PERSONE
– Teresa Battarra ha compiuto 100 anni lo scorso 27 settembre. Al Villaggio Argentina. Attorniata dai figli, Loretta, Guido, Duilio (per tutti Speranza), Maria, Rosa e Gustavo, ed un nugolo di nipoti, nipotini e nipotissimi, per lei un abbraccio sobrio non meno che affettuoso.
Un pomeriggio assolato all’ombra del grande fico, un po’ il simbolo della famiglia: tenacia e generosità. A festeggiarla il sindaco Stefano Giannini con tanto di fascia, che ha intonato la mitica “Tanti auguri a te…” (Happy birthday), don Claudio e Valentino Capanna con signora (due medici veri). Teresa nasce a Riccione da una famiglia “ad parer” (un tempo quando i vicini litigavano per la riconciliazione si andava dal saggio del paese). Sposa Alfredo Cecchini, scomparso nel ’75. I Cecchini (soprannome “e Plè”) sono originari del ghetto di Battistella (è loro l’osteria “da Fafein”).
Fisico minuto ma dalle energie inesauribili, grande lavoratrice e generosa, come si conviene alla solarità della casa colonica romagnola, fondamenta del successo economico di queste terre. Molto brava in cucina.
Quattro i piatti che non sbagliava anche ad occhi chiusi: la tagliatella al ragù e il tagliolino in brodo; il coniglio e il pollo al tegame. I figli la commentano in coro: “Una vita dedicata alla famiglia, con un grande amore per la vita. Sempre positiva. Quando si parlava di morte, come succede spesso nei discorsi con persone di una certa età, tagliava con il fatto che è il diavolo che muore”. La migliore amica della signora Teresa era la “Ciadina” (al secolo in Michelangeli).
La signora Teresa ha attraversato il secolo breve, un mattatoio tra guerre e conflitti. Ma anche di forte progresso economico e sociale. Nel 1911, l’anno di nascita, l’Italia conquista la Libia, mettendo fine al secolare potere ottomano.