CURIOSITA’
– Un’altra stagione turistica estiva è andata, ma su come sia andata, nonostante i numeri, ancora si discute, e non poteva essere differente, visto che la stagione di cui stiamo parlando è la romagnola, cioè la nostra!
L’ombra della crisi mondiale che diviene sempre più incombente pare non abbia ancora oscurato il sole della nostra passata stagione e in riviera gli albergatori sembrano soddisfatti, tanto da affermare frasi come “nonostante la crisi io non sono andato poi tanto male..” che per noi non addetti credo si possa tradurre con un semplice “E’ andata proprio bene!”.
Le cifre parlano di rialzo delle presenze, il turista estero è sempre meno tedesco, ma pare piacciamo tanto ai russi e non dispiacciamo ai cugini francesi attratti sicuramente dai nostri servizi e dai prezzi competitivi rispetto alle loro famose coste .
Il turismo estero si rivolge quasi esclusivamente al Grande Albergo dove i servizi sono garantiti ad un livello assai più alto e competitivo.
Non male il piccolo albergo, che sa ancora di Romagna old style (d’una volta), di mitiche ‘azdore” tuttofare, di impeto celtico e genuina cortesia, di quel coraggio imprenditoriale che ha permesso di costruire un industria turistica, tra le più fiorenti di Italia, dalle macerie della ultima guerra.
Quanto dell’impeto romagnolo sia rimasto nell’imprenditoria alberghiera? Chiesto a Piero Vanni: albergatore e pittore.
Piero ha un albergo, piccolo ma con dei bei servizi, e gli ho chiesto speranzosa di parlarmi quanto il mio amato stile romagnolo influisse ancora nella gestione dell’albergo e lui credo non mi abbia riso in faccia per cortesia.
Mi ha parlato di come la gestione di un albergo oggi sia lontano dalla mia idea epica di pensione famigliare, che pur esistono ancora, ma che quasi certamente soffrono maggiormente il cambio della tipologia turistica. Infatti. È aumentato esponenzialmente il ricambio, cioè un turismo breve fatto di pochi giorni, famiglie che vogliono garantiti i servizi quali il wi-fi, l’aria condizionata, il cuoco bravo che proponga una cucina di qualità e il tutto a poca spesa per essere concorrenziali.
A chi chiede quali sono le qualità dell’albergatore, Piero risponde che ci vuole una certa vocazione per questo mestiere, che guadagnare è importante ma non si può lavorare solo pensando a quello se no non si cresce, bisogna avere occhio per il futuro, sapersi aggiornare, investire nei servizi.
“Ma quale carattere romagnolo, forse non lo abbiamo neanche più !”, ha affermato.
“Anche se- ha poi aggiunto – i turisti toscani dicono che vengono qui perché siamo più simpatici, ma non conta niente, semmai un valore aggiunto!”
Poi ha parlato di come la riviera sta cambiando fornendo sempre servizi più specifici, che i bagnini stanno trasformando il concetto di spiaggia, anche alimentando diverse polemiche, che gli albergatori invece stanno incrementando i servizi legati alla multimedialità, e che invece la provincia dovrebbe far la sua curando meglio l’arredo urbano, le infrastrutture perché al turista piace stare bene in un bel posto… e mentre si faceva trascinare viene fuori che il carattere romagnolo non era affatto perduto, era proprio questo guardare avanti con originalità e lungimiranza che rende peculiare la nostra industria turistica.
Della Del Cherico