggi della storia contemporanea l’hanno maggiormente colpita?
“Due donne, ma per opposte caratteristiche. La Principessa Diana, per la sua fragilità, ma anche per indubbie qualità medianiche. Un’icona del nostro tempo molto diversa da quelle dello star-system. E la Regina Rania di Giordania, persona straordinaria e unico esempio di personalità araba che sa coniugare in modo equilibrato il rispetto della cultura islamica con quella occidentale e cristiana”.
Quale segno hanno lasciato?
“La prima un mesto ricordo. La seconda una grande ammirazione”.
Qual è la sua giornata tipica?
“Le incombenze del mio lavoro istituzionale cominciano al mattino e finisco la sera tardi. Lettere e telefonate a decine. Ricerca dei fondi per portare avanti la nostra missione: l’incombenza che pesa di più”.
Chi sono gli italiani che ammira di più?
“Posso dirlo? Non ho ammirazione particolare per nessuno. Per lo meno in questo momento storico politico. Mi sembra che le classi dirigenti di questo paese siano in una fase di profonda crisi di ricambio. Rispetto lo sforzo dei molti che, per esempio, si gettano in politica. Ma figure di spicco, carismatiche, al momento non ne vedo”.
Come vede il futuro?
“In bilico. Come nel titolo del nostro convegno del 2006. La vita in bilico. Un titolo straordinario, di grande intuizione, che sintetizza perfettamente lo stato d’animo dell’umanità intera in questo momento”.
Chi sono i suoi amici?
“Si contano sulle dita di una mano. Occorre distinguere gli amici disinteressati da quelli che, pur instaurando una sincera amicizia, hanno comunque un interesse recondito. Preferisco usare la parola amicizia con parsimonia”.
Lei come si definirebbe?
“Un essere normale, ma con una discreta dose di follia”.
L’uomo è imperfetto, quali difetti si vede?
“L’emotività e la timidezza. Due caratteristiche che miscelate insieme talvolta producono danni”.
I suoi hobby?
“Il lavoro, ma com’è noto non è un hobby, ma una passione”.
Di cosa ha bisogno l’uomo oggi?
“Soprattutto di ritrovare dei valori guida. Con la caduta delle ideologie totalitarie è venuto meno una fede sociale e politica che ha prodotto i disastri del XX secolo, ma anche una spinta morale e materiale al cambiamento sociale. Viviamo nel vuoto pneumatico delle idee, confusi da teorie sbilenche: tutti si dicono liberali, tutti si dicono democratici, tutti dicono di volere il mercato. Non c’è più una discriminante, ma una grande marmellata semiculturale che non indirizza le idee comuni. La gente non si riconosce in un nessun progetto sociale e culturale. E questo è un grave male”.
Da cosa nasce il titolo delle Giornate di studio?
“Pace, progresso, crescita economica sono minacciati da contraddizioni paradossali: alla produzione immateriale fa riscontro un sistema economico sempre più onnivoro di energia; ai traguardi della ricerca scientifica, un rischio crescente di danni biologici; alla flessibilità del lavoro, una dimensione di smarrimento sociale individuale; alla vocazione imprenditoriale, una globalizzazione drogata che da libera opportunità si trasforma in arena dei leoni; al primato delle reti, il dominio di tecnologie sempre più concentrate in poche mani. Tutto ciò determina una incertezza costante nell’azione dell’umanità, in bilico tra essere e voler essere”.
CALENDARIO
Rimini, centro del mondo dal 21 al 23 ottobre al Teatro Novelli
– “XXI femminile. Dal secolo breve al secolo delle donne. Risposte di genere al futuro dell’umanità”. E’ il titolo 2011 della XLII edizione delle Giornate internazionali del Pio Manù. Appuntamento al Teatro Novelli di Rimini il 21, 22 e 23 ottobre, dalle 9 del mattino al pomeriggio inoltratato.
Le giornate hanno l’ambizione di sollecitare nuove riflessioni sull’universo multisfaccettato del pensiero femminile e maschile contemporaneo. Intervengono esperti e decisori a elaborare progetti e formulare suggerimenti per rafforzare e arricchire il cantiere aperto del pensiero di genere: cultura di genere non come insistenza sul dualismo uomo-donna, ma come valorizzazione delle differenze, come ricerca di sintesi, di unità nella diversità.
Relatori: Akrami Mary, Al Shibaniyah Madiha bint Ahmed, Bagnara Alessandra, Barbato Ricci Annamaria, Bartiromo Maria, Benslama Fethi, Bernardini Pace Annamaria, Cantelli Forti Giorgio, Carfagna Mara, Catena Marina, Christillin Evelina, Dorfles Gillo, Flores d’Arcais Marcello, Gabanelli Milena, Galeotti Giulia, Gambarini Luigi, Ghosh Jayati, Golfo Lella, Gucci Laura Frati, Hart Gary, Johnson-Sirleaf Ellen, Kabre Rasmata, Katkhouda Souheir, Koenig Shulamith, Kostoris Fiorella, Lanzillotta Linda, Leone Raffaella, Miller Ken, Ngozi Okonjo Iwela, Palumbo Valeria, Parsi Maria Rita, Pende Stella, Perrazzelli Alessandra, Poli Paola, Roccella Eugenia Maria, Sabbadini Linda Laura, Skalli Nouzha, Spagnoli Nicoletta, Viscusi Enzo, Wilson Marie, Wittemberg-Cox Avivah, Yonkova Nusha.