ECONOMIA
“Permane una situazione – analizza il presidente Cagnoni – di forte difficoltà, che si prolungherà anche nel 2011 e 2012. Inizieremo a vedere la controtendenza dal 2013 in avanti”
– Il ritorno agli utili dopo il rosso di mezzo milione di euro dell’annata economica 2009. L’essere scivolati al terzo posto tra i poli fieristici italiani (dopo Milano, Bologna e Verona). Ed il presidente Lorenzo Cagnoni preoccupato, combattivo e sicuro di sé. Questa in sintesi il 2010 di Rimini Fiera e le proiezioni per gli anni a venire. Raccontare Rimini Fiera significa illustrare una delle aziende cardine del sistema turistico della provincia di Rimini. I suoi ricavi hanno un effetto moltiplicatore sull’andamento economico provinciale. Gli esperti dicono che ogni euro di giro d’affari della struttura significano un ritorno di 10 euro sul territorio provinciale. E standisti e visitatori hanno una capacità di spesa di livello medio-alto.
Le fiere sono, per antonomasia, uno dei termometri più attendibili del polso economico generale. Avvertono dopo la crisi e captano prima l’uscita dalla recessione. “Permane una situazione – analizza il presidente Cagnoni – di forte difficoltà, che si prolungherà anche nel 2011 e 2012. Inizieremo a vedere la controtendenza dal 2013 in avanti”.
Dagli orizzonti generali, Cagnoni, con dita intrecciate e pollici che girano, scende alla struttura che presiede: “Il 2010 per noi è il secondo anno di difficoltà. Voglio ricordare che il manifatturiero italiano ha subito un calo dei volumi tra il 30 ed il 40 per cento; e noi non potevamo non risentire che in negativo il livello delle nostre manifestazioni”.
Sono in competizione i territori e lo sono anche le fiere. Rimini ha perso Ecomondo a favore della cugina di Parma. Negli anni addietro diede addio al Festival del Fitness (evento privato approdato con poco successo a Firenze) sostituito con successo da Rimini Wellness. Cagnoni: “Rimini Fiera non si accontenta più dei settori economici del nostro territorio, ma fa incursioni in territori milanesi. Ci siamo misurati con coraggio in competizioni di un certo livello”.
Andiamo a vedere i numeri 2010 di Rimini Fiera in associazione di idee con quelli degli ultimi quattro anni; un periodo economicamente indicativo per riflettere sul trend. L’utile ammonta a 1,7 milioni di euro (rosso di mezzo milione l’anno precedente); dopo aver pagato le tasse e l’aver ammortizzato 8,8 milioni. I ricavi si sono attestati a 77 milioni (78,6 nel 2009, 97,3 nel 2008 e 80,7 nel 2007), meno due per cento rispetto all’anno precedente. Un indicatore internazionale di redditività, utile per le comparazioni, è l’Ebdita (un acronimo inglese, earnigs before interest, taxes, depreciation and amortization, che sta per l’utile prima degli interessi passivi, imposte e ammortamenti). Nel 2010 si è attestato a 12,7 milioni di euro; meno 4 per cento rispetto all’anno precedente che fu di 13,2.
La crescita passa per idee ed investimenti. Nel 2011 Rimini Fiera cerca di attirare nuove imprese (sempre meno sensibili al richiamo delle fiere per via dei costi e per mancanza di prodotti da mettere in vetrina) e lo fa se non proprio con nuove eventi, immettendo nei vecchi nuovi temi. Quattro le “nuove” manifestazioni: Agrifil salone biennale della filiera agroalimentare (in contemporanea a Sapore, la vecchia e stanca Mia); Ebook Lab Italia, dal 3 al 5 marzo, Thermalia, salone del turismo termale, organizzato con Federterme e Play Outdoor manifestazione sull’abbigliamento tecnico-sportivo organizzata con l’associazione confindustriale Assosport. Insomma, si tenta di battere nuove strade per rimanere sulla cresta dell’onda.
Palacongressi
Rinviata l’apertura per “non aver controllato la staffa numero 37”, costato 1.500 euro al metro quadrato, “non è stato perso un evento ma l’immagine” si è squagliata come neve di primavera al sole. Costato 101 milioni, il piano economico dice che dovrebbe totalizzare circa 500.000 presenze l’anno. Si spera di tagliare il fatidico nastro di apertura tra alcuni mesi.
GLI UOMINI
Ermeti vice
– Il consiglio di amministrazione di Rimini Fiera è composto da 10 persone.
Predidente: Lorenzo Cagnoni
Vice: Maurizio Ermeti
Consiglieri: Massimo Gottifredi, Maurizio Proietti Pagnottta, Mariana Girolomini, Gian Luigi Piacenti, Paolo Pantaleoni, Alduino Di Angelo, Salvatore Bugli, Giada Michetti, Eros Titi.
Direttore generale:
Piero Venturelli
I compensi
Al presidente 59.000 euro per la carica e un’indennità di risultato pari al 15% della media aritmetica dell’utile consolidato dell’esercizio, in corso e di quello immediatamente precedente (con un tetto massimo di euro 50.000); al vicepresidente 29.500; ai consiglieri 600 lordi mensili ed un
gettone di 250 a seduta.
LA SOCIETA’
Gioiello pubblico
– Rimini Fiera è uno dei gioielli delle aziende a capitale pubblico della provincia. Gli esperti affermano che ogni euro di ricavi della struttura significa 10 euro di ritorno sul territorio. I tre soci pubblici, Provincia di Rimini, Comune di Rimini e Camera di Commercio, possiedono il 26,44% ognuno del capitale; la Regione Emilia-Romagna ha il 5,80. Il restante 14,88 è nelle mani dei privati.