LA RIFLESSIONE
di Hossein Fayaz
– Avanti con il referendum sul Pru Ghigi (Piano di riqualificazione urbana) dopo il successo referendario nazionale di giugno.
Nell’inverno 2010, come coordinatori dei comitati “per la difesa dei diritti del cittadino” e “Morciano in Comune” siamo stati invitati da Giancarlo Spazioso del “Coordinamento Comitati Acqua Pubblica Romagna” di Cesena ad un incontro dal titolo: “Si scrive acqua si legge democrazia”.
L’argomento principale dell’incontro era l’organizzazione di un Referendum abrogativo della legge di recente approvazione che privatizzava il servizio idrico integrato.
Nell’affollata assemblea, presenti i delegati di tutti i Comuni più importanti delle Province della Romagna si è elaborato un’azione comune. In rappresentanza della nostra provincia erano presenti, oltre al sottoscritto, Fabio Bartolini, Daniele Arduini, Giuseppe Spagnolo e Massimo Manducchi.
Considerando i 27.300 abitanti che risiedono nei comuni dell’Unione della Valconca (0,0455% della popolazione nazionale), l’impegno che ci veniva chiesto era di garantire la raccolta di almeno 250 firme delle 500.000 necessarie. Risultato ampiamente raggiunto, raccogliendone oltre il doppio. Al lavoro costante degli amici Fabio, Daniele, Giuseppe si è aggiunta la pronta disponibilità del consigliere comunale Vincenzo Di Marzo per la necessaria autentica delle firme, come previsto dalla normativa referendaria nazionale.
Al Referendum contro la privatizzazione dell’acqua ed altri servizi pubblici locali, si sono aggiunti altri tre quesiti proposti dall’Italia dei Valori, per dire no a:
– normativa che garantisce un 7% di profitto al gestore del servizio idrico integrato;
– costruzione di centrali nucleari per la produzione di “Energia Elettrica Nucleare”;
– legittimo impedimento del presidente del Consiglio e dei suoi ministri per presenziare ai procedimenti giudiziari a loro carico riguardo ai quali abbiamo aderito firmando nel banchetto allestito durante il seminario Ilaria Alpi del 2010 a Riccione.
Nelle quattro settimane che hanno preceduto il voto referendario di giugno, oltre a partecipare attivamente al tam-tam via Internet ed all’organizzazione di incontri di approfondimento sulle tematiche presso “Terramenouno Openspace” a Morciano, siamo tornati a presidiare il banchetto referendario nei giovedì di mercato affiancati dall’Associazione Mucche in transito. Abbiamo incontrato una moltitudine di cittadini profondamente sfiduciati non solo nella classe politica nazionale ma anche in quella locale, incapaci di rispondere nei fatti ai veri bisogni della comunità perché concentrati sulla mera gestione del potere.
Ci siamo altresì resi conto che molti elettori non erano sufficientemente e correttamente informati sui Referendum.
Referendum Italia
27.637.943 (54,81%) elettori residenti in Italia (57,04%) e all’estero (23,07%) si sono recati alle urne; per raggiungere il quorum né bastavano 25.208.977. Di questi, la maggioranza schiacciante di 25.935.362 (95,35%) hanno votato “Sì” all’abrogazione della legge che voleva privatizzare “I Servizi Pubblici Locali” e 1.265.497 (4,65%) hanno votato “No”.
Provincia di Rimini
Nella Provincia di Rimini 153.133 (61,51%) elettori hanno partecipato all’appuntamento referendario; i “Sì” hanno fatto registrare 144.722 (95,6%) e i “No” 6.584 (4,3%). Nella provincia di Rimini l’affluenza alle urne è stato del 4,47% in più rispetto alla media italiana e quella del “Sì” maggiore del 0,25%.
Valconca
Nei nove Comuni dell’Unione Valconca i votanti sono stati 12.136 (59,10%), con i “Sì” in larghissima maggioranza 11.322 (94,98%) ed i “No” 608 (4,93%).
Morciano
A Morciano i votanti sono stati 3.068 (60,03%), e tra questi 2.835 (94,4%) hanno votato “Sì” e 166 (5,5%) “No”. Alle elezioni regionali del 2010 avevano partecipato solo il 56,43% degli elettori morcianesi.
Le amministrazioni Ciotti prima e Battazza ora hanno negato ai morcianesi l’esercizio del diritto statuario (Articolo 38) dei Referendum comunali non regolamentandone le modalità di espletamento tanto da costringere recentemente i Comitati cittadini a rivolgersi al Difensore Civico regionale per vedersi riconosciuto un diritto costituzionalmente garantito.
La politica locale non può ignorare il significato del voto referendario a Morciano. Non può chiedere ai cittadini di fare la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, con ottimi risultati e grande partecipazione e impegno per poi aumentare anziché diminuire come era stata promessa la Tarsu. In democrazia una maggioranza relativa che ha avuto il consenso di un elettore su tre non può prendere decisioni epocali come ad esempio quella riguardante il Pru Ghigi, o varianti sconvolgenti al Piano Regolatore Generale come quella in fase di attuazione, senza i referendum consultivi previsti nello Statuto comunale (Art. 39).
La democrazia partecipativa non è uno show o una finzione. È una cosa seria e richiede consultazioni serie. Chi è stato eletto deve tenere conto dell’interesse generale e del bene comune della sua intera comunità chiamandola a partecipare alle decisioni attraverso lo strumento referendario.