IL PUNTO
di Matteo Marini
– In numeri che accompagnano il progetto del Trc (trasporto rapido di costa) sono ancora piuttosto ballerini. Perplessità a cominciare dalle cifre che dovrebbero giustificare l’opera, fino al suo costo, ancora non pervenuto. Si legge nella brochure divulgativa che il tempo medio per andare da Riccione a Rimini varia da 45 minuti fino a un’ora e tre quarti. Una verità che sembra almeno un po’ stiracchiata. Che la rete dei trasporti e delle infrastrutture tra Rimini e Riccione vada in qualche modo rivista è comunque l’unico argomento che trova d’accordo tutti, Pd, e No Trc, destra e sinistra. E poi c’è il nodo dei costi. Il metrò di costa tanto caro alle amministrazioni dei due comuni che, nelle loro intenzioni, dovrebbe alleggerire il carico di auto e veicoli privati sulle strade, ha supporter e detrattori fin dal suo concepimento. Tutti con le loro ragioni.
La soluzione del Trc è cosa ormai nota soprattutto grazie agli articoli della stampa, visto che è in ballo, a stare stretti, almeno dal 2001. Cioè dalla delibera del Cipe (il Comitato interministeriale di programmazione economica) che l’ha inserito nell’elenco delle opere strategiche e successivamente ha stanziato per la sua realizzazione 42,9 milioni di euro. Questo accadeva però nell’ormai lontano 2006. Quello che si attende di sapere è la spesa totale, a lavoro finito. Se ne è parlato (poco) anche durante la presentazione del progetto alla festa del Pd di Riccione, sabato 3 settembre. E il punto interrogativo è rimasto appeso. Si è passati dagli ormai famigerati 93 milioni di euro a 103 (una buona fetta attorno al 50% a carico degli enti locali, in un periodo non felice per le amministrazioni), in attesa della presentazione del progetto esecutivo. Qui il primo autogol. Il direttore dell’Agenzia alla Mobilità della Provincia, Ermete Dal Prato, rispondendo dal palco a una domanda sui costi che potrebbero raddoppiare, ha buttato lì un “non conosciamo ancora le cifre precise ma posso assicurarvi che nel doppio ci stiamo”. A quel punto le ganasce degli astanti con lo “smile” verde sulla maglietta e la scritta “No Trc” si sono distese in un ghigno. Alberto Rossini, responsabile del settore Mobilità ed ex assessore provinciale tenta di rimettere la questione su binari meno tortuosi: “La ditta che ha vinto l’appalto per i lavori è la stessa che deve redarre il progetto esecutivo. Tra poche settimane sapremo quali saranno i costi. Sarà un semplice adeguamento dei materiali”. Una variazione che dovrà essere quindi “contenuta”, sempre secondo Rossini, entro il 20% o 30%.
La ditta responsabile dei lavori e del progetto è romana: la Italiana Costruzioni, capofila di un’Ati (Associazioe temporanea di imprese), subentrata alla CoGel spa, vincitrice a suo tempo dell’appalto, ora in liquidazione. La Italiana Costruzioni ha sede a Milano, azienda ormai storica, di proprietà della famiglia Navarra, una lunga tradizione di costruttori dalla fine dell’800. Claudio Navarra, il fondatore, è tra gli imprenditori vicini al Pdl, titolare anche della gestione e ristrutturazione della Villa Reale di Monza, la sede “padana” dei ministeri delle Riforme, dell’Economia e della Semplificazione normativa.
Lo stesso Dal Prato si è detto essere “patrigno” di quest’opera, che considera funzionale solamente se integrata con “una rete di trasporto adeguata” solo in questo caso sarebbe giustificata e un progetto ormai “vecchio, potrebbe essere ancora attuale”. Per ora la certezza è quella di un percorso di poco meno di 10 chilometri, dalla stazione di Rimini a quella di Riccione, 15 fermate e un mezzo a guida assistita, su gomma, che garantisce velocità e puntualità grazie alla corsia dedicata e l’abbattimento (sempre secondo i dati forniti dall’Agenzia della moblità) dell’11% delle polveri sottili. Ma per preferire il Trc all’auto serve altro, che ancora rimane sulla carta in un ipotetico riassetto della rete di trasporto pubblico e nuove direttrici verso l’interno, tra le quali anche una, simile allo stesso Trc, verso San Marino: “L’opera parte da lontano e alla base c’è uno studio sugli utenti abituali della linea 11 – spiega ancora Rossini -. Il progetto è stato approvato e confermato in questi anni dal Cipe e la supervisione affidata alla società che gestisce la metropolitana di Parigi. Entro il 2012 ci sarà la gara per l’assegnazione della gestione del trasporto pubblico locale. C’è quindi il tempo per progettare un disegno dettagliato della rete a seconda dei percorsi”.
Argomenti che non convincono il comitato “No al Trc”, presente con tanto di mascotte a quattro zampe alla presentazione del 3 settembre, ancora sul piede di guerra e pronti alla raccolta firme per la consultazione popolare: “Tra pochi giorni conosceremo il responso dei quattro saggi che si esprimeranno sull’ammissibilità del referendum – spiega Lele Montanari, consigliere d’opposizione – poi dal 19 il Comune ci consegnerà i moduli per la raccolta firme”. Di firme, il comitato, ne ha già consegnate più di 500, pochi giorni fa, su un lungo rotolo svolto dall’ufficio del sindaco fino all’esterno del municipio. Anche se Pironi non c’era e per questa iniziativa, così come per il referendum, non risparmia le frecce: “Diciamo che potevano risparmiare molta carta. Secondo lei un referendum consultivo su un’opera già approvata e finanziata che valore può avere? È un’iniziativa puramente strumentale”.
Il principale argomento degli “antagonisti” è quello dell’inutilità di un mezzo con capacità potenziale di 1.000-1.500 persone all’ora (a seconda della frequenza delle fermate) :”Dove deve andare tutta ‘sta gente? – sbotta Montanari – sarebbe sufficiente raddoppiare la linea 11, proposta fatta anni fa, magari con una corsa veloce e una con più fermate. Con lo sfondamento di via Aosta è stato risolto parecchio del problema traffico. Ma la vera soluzione sarebbe lo spostamento della Statale 16”. Ma la SS 16 è ancora una chimera e il Trc potrebbe essere utilizzato da pendolari, scolaresche e turisti d’estate. Se sarà una cattedrale nel deserto è ancora presto per dirlo e probabilmente lo si vedrà solamente quando comincerà a prestare servizio. La fine dei lavori è prevista per il 2015.
“Questa è un’opera che a Riccione non ha mai entusiasmato – ammette il sindaco di Riccione Massimo Pironi – però qui bisogna riuscire a fare un ragionamento profondo su un modello di sviluppo e nuove modalità di trasporto urbano sostenibile. Certo non siamo Berlino o Copenhagen, però dobbiamo andare in quella direzione di intermodalità del trasporto, cioè da un mezzo all’altro. Lasciando il mezzo privato e usando il pubblico altrimenti ci teniamo il traffico e le code. Nel futuro prevediamo la chiusura al traffico della zona mare e quindi serve un riassetto del trasporto”. E per quanto riguarda la spesa Pironi getta acqua sul fuoco: “Noi stiamo alle cifre più recenti, che parlano di circa 100 milioni di euro, 20% dei quali a carico di Riccione. Anche per questo abbiamo costituito un gruppo tecnico per il monitoraggio della spesa e dei lavori. Quindi siamo tranquilli”.
ALLEGRO MA NON TROPPO
Trc, case viste dal finestrino
Tra le diapositive proiettate sabato 3 settembre sul Trc c’erano anche alcune immagini del retro di alcune case, viste dal finestrino del treno. Alberto Rossini (dirigente della Mobilità in Provincia) ha definito “degrado” il cortile posteriore di alcune abitazioni, con garage, ricovero attrezzi, panni appesi e un po’ di (comprensibile) disordine. Detto che ogni cosa, bella o brutta, ha il suo “retro” e ogni facciata ha un lato “b”, magari brutto, ma funzionale, ci chiediamo: dottor Rossini, possiamo fare qualche foto dietro casa sua? Magari il vedere la lettiera del suo gatto o le sue mutande messe ad asciugare porterà po’ di serenità a chi si è sentito mortificato per un cortile in disordine. Sapendo che anche lei è un po’ “degradato”. Come lui.
INTERVISTE
Gobbi: “Mai fatto una tesi contro il metrò”
Simone Gobbi, assessore al Turismo del Comune di Riccione.
È vero che la sua tesi di laurea era contro il Trc?
“No. Questa è una storia che deve finire. La mia tesi di laurea prendeva in esame il trasporto locale e ne analizzava le diverse soluzioni. E poi è del 1999”.
Quindi non c’è una posizione contro il metrò di costa?
“No, è stata semplicemente una analisi dei pro e dei contro ma su un progetto molto vecchio. Sono passati più di dieci anni ed è cambiato il progetto e anche le cifre. Quindi ora la chiudiamo qui, non ho più voglia di rispondere su questa cosa”.