IL PERSONAGGIO
di Daniela Ruggeri
Inizia nel 1989, al teatro Verdi di Trieste, con ‘La strada’, di Gino Landi, nel ruolo di Gelsomina; continua in Rai, in diversi spettacoli serali, con Pippo Baudo, Gigi Proietti, Giancarlo Magalli, Marisa Laurito, Giorgio Faletti, Nino Frassica, Mariella Nava. Dal 1995 al 2000 lavora come coreagrafa con Simona Ventura, Martina Colombari, Riccardo Fogli, Serena Dandini, cura le coreografie di Zelig. Montecatini la premia, così come Catania e Roma, fino a giungere al 2010 quando vince il premio ‘Garinei e Giovannini’ al teatro Seregno di Milano.
Tanja Piattella, che vive a Cattolica, non si monta la testa, rimane quella di sempre, affabile e gentile finché, il suo amore per la danza, per l’arte, la porta al passo successivo della sua preparazione artistica, quello di danzeducatrice. E’ la prima volta che si affaccia sulla porta di una scuola e le piace. La specializzazione in questa ulteriore ‘disciplina’, la consegue nel 2006 a Bologna, il corso ha la durata di un anno e mezzo e di 260 ore, con frequenza obbligatoria, secondo la metodologia di Rudolf Laban.
“La danza è volare… è un’espressione dell’anima” – dice Tanja – la stessa anima che ci mette per il progetto abbracciato dalle scuole primarie e secondarie di Cattolica, Misano Adriatico e Riccione che la vedono impegnata a lavorare con i bambini.
“Il mio scopo – spiega l’artista – è preparare, questi piccoli uomini e donne, per conoscere il loro corpo, ciò che possono comunicare agli altri usando il movimento. Non copiano il ‘balletto’, ma sono loro che inventano la danza. Cerco di mettere in pratica una poesia molto bella che mi piace citare ed è questa
Dite: è faticoso frequentare i bambini avete ragione. Poi aggiungete: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli. Ora avete torto. Non è questo che più stanca, è piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino all’altezza dei propri sentimenti. Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi. Per non ferirli (J. Korczak)”.
“Sono profondamente grata alle insegnanti – continua Tanja – che hanno creduto in me, lasciandomi libera di interagire con i bambini come ritengo più giusto, poi devo dire che sono molto collaborative, c’è un clima familiare e questo stimola sia me che i bambini. ‘Ballano’ seguendo un tema portante che scelgono le maestre, secondo il programma didattico improntato, quale può essere la campagna, il mare, ecc.”.
“La televisione – riflette Tanja – è una vetrina importante, porta pubblicità ed ingaggi. Ultimamente, guardando alcuni programmi devo dire che il livello dei danzatori è migliorato molto, anche perché parecchi vengono dalla Scala, il mio sogno però è un altro. Vorrei aprire un Centro di danza, ma un po’ diverso dalle solite scuole, vorrei che gli allievi non avessero come obiettivo finale solo il saggio inteso ad indossare gli abiti di scena. Creare col corpo e usarlo per rispettare non solo se stessi ma anche gli altri. Anche over 60 anni. Attualmente dirigo a Pesaro la ‘Dance studio’, ma vorrei riuscire ad avere uno spazio tutto mio, nella mia città”.