L’INCHIESTA
di Francesco Toti
– La Provincia di Rimini acquista due copie, per tutti, dei quotidiani locali; una per la sede di via Dario Campana, l’altra per quella di corso d’Augusto. Alla diffusione, bastano le fotocopie. Fino al 2009, ogni assessore beneficiava della mazzetta con: i quotidiani locali, due settimanali e un mensile.
Tagliati anche i buoni pasto degli assessori provinciali; se qualcuno resta a Rimini, si paga il pasto con i propri danari. Se si va in missione, a Bologna, ad esempio, e si rientra all’ora di pranzo e dintorni, stessa storia: si mette mano al proprio portafoglio. Sempre per gli assessori provinciali, il treno deve essere rigorosamente di seconda classe.
Sobrietà. Sobrietà. Sobrietà. E’ la parola d’ordine di alcuni nuovi amministratori della provincia di Rimini. Pochi, al momento, per la verità e vengono anche addidati come populisti. Ma che cosa dite, direbbe il filosofo Massimo Cacciari.
Il primo importante amministratore a tagliare le spese degli organi della Provincia di Rimini, consiglio e giunta è stato Stefano Vitali, dal 2009 successore di Nando Fabbri alla presidenza della Provincia di Rimini.
Una scossa forte l’ha portata anche Piero Cecchini, sindaco di Cattolica dalla scorsa primavera. Professione imprenditore, è titolare dell’Umpi, una delle eccellenze del Riminese, telecontrolla le reti elettriche. Crescita a doppia cifra negli ultimi anni, anche nella crisi, ha installato la sua tecnologia, le onde convogliate, in tutto il mondo (anche a La Mecca) e con prestigiosi partner. Gli amici dicono: “Piero non è uno che va a dormire coi soldi ed è persona seria”.
Talmente seria che è in Comune dal mattino alle 8 alla sera alle 20. Abita a 100 metri dal Palazzo, ma va da “Staccoli” per un panino. Al momento usa la sua auto, il suo telefonino, e si paga i pasti. Argomenta a chi gli chiede di politica e sobrietà: “La sobrietà per me è soprattutto buona organizzazione. Prima ancora che capacità di contenere i costi. Ho ridotto lo staff del sindaco; ho con me due segretarie e un uomo di fiducia che fa più cose. Le tre persone in più sono tornate ai loro vecchi compiti in Comune”.
“Data la nostra situazione debitoria – continua Cecchini – vogliamo contenere il numero dei dirigenti, tre e mezzo, abbassare i costi e valorizzare le professionalità interne. Gli incarichi professionali esterni devono esserci, ma quando al nostro interno mancano le competenze. I costi sono fondamentali nella gestione di un’organizzazione, ma lo sono molto di più i risultati ed i benefici per i cittadini. Nel pubblico ci sono solo due leve di sana amministrazione: tagliare i costi, magari a discapito dei servizi, o utilizzare le tasse. Noi stiamo cercando la terza via: tagliare gli sprechi”.
Saludecio
Un altro sindaco fuori dai canoni è Pino Sanchini a Saludecio. Ad esempio lo scorso giugno l’amministrazione comunale ha festeggiato il fine “centro marino” degli anziani con una pizzata. I componenti della giunta hanno pagato di tasca propria. Forse, per qualcuno è populismo facile, ma ogni tanto la forma è anche sostanza, altro che qualcosa di stucchevole, come ben sanno i paesi nordici ed anglosassoni. Sanchini, in qualità di sindaco, porta a mangiare gli ospiti e paga di tasca propria. Controlla ogni spesa comunale. Con meravigliata soddisfazione i suoi commentano: “Neppure fosse roba propria il Comune”.
San Clemente
Un segno di poca sobrietà, ma con i diritti concessi dalla legge, è avvenuto a San Clemente. Dato che il paese ha superato i 5.000 abitanti, la giunta si è aumentata gli emolumenti.
Renzi, Pdl
Gioenzo Renzi, già consigliere regionale, candidato a sindaco a Rimini la scorsa primavera contro Andrea Gnassi, si è fatto la fama di fustigatore della spesa pubblica. Lo scorso 6 luglio, in Consiglio comunale, ha presentato un ordine del giorno sul gettone di presenza dei consiglieri e delle commissioni: da 90 a 50 euro a seduta. Hanno seguito Renzi, Lega Nord, Cinquestelle, Sel, Federazione della sinistra. Si sono astenuti i 7 compagni di partito di Renzi, Astolfi di Rimini per Rimini. Lo hanno impallinato il Pd e Italia dei valori. E’ vero che a fine mese ogni consigliere incamera circa 600 euro (fino ad un massimo di 1.431 euro, un quarto dell’emolumento del sindaco pari a 5.726 euro), non un fardello per le casse comunali, ma poteva essere un segnale in un momento di una crisi economica dagli orizzonti ancora da definire. Ma tant’è. Renzi, il giacobino in maglia nera (viene dall’Msi), dice: “Chi si impegna in politica, non può pensare di farlo per la retribuzione. Oltre, all’abbassamento del gettone, ho proposto anche il controllo effettivo della presenza. In tanti, dopo l’appello restano un quarto d’ora e poi spariscono. Anche nelle commissioni consiliari, iniziamo in una quindicina e finiamo in 5-6”.
Il malcostume negli ultimi anni è aumentato, seguendo l’incattivimento della società.
“Mi definiscono populista – continua Renzi – ma l’esempio chi lo deve dare l’operaio che fatica ad arrivare a fine mese insieme alla sua famiglia? In casa mia, nel Pdl, mi dicono che sono un isolato, ma meglio essere isolato che in cattive compagnie. Sono orgoglioso di essere isolato, ma vicino al popolo”.
“Voglio ricordare – chiude il vice-coordinatore provinciale del Pdl – che sono stato l’iniziatore della proposta di legge regionale che ha portato i consiglieri regionali da 57 a 50. Con un risparmio di 7 milioni di euro”.
Roberto Piva, consigliere regionale del Pd: “Un alto valore simbolico, ma anche di ridefinizione di un patto istituzionale e intergenerazionale l’ha data la Regione Emilia-Romagna, approvando una legge – già operante- che riduce le indennità stesse e pone fine ai vitalizi. Il Pd ha proposto di accorpare le province sotto i 500mila abitanti, perché ci sono problemi più essere confinati in piccole dimensioni, si pensi alla sanità, alla mobilità (compresi ferrovie ed aeroporti), al risanamento dei fiumi e del mare, alla difesa del suolo e della costa, all’università, al turismo e così via…”.
Piero Cecchini, sindaco di Cattolica. Al momento usa la sua auto, il suo telefonino, e si paga i pasti
Giuseppe Sanchini, sindaco di Saludecio. La sua giunta si paga la pizza nei momenti pubblici. Lo stesso Sanchini offre agli ospiti istituzionali
Roberto Piva, consigliere regionale: “La Regione ha ridotto le indennità e vitalizi. Accorpare le province sotto i 500mila abitanti dice il Pd”
CURIOSITA’
Provincia, con Fabbri fondo di presidenza di 400mila euro
– L’ex presidente della Provincia di Rimini Nando Fabbri aveva un fondo di presidenza pari a 400mila euro. Tale somma veniva spesa sul territorio secondo la sua “sensibilità”. Il nuovo arrivato, Stefano Vitali, ha tolto il fondo, facendolo confluire nel bilancio generale dell’ente.
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