di Carlo Bulletti *
Non tutti sanno che la nostra quotidianità è piena di segni e contributi che si devono principalmente al lavoro di Elio Pagliarani. La rottura del linguaggio aulico, il rifiuto dello stucchevole lirismo, l’importazione di una terminologia tecnico/scientifica e dichiaratamente antiretorica, che il poeta nato a Rimini inoculò nella poesia e nella cultura italiana 50 anni fa diedero la spinta alla ‘sprovincializzazione’ di un Paese in trasformazione e incerto nel dopoguerra, che aveva bisogno di parole e visioni finalmente moderne. Dalla ‘nicchia’ di una poetica, di un impegno e di un alfabeto (e di una sobrietà, di un rigore e di un’etica) inusitati per chi aveva (e ha) della poesia l’immagine di un intimismo da rima baciata, la rivoluzione di Pagliarani e del Gruppo 63 si diramò successivamente nell’intera società italiana. E se oggi anche in una canzone di Jovanotti, di Samuele Bersani o di Vasco Rossi entra il linguaggio di tutti i giorni, perfino con le sue banalità e le sue cacofonie, molto probabilmente lo si deve anche a quegli intellettuali che oltre mezzo secolo fa si diedero il compito di cambiare il vocabolario dell’Italietta. Elio Pagliarani è stato riminese di nascita e negli affetti, specie nell’ultimo scorcio della sua vita. L’inizio e la conclusione, i due estremi di una parabola esistenziale, intellettualmente e professionalmente vissuta a Milano e Roma. Si sbaglierebbe nel cercare un ‘tratto tipico riminese’ nella sua Ragazza Carla o negli altri suoi lavori che piombarono come un sasso nello stagno della poesia nazionale. Gli si farebbe un torto. Di lui, del suo rapporto con la città e i luoghi che lo videro nascere e crescere, va conservato l’entusiasmo e perfino qualche rigagnolo di commozione delle sue recenti visite e dei suoi straordinari 80 anni festeggiati assieme a Rimini all’interno della manifestazione ‘Assalti al Cuore’. Elio Pagliarani non è stato un poeta dimenticato, nè da Rimini né dall’Italia. Al di là delle pagine a lui dedicate in tutte le antologie scolastiche sul Secondo Novecento letterario (spesso irraggiungibili temporalmente da studenti e programmi didattici), di Pagliarani resta viva e attuale la lezione di rottura delle barriere tra linguaggi, di visione critica su periodi impropriamente passati alla storia come ‘meravigliosi’. Basta accendere la radio o leggere un libro o guardare un film per potere rendersi conto della portata intellettualmente rivoluzionari di questo pioniere schivo e entusiasta. Per tutto questo, la Provincia di Rimini esprime il proprio cordoglio ufficiale per la scomparsa di Elio Pagliarani (Viserba di Rimini 1927- Roma 2012)”.
* Assessore alla Cultura della provincia di Rimini