PERSONE
– Sembra un uomo venuto da lontano. L’aspetto in qualche modo già lo “tradisce”. Piccolo di statura, il viso accigliato in una espressione che ricorda Robert De Niro. Il suo nome, Rosolino Di Blasi, ci fa viaggiare di parecchie latitudini. E poi ci sono i suoi dolci, disposti ordinatamente nel bancone: cassata, cannoli e marzapane, prima di sentire il suo accento. Tutto in lui parla di Sicilia anzi, Palermo.
La pasticceria di Rosolino sta in via Repubblica a Misano. È qui da almeno sei anni da quando ha deciso di smettere di prestare servizio in hotel e località turistiche di mezza Italia e si è “sistemato”. Pasticceria “palermitana” precisa con orgoglio. “Prima che arrivassi io sembrava che la panna qui non esistesse”. Di certo non era così comune come la fa lui, panna fresca. “La pasticceria romagnola è fatta soprattutto di crostate e dolci secchi. Ho portato la mia cultura qui, quella della pasticceria fresca. Solo il primo anno avremo venduto qualcosa come 2.000 cannoli”. Se non è un record ci manca poco.
Viene da lontano Rosolino. La sua storia comincia nel quartiere Zen di Palermo. Zen sta per Zona di espansione nord, è uno dei quartieri degradati della città. Viveva là con la madre e i suoi cinque fratelli. Compiuti 14 anni ha lasciato gli studi e iniziato a lavorare come apprendista in pasticceria. Una passione che l’ha portato a percorrere parecchia strada, in tutti i sensi, ma che per lui è stata anche un riscatto e una liberazione: “In quartieri come lo Zen – ricorda – la mafia non la vedi ma la respiri. Per vivere in una realtà come quella ti devi rassegnare a come vanno le cose. Io ho deciso di buttarmi nel lavoro perché me ne volevo andare. E così ho fatto”.
Rosolino si è rimboccato le maniche e ha deciso di darci dentro col lavoro. Ha lavorato per la pasticceria Costa e la Scimone, tra le più prestigiose del capoluogo siciliano. Poi se n’è andato, per non tornare: “Ho lavorato soprattutto nelle località turistiche, in Sicilia, in Trentino, in Sardegna e sull’Isola d’Elba. Negli hotel di lusso, sempre come pasticcere”. Rosolino ha lavorato qualche anno anche in provincia di Rimini, in hotel a quattro o cinque stelle, strutture prestigiose come il Des Bains a Riccione. Ora, come ammette lui stesso, a 44 anni si sente finalmente “un laureato”.
Alla parete del suo negozio ci sono alcuni quadri che ha dipinto lui stesso: rappresentano i mestieri, in un’atmosfera da Palermo vecchia, che tradiscono sia la sua dedizione al lavoro che un po’ di nostalgia per essersene dovuto andare. Anche se non lo ammetterà mai.
Rosolino ha messo tutta la sua esperienza in gioco per provare a intraprendere una strada sua. Assieme a Glauca Pari, che ha conosciuto a Riccione a un corso di disegno, ha aperto la sua bottega a Misano. Un inizio difficile, anche per il suo carattere un po’ chiuso: “Non sono uno espansivo – ammette – a volte la gente mi dice che parlo poco. Ma sono fatto così”. C’è una scorza da rompere con questo palermitano silenzioso che preferisce parlare attraverso il suo lavoro. Caparbio negli obiettivi che vuole raggiungere: “Siamo partiti con la pasticceria con appena 20.000 euro, l’essenziale. Quello che abbiamo investito è andato per la maggior parte per il laboratorio perché è quello che veramente conta. Finiti di pagare i primi debiti, ora guadagniamo abbastanza. Se avessi voluto fare i soldi sarei rimasto a lavorare negli hotel, dove pagano molto di più. Avevo diverse offerte per l’estero anche: Santo Domingo, Malta…”.
Il suo negozio è semplice, senza tanti fronzoli. Risaltano sotto la luce i dolci colorati del bancone. Un negozio che rispecchia un po’ la sua personalità, che non ama tanto convenevoli e abbellimenti. E così sono i suoi dolci. Si definisce uno che coniuga la vecchia scuola con la nuova. Un artigiano che lavora con la pazienza e il tempo che occorre, senza correre e senza l’occhio fisso sul profitto: “Io non lavoro con prodotti semilavorati o pronti – spiega – faccio tutto io. Anche le basi di pan di Spagna o pasta frolla. La pasticceria del giorno d’oggi è diventata veloce ma ha perso in qualità. Il bello viene prima del buono e del sano. Non qui da me. Magari ci sono meno decorazioni, le torte possono fare a prima vista meno figura. Poi però chi assaggia si rende conto della differenza”. Allo stesso tempo rispetto alla vecchia e tradizionale pasticceria il gusto è diventato più leggero e digeribile: “Preferisco alleggerire un po’ di zucchero e grassi rispetto alle ricette tradizionali che sono molto pesanti. Io sono un tipo molto esigente. Roba chimica non ne voglio sulla mia tavola e nemmeno nel mio laboratorio”.
Di certo, comunque, cassate, cannoli, gli enormi arancini e i dolci di pasta di mandorle fanno la loro bella figura. Così come i babà, fave e piade dei morti. Anche i dolci tipici delle nostre parti hanno grande successo perché anche se la pasticceria è “siciliana” quelli tipici delle nostre parti non possono mancare sul banco di Rosolino: “La cucina siciliana è legata soprattutto a festività religiose e ai santi. Gli arancini per esempio sono tipici del periodo di Santa Lucia. Quando è tradizione non mangiare nulla che fosse fatto con la farina. Per san Giuseppe c’è la sfinge e la cassata è tipica di Pasqua”. E ora che si avvicina il Natale si prepara il buccellato, un altro dolce tipico siciliano, anche se non mancheranno anche da lui i più asciutti e “nordici” panettoni artigianali. Il talento suo e di Glauca per il disegno, poi, è messo a frutto con le torte per compleanni e ricorrenze. Glauca ha frequentato l’Accademia delle belle arti di Urbino. Insieme compongono disegni e personaggi di fumetti e cartoni animati, molto richiesti e apprezzati dai bambini.
In pochi anni Rosolino ha conquistato i misanesi con il gusto e la sua maestria artigianale. E la voce si è sparsa. I biglietti con gli ordini attaccati alle mattonelle, proprio all’ingresso del laboratorio lo fanno intendere chiaramente: “Non vengono solo da Misano. Arrivano anche da Pesaro, Tavullia, Rimini o Montecchio. Molti sono magari originari della Sicilia, che si fanno tanti chilometri perché sanno che qui trovano i veri cannoli e arancini. Tutto con il passaparola – giura – mai fatto pubblicità”.
E pensa già a una piccola caffetteria accanto al suo banco con i dolci. “Il mio sogno è far partire questa bottega che poi andrà avanti praticamente da sola”. Guarda avanti come ha sempre fatto, dal quartiere Zen di Palermo quando aveva 14 anni. Dopo aver vinto la diffidenza iniziale dei misanesi, caparbio, Rosolino, un siciliano un po’ “orso” a Misano Adriatico, non molla mai.
M. M.